Capitolo diciotto

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"Tu!" Strillò James, aprendo le porte delle stanze di Logan. "Specie di idiota di un succhia sangue! Stavo parlando con Irwin e per colpa di quel pallino che mi hai messo in testa ho fatto la figura del cretin-..." dovette bloccarsi, però, non appena vide Logan ed Eleanoire ad una pericolosa distanza, ed entrambi con le labbra rosse e gonfie. "Oh." Sussurrò, facendo andare gli occhi sui pantaloni quasi tolti di Logan. "Oh!" Esclamò, stavolta con il suo solito ghigno stampato in faccia.

I due, completamente paralizzati, sembrarono risvegliarsi in quel momento dallo stato di trance e si ricomposero velocemente, sciogliendo le loro mani dall'intreccio e sedendosi ai poli opposti del letto di Logan.

"Io-... penso di dover andare." Annunciò Eleanoire, passando davanti a James e venendo riportata sul letto da questo ultimo con un po' di magia.

James sbuffò. "Ho la sensazione che ci sarà bisogno del tuo aiuto, qui. È una cosa veloce, o almeno credo, e poi me ne vado, così potete finire..." indicò con dei gesti confusi delle mani loro. "Beh, qualsiasi cosa steste facendo prima che io vi interrompessi."

Logan sospirò, rivestendosi. "Hai chiesto ad Irwin di sposarlo?"

"Non ancora!" Strillò James, contemporaneamente ad Eleanoire e a Logan che strillarono, rispettivamente un: "Cosa?!" ed un: "Quindi hai intenzione di farlo!"

"Oh mio Dio, lasciatemi finire!" James si massaggiò le tempie. "Beh, abbiamo parlato di cosa vuol dire sposarsi con qualcuno e lui ha cominciato ad elencare tutte le caratteristiche che dovrebbe avere il suo marito ideale e poi ha anche detto che se dovesse scegliere sposerebbe me."

Entrambi gli amici spalancarono gli occhi, cominciando poi a strillare dalla gioia. "Ma è fantastico!" Cinguettò Eleanoire. "Devo dire a Joan di preparare le nozze!"

"Ferma." Ordinò James, roteando gli occhi. "Non gli ho ancora chiesto di sposarmi."

"Ma ti ha praticamente detto che ti sposerebbe!" Gli ricordò Logan.

"Senti, ho avuto paura!" Urlò James, sospirando simultaneamente ai tre amici. "Quindi? Che facciamo?"

"Vuoi proporti?" Domandò Eleanoire, seria come non mai.

James si morse un labbro. "Non è troppo presto? Insomma, non siamo nemmeno ritornati insieme ufficialmente."

I due amici si scambiarono uno sguardo scioccato. "Non state insieme?!"

James sbuffò. "No! Andiamo, ragazzi, tenete il passo. Mi sto lamentando proprio di questo!"

"Okay, aspetta- quindi voi non state nemmeno insieme e tu-," Eleanoire indicò Logan, "Gli parli di matrimonio?!"

Logan si strinse nelle spalle. "Quale miglior modo per tornare insieme adesso?" Ammiccò, facendo sospirare James.

"Posso davvero spuntare e all'improvviso chiedergli di sposarmi?"

"No!" Urlò Eleanoire, sbattendosi una mano sulla fronte. "Tesoro, dovreste prima rimettervi insieme."

Logan si voltò verso di lei, approvando chiaramente l'idea. "Mi piace, sì! Tu hai sempre le migliori idee!"

James annuì, battendo le mani. "Vedi? Sapevo che un aiuto femminile sarebbe stato utile qui."

"Ehi." Minacciò la ragazza. "Questo potrebbe essere offensivo." Quando vide lo sguardo preoccupato di James, scoppiò a ridere. "Scherzo." Confessò, facendolo sospirare.

"Menomale, perché non ho tempo per questo." James cominciò ad elencare, tenendo il conto sulle dita. "Devo andare a scrivere un discorso per Irwin e faccio letteralmente schifo con le parole, quindi potrebbe prendermi tutta la mattinata e devo anche cucinare per Irwin e-..."

"James?" Lo bloccò Logan. "Tu fai letteralmente schifo a cucinare."

