•{𓂀Aɴᴛɪᴄᴏ Eɢɪᴛᴛᴏ ᴇ Sᴘǫʀ𓂀}•

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Attenzione. Gente che zumpa☺️.

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Antico Egitto si trovava sulla nave, stava per sbarcare ai porti di Roma.
Era in un nervosismo costante, sapeva che Roma era una delle città più potenti, come il suo impero.
«Siamo arrivati faraone.» appena mise i piedi sul terreno, sentì la terra umida, piena di erba verde e rigogliosa.
Le piantagioni erano piene, gli affluenti dei fimi che finivano nel mar Tirreno permettevano alle piante di crescere.

La città era affollata, camminava con la scorta che si era portato dietro e con qualche soldato romano che li accompagnavano.
Il palazzo era altrettanto grande e sontuoso, pieno di statue di Dei, come Marte, Giove, Venere e Giunone, scolpite perfettamente, certo, mai come quelle greche, ma A. Egitto non si soffermava a comparare la bellezza.
Il pavimento era in marmo, freddo e dava un'ambientazione classica al posto, c'erano tende di velo rosso porpora e porte grandi con decorazioni altrettanto di marmo e oro.

Erano le prime luci della mattinata, avrebbe incontrato I. Romano in pochi minuti.
Venne accompagnato verso la sala grande, ancora più addobbata e contornata di veli, oro, statue ecc..
C'era una donna, sdraiata su un triclinio pieno di cuscini rossi che le risaltavano la veste, una corona piena di pietre preziose, che le si innalzava sul capo, dava a vedere che era una reale, una signora o, molto più probabilmente, un'imperatrice.
Aveva il ventre gonfio, era in dolce attesa probabilmente.
Guardava Egitto con gli occhi di ghiaccio, grigi, freddi.

«Benvenuto. Devi essere A. Egitto non vero?»
annuii. «Il gatto ti ha mangiato la lingua?»
«No signora.» la sua voce gli dava già i nervi, non era stridula ne strillante. Era quella di una donna, seria, ferma, discreta.
«Bene.. colui che aspetti sarà qui a momenti.»
Aspettai.
La scrutava, si accarezzava il ventre dolcemente.
Entrò nella sala un'uomo, alto, con una corporatura robusta, i capelli ricci che gli arrivavano alle spalle, una corona di alloro sulla testa, salutò la donna in modo caloroso, poi si girò verso A. Egitto.
«Egitto. Benvenuto!» gli andò in contro, stringendogli la mano.
«Grazie per avermi ospitato Impero.»
«Non ringraziare.» poi si avvicinò ancora di più «Hai conosciuto mia moglie vedo... ti ha detto qualcosa? Di qualsiasi tipo?»
«No...»
«Per fortuna... può essere ehm- un po' autoritaria a volte»
«Oh»

Dopo una lungo giornata passata insieme a lui, e un continuo ritornare in quella sala, A. Egitto aveva capito bene che quei due si erano sposati per matrimonio combinato, da come lei gli rispondeva o lo guardava.
Le ancelle di lei, rispondevano al posto suo quando sembrava andare fuori nervi.
Lo accompagnò fino alla stanza in cui avrebbe alloggiato.
«Grazie di nuovo. Impero»
«Di nulla. A domani mattina allora»
«A domani» gli prese la mano per poi portarsela alle labbra, lasciando un bacio bagnato.
Arrossì.

Decise di non andare a letto subito, voleva vedere il cielo stellato ancora per un po'.
Sentì improvvisamente dei rumori.
Erano passi, passi molto piccoli, fatti a piedi nudi sul pavimento di marmo, erano due persone, anzi bambini.
« aspetta!.....guarda»
Si fermarono a pochi metri dal faraone, lui li osservò bene. Gemelli.
Pelle candida, curata, occhi dorati risplendevano sotto la luce, i capelli rossicci, come quelli della donna, la bambina li aveva lunghissimi, sciolti lungo la schiena, ad entrambi però, sembravano cera sciolta che colava lungo il loro corpicino esile.
Si avvicinò il ragazzino.
«Sei l'Antico Egitto..»
«...Si..»

