Capitolo quattordici

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"Irwin, nipote caro, qual è il motivo per il quale mi hai convocato qui, dietro il castello?" Domandò Nestor, una volta che ebbe raggiunto Irwin.

"È una così bella giornata, zio." Spiegò il re, camminando con nochalance con le mani dietro la schiena. "James, Eleanoire e Logan sono tornati in cella per aggressione ad un membro della famiglia reale e questo posto mi riporta alla mente tanti ricordi. Non sono sicuro che siano di quelli belli." Guardò lo zio, che deglutì. "A te non viene in mente nulla, zietto caro?"

Lui scosse la testa, cominciando a sudare freddo. "No, Irwin. Niente di niente."

"Peccato." Affermò Irwin, non sembrando veramente dispiaciuto. "Vabbè, vorrà dire che dovrò rinfrescarti un pochino la memoria: tu che dici, zietto caro?" Quello annuì, deglutendo. "Non è qui dove hai minacciato di morte mia sorella, hai quasi ucciso James e poi hai ucciso lei?"

Potè vedere il momento in cui lo zio capì che lui sapeva. "Irwin- ma cosa stai dicendo? Io non ho mai fatto nulla del genere!"

Irwin emise un suono di disapprovazione facendo schioccare la lingua sul palato. "No, zietto, non fa bene mentire. Perché non mi vuoi dire la verità? Oh, ci sono, ci sono!" Assottigliò gli occhi così tanto da far scomparire il verde dai suoi occhi. "Hai paura che io scopra che tu hai fatto un patto con Amaris, d'accordo!" Disse, alzando le mani in segno di resa.

Nestor strinse i pugni. "Ragazzino, attento a come parli."

"Oppure mi uccidi?" Domandò, ad un pelo dal suo naso, mettendo sù i suoi migliori occhioni da cucciolo. "... zietto caro?"

Nestor fu veloce a sguainare la spada, ma Irwin di più. Il re gli fece volare via la spada e lo graffiò sulla gamba, facendo cadere a terra per il dolore. "Stai avendo dei flashback, zietto?"

L'uomo raggiunse, strisciando per terra, la propria spada e si rimise a piedi a fatica. "Non ho mai sopportato i bambini, lo sai?" Disse, prima di fare un affondo che Irwin riuscì a parare in tempo. "Né tantomeno tu e tua sorella, che mi stavate togliendo la possibilità di avere un mio trono!"

Ma certo. Il problema era proprio quello! Nestor aveva manipolato James a scatenargli guerra così che il popolo si fosse ribellato al suo legittimo re, Irwin, così da far salire al trono Nestor.

"Tu sei malato." Disse Irwin, abbassandosi per schivare un colpo. "Hai ammazzato mia sorella e fatto ricadere la colpa su James!"

"Lui ha dichiarato guerra ad Alvagar!"

"Perché tu lo hai manipolato!"

"Beh, hai ragione." Una voce alle sue spalle lo raggiunse: lo zio stava usando di nuovo l'incantesimo di duplicazione.

Adesso due Nestor stavano combattendo contro Irwin, che riusciva comunque a gestire entrambi. Purtroppo non durò molto perché, ben presto, Nestor gli fece volare via la spada.

Irwin gli lanciò contro un incantesimo che lo zio riuscì ad evitare (ovviamente aveva uno scudo protettivo attorno a sè) e, allora, decise di passare al piano B. Avrebbe preferito non arrivare a quello, perché uscire con le mani sporche di sangue non era nei suoi piani, ma lo zio non gli stava dando altra chance.

"Sai, zietto caro, non sei l'unico a saper giocare sporco." Ghignò, prima di schioccare le dita e far comparire James.

"Ciao Nes." Salutò James, affiancando Irwin e cingendogli la vita con un braccio. "Vedo che il tuo naso diventa sempre più simile a quello di Dante Alighieri: adorabile."

Nestor ghignò. "Vedo che tu continui ad essere il cagnolino di mio nipote."

"Uffa!" Piagnucolò James, sbattendo i piedi per terra proprio come avrebbe fatto un bambino. Irwin sorrise, amando il modo che James di affrontare i nemici. "Perché tutti pensate che sia io il cagnolino di Irwin e non il contrario? Si dà il caso che sia lui quello con il collare quando noi.."

Il Medaglione Di AlvagarDonde viven las historias. Descúbrelo ahora