"Prendere un vestit-... scusami, Logan?" Si fermò, portandosi una mano al petto per fingersi offeso. "Ho cucinato dei pancake che, contro ogni mia e sicuramente vostra aspettativa, non hanno ucciso nessuno, quindi direi che so cucinare abbastanza bene."

"Okay," sospirò Logan. "Non dire ad Irwin che te l'ho detto, ma lui li aveva ritoccati, quei pancake, perché i tuoi avrebbero probabilmente fatto spuntare un terzo occhio nel migliore dei casi."

James tirò su col naso in modo drammatico. "D'accordo. Fingerò che quest'informazione non mi abbia per niente rovinato il piano della giornata e userò qualche incantesimo per imparare a cucinare."

"E non dimenticarti il posto dove vedervi!" Gli ricordò Eleanoire, facendolo sogghignare.

"Lo farò nel posto dove ci siamo incontrati per la seconda volta: quando abbiamo iniziato veramente a parlare."

"La Torre?" Logan spalancò la bocca, "È un po' troppo luminoso per qualcuno che vuole passare inosservato, non credi?"

James roteò gli occhi al cielo. "Sono o non sono una strega oscura, Logan?"

Il vampiro spalancò gli occhi. "Puoi- puoi davvero controllare il buio?!"

Sia Eleanoire che James lo guardarono come se avesse avuto tre occhi. "... non lo sapevi?"

"No!" Confessò, sembrando sull'orlo di una crisi di nervi. "Pensavo che, tipo, tu ed Irwin aveste gli stessi poteri solo che lui era nato nella parte agiata del Regno e tu in quella meno."

Eleanoire si massaggiò il ponte del naso con due dita. "Quindi non hai nemmeno idea del fatto che James controlla le creature notturne mentre Irwin quelle diurne, giusto?"

"COSA HAI DETTO CHE FANNO?!"

Eleanoire sospirò. "Va bene, Jam, tu vai a preparare il discorso per Irwin. Io rimango qui a dare ripetizioni di conoscenza delle creature magiche a Logan."

"Oh mio Dio, Irwin è una specie di Biancaneve!" Strillò quello, eccitato, facendo sbattere una mano sulla fronte ad Eleanoire.

"Credo che ci sarà molto lavoro da fare." Borbottò, mentre James usciva dalla camera ridacchiando.

"Come mai tanta allegria?" Domandò Irwin, comparendo improvvisamente alle sue spalle e facendolo letteralmente saltare in aria.

"Dio, Irwin, dovresti smetterla di comparire alle mie spalle." Sospirò James, portandosi una mano sul petto. "Comunque, niente di importante. Ah, e stasera ti vengo a prendere alle sette in punto."

Irwin inarcò un sopracciglio e incrociò le braccia al petto. "E dove andiamo? A 'cercare i tuoi poteri'? No, perché l'ultima volta non è finita molto bene, eh..." Disse, con tono chiaramente ironico, e James dovette mordersi un labbro. Poteva aver tralasciato di dire ad Irwin che i suoi poteri fossero stati catalizzati nel medaglione di sua sorella che ora lui custodiva gelosamente in una stanza delle segrete. E poteva aver tentato di rubare le chiavi un paio di volte, fallendo miseramente. Insomma, James avrebbe fatto di tutto pur di non ridicolizzarsi davanti ad Irwin rivelandogli il vero motivo per il quale, tempo prima, avessero intrapreso quel viaggio.

James roteò gli occhi. "Non posso portare il mio primo e unico amore a cena fuori?" Disse, come se fosse la cosa più normale del mondo, ma sapendo benissimo l'effetto che avrebbe avuto sull'altro.

"Oh." Irwin arrossì e cominciò a guardare in basso. "Cioè, se vuoi veramente... intendo, ehm, tipo, grazie, credo?"

James ridacchiò. "Sei adorabile quando sei impacciato." Confessò, prima di stampargli un bacio su una guancia. "Sii puntuale, mi raccomando. Sai che odio aspettare." E dopo avergli fatto un occhiolino e averlo lasciato completamente in piedi nel corridoio, se ne andò.

E a quel punto si permise di andare in panico.

Il Medaglione Di AlvagarWhere stories live. Discover now