Capitolo quattro

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"S-signore, siete sicuro che sia una buona idea ospitarlo?" Domandò Joan, tremante, mentre lui e Irwin andavano a trovare James, già posizionato nella sua nuova camera. "Insomma, intendo... è uno degli stregoni più potenti del Regno, però ovviamente io mi fido del vostro giudizio e se voi..."

Il poveretto avrebbe sicuramente avuto bisogno di una tisana calmante alla fine di quella giornata, pensò Irwin, e probabilmente anche di un cerotto, visto come stava mordicchiando il suo povero pollice senza sosta. Inoltre, non si sarebbe nemmeno stupito se avesse chiesto un congedo, visto tutto lo stress accumulato in pochissime ore.

"In realtà," sospirò il re. "Non mi fido più nemmeno io del mio giudizio." Ammise, facendo addolcire gli occhi del servitore.

"Io sono convinto che se voi inconsciamente pensate che sia una buona idea farlo rimanere, lo è davvero." Disse bonariamente, togliendosi la mano dalla bocca solo per posarla sulla spalla del suo re.

Irwin gli sorrise e gli diede una pacca sulla spalla. "Joan, dovrei proprio aumentarti lo stipendio!" Ridacchiò, mentre bussava alla porta della nuova camera di James. E lavare al più presto questa camicia, aggiunse mentalmente.

Il druido sorrise e poi si allontanò, ritornando ai suoi doveri da servitore.

"Arrivo, arrivo!" Disse la voce di James dall'interno della stanza.

Per l'occasione, Irwin aveva fatto preparare una delle loro migliori suite che, ovviamente, era comunicante con quella sua, così che potesse tenerlo d'occhio ventiquattro su ventiquattro, se mai gli fosse venuto in mente di cominciare un'altra guerra.

La suite aveva un bagno spazioso, il materasso migliore del Regno, e la camera stessa era molto grande. Ma non così grande da metterci dieci minuti per attraversarla e aprire la porta.

"Quel dannato-..." Irwin strinse il pugno, battendolo nuovamente contro la possente porta. "James, se non apri entro tre secondi butto giù la porta." Bussò di nuovo Irwin. "Uno... due... tr..."

Prima ancora che potesse pronunciare la e la porta si aprì, lasciando vedere James con un accappatoio. Irwin arrossì immediatamente, dovendo distogliere lo sguardo dal petto nudo e ancora pieno di qualche gocciolina di acqua di James.

"Noto con piacere che sei ancora melodrammatico, principino." Sbuffò l'uomo, facendogli cenno di entrare e chiudendosi la porta alle spalle.

Una volta dentro, Irwin si posizionò sul letto, mentre James aprì il suo armadio, tirando fuori dei pantaloni. "Ti dispiace se mi cambio?"

"Fai pure." Rispose quello, stringendosi nelle spalle, cercando di non incrociare il suo sguardo.

James, senza farselo ripetere di nuovo, gli diede le spalle e fece cadere l'accappatoio per vestirsi e Irwin spalancò gli occhi. "Irwin, per l'amor di Dio, smettila di fare il pudico. Dopo tutto ciò che abbiamo fatto vedere il mio culo non dovrebbe scioccarti più di tanto."

"Sono passati sei anni." Disse il re, deglutendo e cercando di allentare il colletto della sua camicia, improvvisamente stretta.

"E ti giuro che il mio culo è sempre lo stesso, tesoro." Lo prese in giro, facendogli l'occhiolino e infilandosi i pantaloni.

"La tua ossessione per i culi è disgustosa." Irwin roteò gli occhi, stendendosi sul morbido materasso che aveva fornito a James. Cavolo, sembrava anche più comodo del suo. Più tardi avrebbe detto a Joan di procurargliene uno uguale.

"Ironico come un tempo tu la amassi." Ridacchiò, allegramente.

"Potresti smetterla di rinvangare il passato?" Chiese cortesemente arrossendo.

Il Medaglione Di AlvagarDonde viven las historias. Descúbrelo ahora