Capitolo 44 - il viaggio di ritorno 🚶‍♀️🚶‍♂️

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Pochi chilometri più a sud, in direzione circa sud-ovest, il gruppo di angeli/mannari/valyriani/Blackwood/newjerserosiani/skagotti stava tornando al sicuro al loro rifugio, che al momento era un posto un po' affollato e in cui stavano avvenendo cose peculiari su cui non ci soffermeremo troppo.

Syd, libero dal sarcofago di argilla magica in cui Tecla Strutter l'aveva racchiuso prima, si mise a correre nella neve a caso, girando attorno ai nostri momentanei protagonisti mentre tornavano indietro al rifugio sporcaccione (a loro insaputa).

"Ma questo fa così sempre?" chiese un po' infastidito il bellissimo angelo Lori, zio di Tecla (e di Jimmy che era al rifugio a fare lo zuzzurellone), prozio di Benny e Zeno, eppure sembrava giovanissimo e bellissimo per via del suo retaggio angelico, che di gran lunga spiccava di più rispetto alla sua metà di DNA mannaro del newjerseros. Lele, in groppa al coccocavallo di Benny perchè non voleva bagnarsi le scarpine con la neve che si sarebbe sciolta in una poltiglia acquosa al suo passaggio grazie alla sua potentissima anima di fuoco, annuì.

Ma a Lorenzo non è che proprio andasse giù avere una bestiola con gli zoomies a ronzargli attorno alle ali. Si voltò verso Tecla, che lo ignorò di proposito perchè non aveva nessuna voglia di avere ancora a che fare con Syd e di usare la sua magia su di lui, e così l'angelo eternamente bellissimo e biondissimo si ritrovò costretto a dover usare una sua tecnica.

Sotto lo sguardo inquietantissimo omofobico e indagatore del piccolo Targaryen, l'angelo/mannaro evocò tra le sue mani una sfera di luce, che baluginò nella perenne notte westerosa. Il suo retaggio angelico da parte di madre gli permetteva di usufruire del tipo luce, rarissimissimo e trovato solo tra gli angeli di Arpergamo e i loro discendenti alla lontana, e di plasmare la luce a suo piacimento.

Così ci fece una catena lunghissima e sottilissima, che brillava come se fosse fatta di diamanti, e la legò in un lazo che fece roteare sopra la sua testa.

Syd si fermò a guardare cosa quel tizio biondo con le ali da piccione stesse facendo, prima che il lazo si legasse strettissimo attorno alle sue braccia, in una presa tanto salda che nemmeno usando le sue abilità spettrali riusciva a divincolarsi da essa!

Syd si mise a gridare fortissimo e in un modo fastidiosissimo, buttandosi nella neve di faccia e scalciando fortissimo, causando all'inizio un risolino da parte di tutti, che poi presto divenne un po' fastidioso, così decisero di ignorarlo, e trascinarselo dietro come un cotechino (tipico piatto oscuro delle regioni che si affacciavano sullo Stretto del Cappelletto Nel Brodo di Cappone, tra le Terre delle Ombre meridionali e Ulthos).

Il giovane Targaryen fissò con occhi di ghiaccio la catena di luce, che completamente contrastava coi suoi poteri dell'oscurità. Si voltò verso la sorella, che si stava curando la caviglia rotta/slogata coi poteri nascosti nella sua anima, dato che lei non marciva come suo nonno Targaryen ma era più brava di lui, seppur non così babygirl patetica. Anche lei alzò il suo sguardo omofobo sul fratello, ed entrambi sembrarono avere lo stesso pensiero allo stesso momento, in un modo davvero inquietantino.

"Non so se è una buona idea usare la luce nell'oscurità, quando siamo seguiti da esseri di buio." sussurrò, con un'aura di premonizione oscura attorno al suo corpo. Essendo NewJerserosiani, dunque stronzi, i due Strutter alati non lo ascoltarono.

Winter Post-ApocalypseWhere stories live. Discover now