Capitolo 24 - andando a Nido dell'Aquila

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"...ma perchè dobbiamo chiedere alla Lady della Valle se possiamo andarcene? Che gliene frega a lei?" borbottò Elettra, a bordo del suo snowboard elettrizzato magnetico, che le permetteva di rimanere sollevata qualche decina di centimetri da terra grazie al suo potente tipo elettro ereditato dal padre. Non che non le piacesse scalare l'altissima montagna su cui era appollaiato il castello di Nido dell'Aquila eh, no, quello le piaceva tantissimo, ma non le piaceva prendere ordini.

Anche solo il concetto di dover chiedere il permesso a qualcuno di un rango superiore al suo le friggeva il cervello dalla rabbia.

"Perchè la Lady si premura che tutti gli abitanti della Valle siano al sicuro." le rispose suo zio Ken, in groppa alla sua fidata Pallina, su cui erano seduti, dietro di lui, anche Beric e Pewter, che si stava coprendo il viso per l'imbarazzo.

Esme non era su Pallina perchè aveva lasciato spazio ai due Dondarrion-Royce, e del resto non le serviva molto. Suo padre (l'altro, non Ken) era un mannaro del NewJerseros, che sì l'aveva abbandonata quasi dopo essere nata, ma comunque da lui aveva ereditato i geni mannari, e lei era una capra di montagna mannara. Aveva passato i diciotto anni da un pezzo, dunque i suoi geni mannari si erano risvegliati, e le sue gambe erano potenti zampe da capra che le permettevano di scalare con incredibile agilità la parete rocciosa praticamente verticale, e poi aveva delle epicissime corna in testa, che però non usava perchè era bravina lei.

"E al confine della Valle, a ovest, c'è una parete magica, un'incantesimo di morte che ha permesso agli estranei di non valicare mai il confine della Valle." continuò proprio Esme, che si era studiata tutto quello che c'era da sapere sulla Valle dopo che suo padre era diventato lord di casa Royce. "La parete magica di morte è stata castata dalla regina della Valle, lady Arryn, dunque solo lei può toglierla per permetterci di passare senza morire malissimo."

"Io potrei passare lo stesso." si lamentò lagnoso Pewter, il cappuccio nero e bronzo calato sul viso scurito dalla rabbia e dalla seccatura. Il tipo spettro gli dava l'immunità ai malefici di morte.

"Eh no Pewter, te l'ho già detto! Non vi lascio andare da soli!" lo rimbeccò invece suo padre Beric, tutto innervosito. In realtà pure lui sarebbe potuto passare facilmente attraverso la barriera, non solo perchè era di tipo spettro a sua volta, ma perchè era già crepato più volte, e morire ancora non è che fosse tutto sto dramma per lui.

Comunque era già qualche ora che stavano scalando quella montagna, che era davvero altissima, che palle, ma quando finiva?

"Lo sapete che questa montagna è infinita, vero?" borbottò tutto oscuro Pewter, ora seduto tutto annoiato quasi sulla coda di Pallina, leggendosi un libro in pelle umana.

"Uh in che senso?"
"Nel senso che c'è un incantesimo. La montagna non finirà mai perchè vi è stato applicato un incantesimo magico di allungamento eterno." finì Pewter tutto fiero di sé e delle sue abilità magiche incredibili e inarrivabili.

Dietro di loro spuntò un tizio, che in realtà non era un semplice tizio: nell'aria gelida dietro la combriccola, dunque in mezzo al vuoto stava galleggiando un bellissimo ragazzo. Aveva i capelli biondo scuro mossi e lunghi fino alle spalle e gli occhi azzurri, vestito con un'armatura sbrilluccicosa bianco ghiaccio intarsiata di argento e blu, e tra le mani teneva una spadina e un grosso scudo, recante il simbolo di un passerotto in volo argento e bianco e azzurro.

"Il ragazzo ha ragione. Ha scoperto il trucco di Nido dell'Aquila. Sei un mago molto esperto." disse il ragazzo. "Io sono Rickard Arryn Stark, primogenito della lady di Nido dell'Aquila. E voi, che vi siete permessi di arrivare fin qui, siete..?"

Silenzio.

Beric diede una gomitata al grosso uomo davanti a lui.

"Ah! Sono lord Ken Royce! Signore di Runestone!" si affrettò a dire Ken, che si era perso nel frugare nelle tasche del vecchio cappottone che aveva indossato qualche anno prima e si era dimenticato che ci aveva lasciato delle robe nelle tasche, come qualche figurina del campionato di Quiddicheros di prima dell'Apocalisse. Che figata che era il Quiddicheros.

Rickard li squadrò e ci pensò su, ma poi si decise. "Ok, allora potete passare."

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