Da come lo guardava faceva quasi impressione, la bambina si alzò un scialle velato sulle spalle, ricamato con disegni di animali e fiori.
«Anche tu hai un'impero vero?»
«mhm»
«perchè hai del trucco?»
«...Sono usanze del mio popolo.»
«qui non possono i maschi... a me piacerebbe..»
«davvero?.»
«mhm»
Egitto si guardò intorno.. nessuno. «Venite con me» li portò nella sua stanza.
Prese dei prodotti che si era portato dietro.

«Ti piace?»
«...è bellissimo!»
«Fratellino stai benissimo!»
Sorrise.

-

«Ieri mio figlio è venuto da me con del trucco sul viso.»
«oh-»
«Era così contento...grazie Egitto»
«Oh- ehm prego» arrossì.
Impero Romano gli poggiò una mano sul fianco, continuarono a camminare per i giardini che erano enormi, quasi a ricordare quelli babilonesi, ma decisamente diversi per ambientazione.
Erano diretti ai bagni, per darsi una lavata entrambi, appena arrivati il calore e l'umidità della stanza avampava su tutto il corpo.
«Quin-» si girò vedendo Impero Romano già nudo, il corpo di un dio, scolpito perfettamente.
«mh? tutto bene?.»
«Sisi»

Appena si immerse nell'aqua calda ebbe un brivido, si stava bene, anche se era solito a lavarsi in latte di asina.
Impero lo guardava, gli ammirava le rifiniture del corpo e i capelli legati, neri, la pelle scura e abbronzata.
Gli prese i fianchi con le mani, girandolo verso di se, avvicinando il viso al suo.
«R-Roma aspetta..» gli diede un bacio, che ricambiò dopo poco e gli mise le mani sul viso quasi a sorreggerglielo.

Roma gli fece scendere le mani su tutta la schina, lo sollevò sull'orlo della vasca, gli accarezzò le cosce per poi stringerle tra le mani.
Egitto squittì, venne preso in braccio mentre si teneva stretto a colui che aveva affianco.

Impero faceva sfregare la sua erezione contro quella di Egitto, mentre quest'ultimo ansimava.
Gli lasciava baci bagnati sul collo, tirandolo per i capelli con la nuca all'indietro, per chiedere poi il permesso con la lingua.
Lo girò nuovamente, stringendogli una natica.
«posso?...»
«fai presto per favore» disse quelle parole velocemente come se non potesse più aspettare.
Spinse dentro di lui, tenendolo per il collo, cosa che sembrava non dargli fastidio.
Iniziò con spinte lente che diventavano sempre più veloci e i gemiti di entrambi si sentivano sempre di più anche se soffocati.
«R-Roma~» Impero lo prese come un segnale per andare più veloce ed Egitto si aggrappò alle sue braccia, saldandosi a lui.

A ogni spinta urlava il nome di chi gli stava dando quell'ondata di piacere; andava sempre più forte sempre di più finchè entrambi non vennero.
«Sei così bello e amabile~» Gli baciava il collo, iniziando a massagiargli le spalle.

«Sempre stato un bastardo eh Roma?»
da fuori alla porta. I. Bizantino ascoltava.
«Che idiota.. ti rovinerò ti giuro.»

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Quando poi lei è la prima a commettere adulterio.🧍‍♂️🤭

COMUNQUE LA CANZONE DELLA FINLANDIA✨
ANCHE LA FRANCIA💃....LA NORVEGIA😩

MA LA SVEZIA-... ..









comunque quei bambini li conoscete


-𝐴𝑐ℎ𝑖𝑙𝑙𝑒

❦︎𝙾𝚗𝚎𝚜𝚑𝚘𝚝 𝚌𝚘𝚞𝚗𝚝𝚛𝚢𝚑𝚞𝚖𝚊𝚗𝚜❦︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora