Capitolo ventuno

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"Irwin!" Chiamò Logan, avvicinandosi insieme ad Eleanoire frettolosamente ad Irwin, che stava
combattendo contro un demone. "Finalmente ti abbiamo trovato. Sai-..."

"Sono- un po' impegnato, Log-an..." gli fece notare il re, facendo un affondo nello stomaco della creatura. I demoni erano creature estremamente subdole: potevano rigenerarsi, il che non era affatto d'aiuto ad Irwin, che continuava a tagliare le mani allo stesso demone. L'unico modo per ucciderli era tagliargli la testa, ma quello lì ne aveva sei, quindi Irwin era giustamente confuso.

"Se vuoi ti aspetto." Gracchiò ovviamente sarcastico il mostro, occhi completamente neri e voce proveniente direttamente dalle tenebre più buie.

Irwin finse un sorriso addolcito. "Che carino, davvero! Mi piacerebbe essere tuo amico!" Esclamò, prima di tagliargli in un solo colpo tutte e sei le teste, approfittando dell'ovvia confusione della creatura. "Ma non credo sarà mai possibile, oops." Si strinse nelle spalle, girandosi verso gli amici che lo osservavano con uno sguardo che era un misto tra lo scioccato e l'impressionato. "Quindi, che succede?"

"Nessuno sta sorvegliando l'entrata dal retro." Spiegò Eleanoire, causando nervosismo in Irwin.

"In che senso?"

"Le squadre A1 e A2 si stanno occupando dell'entrata principale, la B2 di quella secondaria, la C1 sta combattendo contro delle dracene in prima linea, mentre la C2 è appena andata in aiuto della B2. E noi stiamo facendo il cortile." Irwin stesso aveva assegnato quei compiti. Quindi sapeva benissimo chi era in quale posizione, ma qualcosa non gli tornava.

"Che fine ha fatto la B1?!" Domandò, stringendo i pugni.

Logan abbassò la testa. "Tutti morti, sire."

Irwin inspirò. Trenta dei suoi soldati erano appena stati uccisi da un gruppo di creature magiche tutto perché una strega oscura voleva vendicarsi di un discendente di colui che l'ha quasi-uccisa.

"Quindi, non abbiamo nessuno che combatta contro i ciclopi sul retro."

Irwin imprecò. In quello stesso istante, la voce di una ragazza gridò dall'altra parte della strada: "Che ne dite di lasciarlo a noi?"

Irwin non era mai stato tanto felice quanto spaventato di vedere qualcuno in vita sua. Un gruppo di trenta ragazze attraversò il cortile principale, indossando magliette e pantaloni mimetici abbinati a degli stivaletti dorati. Molte un'arma al proprio fianco -spada, arco, qualcuna anche un fucile-, mentre altre era chiaro che stessero usando la magia.

La ragazza che guidava il gruppo aveva i capelli biondi con ciocche rosa e viola raccolti in una coda e di stingueva dalle altre per un giacchettino di pelle nera decorato con delle borchie. 

"Ruby!" Esclamò Eleanoire, ed Irwin gemette quando ebbe realizzato chi fosse.

La ragazza era una delle Bandrui più potenti che conoscesse, ma non era abituata a stare nel campo di battaglia. Non sarebbe durata due secondi, ed Irwin non era pronto a perdere anche lei.

"Cosa ci fai qua?!" Strillò Irwin, avanzando verso l'amica. "E chi sono loro?"

La Bandrui inarcò un sopracciglio, chiaramente infastidita dal fatto che Irwin non lo avesse capito prima. "Il mio esercito, no?"

Irwin deglutì e strabuzzò gli occhi. "Il tuo- scusami? Penso di aver capito male."

"Okay, hai presente che due anni fa mi sono iscritta in palestra?" Sbuffò Ruby, annoiata dal doverglielo davvero spiegare. Insomma, gli stava pur sempre salvando la vita e lui si preoccupava di chi fossero le sue amiche? Bah. Uomini!

Irwin annuì, perché ricordava il particolare. La sua amica gli aveva detto che si sarebbe iscritta in palestra per migliorare la sua forma fisica ed, infatti, era effettivamente fatta più muscolosa.

"Ecco, arrivata lì ho scoperto che la palestra," fece delle virgolette in aria con le dita, "Era il nome della gang di cui fanno parte queste ragazze. Io sono semplicemente diventata il loro capo."

Il silenzio fu assordante. Logan, Eleanoire ed Irwin si guardarono tra loro, cercando di capire se tutti e tre avessero sentito bene. A giudicare dalle espressioni, sì: avevano sentito benissimo.

Fu Irwin a rompere il silenzio, massaggiandosi il setto nasale con indice e pollice. "Okay, tralascerò il fatto che nel mio regno ci sia una gang femminile assolutamente illegale di cui non ne ero per niente al corrente e che tu ne sia diventata il capo nel giro di due anni, tenendomela nascosta e tutto il resto, e ti dirò semplicemente grazie." Si sporse verso il gruppo di ragazze. "Ed- ehm... grazie anche a voi, immagino."

"Figurati." Ruby si strinse nelle spalle. "Quei ciclopi non sapranno nemmeno chi li ha fatti fuori." E, detto ciò, fece un grido di battaglia che tutte le ragazze assecondarono, prima di allontanarsi correndo.

Irwin si voltò verso i suoi amici. "Beh, forse la nostra buona stella ogni tanto fa il suo dovere."

Logan annuì, felice.

"Ma sai chi altro dovrebbe fare il suo dovere?" Disse Eleanoire, corrucciando le sopracciglia. "James! Quando diavolo ci mette a parlare con suo padre?"

Irwin scosse la testa. "Sai che non si vedono da molto tempo. Magari hanno parecchie cose di cui parlare."

"... oppure è scappato come il codardo qual è." Sbuffò Eleanoire, beccandosi una gomitata nel fianco da parte di Logan.

"Non aiuti." Sussurrò a denti stretti. "Lo vedi che Irwin è già abbastanza preoccupato? Così non aiuti per niente."

Lei borbottò qualcosa di incomprensibile, mentre Irwin fece un gesto come per scacciare una mosca. "Lascia perdere, Lo'. El potrebbe avere ragione. James ormai manca da quarantotto ore. Mi sa che ha attuato un suo piano di fuga."

Logan roteò gli occhi e si avvicinò all'amico, poggiandogli le mani sulle spalle, non prima di lanciare un'occhiataccia ad Eleanoire. "Amico, ora ti dico io cosa fare: sei un po' stanco, quindi ora ti vai a stendere giusto quel tempo che ti basta per rigenerarti e poi torni e ammazzi tutti i demoni che vuoi."

"Non sono stanco." Borbottò Irwin, perché in realtà non voleva veramente dormire. Aveva paura di sognare di nuovo quella scena, e credeva che non avrebbe potuto farcela.

"Irwin, non dormi da mercoledì." Sbuffò Logan e, prima ancora che Irwin potesse dire qualcosa, aggiunse: "Ed oggi è venerdì. Quindi smamma. Al resto ci pensiamo io, El e Joan." Promise, spingendo l'amico verso una brandina che era stesa all'interno del castello.

"D'accordo, d'accordo..." sbuffò Irwin, soffocando uno sbadiglio. Beh, forse Logan aveva ragione. Che male gli avrebbe fatto dormire un po'?

Il Medaglione Di AlvagarWhere stories live. Discover now