Capitolo 26 - Lady Sansa Arryn Stark

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I due aprirono i portoni, e Ken Royce, in quanto lord (finché Aston non torna), passò per primo, dovendo abbassarsi un po' sennò la sua testa dura avrebbe sbattuto contro lo stipite della porta per quanto grosso e fortissimo lui fosse. Poi Pewter tutto gasato, Elettra che si stava un po' annoiando, Esme sorridente come un himbo (herbo, coi pronomi giusti) e infine Beric che forse s'era già scordato perché erano lì.

"Benvenuto a Nido Dell'Aquila, lord Royce." disse la voce più melodiosa e bellissima che le orecchie dei Royce avessero mai sentito.

Era stata una donna a parlare, seduta sullo scranno decorato da statuine di ali e piumette in marmo bianco e ricoperto da teli blu morbidi.

Aveva lunghissimi capelli castano-rossi (auburn), morbidi e dall'aspetto liscissimo, che ricadevano lungo la sua figura alta e slanciata, ricoperta da un lungo vestito blu lapislazzulo e argento. Al collo portava un intricato collare di Myr raffigurante un lupo che canta ad uno spicchio di luna, simile ai disegni sulle magliette che portava qualche popolano ai concerti che si tenevano prima dell'apocalisse, ma più elegante. La donna, che doveva avere una quarantina d'anni ma era decisamente più giovane di Ken (che aveva superato i cinquanta) e Beric (che tecnicamente non ne aveva più compiuti dopo essere crepato venticinque anni prima), ma era evidentemente la madre di tutti i marmocchi del castello, perché erano tutti belli quanto lei, anche se avevano colori di capelli e occhi diversi.

La donna si lasciò scappare un sorriso bellissimo e bravissimo. "Ma io mi ricordo di te!" esultò, indicando Ken. "Tu eri il responsabile della squadra di Quidditch di Corvonero a Winter Hogwarts!"

Ken a malapena si ricordava, ma annuì lo stesso. "Ho rotto un sacco di coppe di Quidditch." rispose in modo idiota, e sua figlia e i suoi due nipoti cringiarono fortissimo.

La donna invece rise melodiosamente. "Al tempo odiavo il quidditch. Mi ero rifiutata di giocarci. Potessi tornare indietro, proverei ad iscrivermi. Forse mi sarei divertita, a giocare con gli altri corvonero." aggiunse la lady, gli occhi azzurri dolcissimi, insomma avrete capito che è proprio bravissima.

"Sarebbe stato un onore, lady Sansa."

Pewter già lo sapeva, ma Esme e Elettra no, così rimasero 😱 a scoprire chi fosse quella donna: non altri che l'ultima Stark ancora in vita, lady Sansa! L'intera casata Stark era stata spazzata via dall'Apocalisse, e Winterfell distrutta, ma lei era riuscita a salvarsi, e non solo, era diventata anche la più potente lord di Westeros, se non forse ancora l'ultima a dominare su un territorio tanto ampio.

Dopo quel bruttissimo passato, però, Sansa era riuscita a costruirsi una famiglia amorevole e numerosa e felice, e questo era un bene.

"Noi siamo qui per chiederle il permesso per uscire dalla Valle." Interruppe Pewter, che non ne poteva più dei convenevoli. "Dobbiamo trovare una reliquia molto importante, nel Nord, che potrebbe risollevare le sorti della Valle, o di Pianetos intera." Continuò il primogenito Royce.

Lady Sansa lo guardò incuriosita.

"I Royce sono la più fidata casata della valle... e tuo padre è lord Dondarrion, che ha combattuto valorosamente durante l'Apocalisse. Mi fido di voi, ma..."

Lady Sansa si sporse al fianco, vicino un seggio dove era seduto un altro ragazzo, che ho evitato di raccontare fin'ora per aumentare la suspance. Il ragazzo era estremamente simile a Sansa ma più giovane, vestito con una vecchia armatura di ferro battuto, un lupo blu stampato sul petto. Aveva i capelli corti e soffici anch'essi rosso-castani, gli occhi azzurri e pieni di sangue di lupo (un modo di dire del nord per dire molto epici), e fremeva dall'emozione.

"...preferirei che vi faceste accompagnare da mio figlio, sangue del mio sangue, l'unico della mia intera famiglia che io stessa abbia generato. Abbiamo un legame mentale che mi tiene sempre in contatto con lui, dunque, se voi vi accompagnerà, saprò sempre dove siete."

Beric, che ogni tanto si ricordava qualcosa, sicuramente si ricordava quel viso.

L'aveva già visto, ma dove...

Ci pensò un po' e poi, come un fulmine (come il simbolo della sua casata), si ricordò. Era una faccia che non vedeva da almeno diciotto anni, massì, era lui...

"Tu sei Robb!" Gridò Beric al ragazzo.

"No, io mi chiamo Robb2 Stark Arryn." Rispose il ragazzo, uguale identico a Robb l'originale, ma ovviamente più giovane, e un po' meno scemo del precedente.

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