Dolci Parole

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Mi spogliai e mi preparai per andare a fare una doccia in modo da rilassarmi per la strana mattinata, asciugai i capelli e una volta finito ricevetti una telefonata da Bebe: //– Ehi splendida, non sapevo come vestirmi e speravo tanto tu mi dessi una mano –// tornai in camera mia e aprii l'armadio poggiando poi il telefono sul letto mettendola in vivavoce – Penso di avere il tuo stesso problema, sai già cosa metteranno le altre? – chiesi iniziando a frugare tra i vestiti //– Wendy metterà il vestito dell'altra sera mentre Heidi mi ha chiesto in prestito una gonna, gliela porto quando passo a prenderla –//  – Che carine, dovremo seguirle e indossare qualcosa di carino anche noi –, tirai fuori dall'armadio un vestito nero a maniche lunghe e le mandai una foto chiedendole un'opinione //– Ti starà divinamente, io sono indecisa tra questi due... –//.

Raggiunsi il parco vicino al centro in un batter d'occhio: oltre al vestito indossavo delle calze felpate color carne coperte da calze più sottili, un cappotto che mi copriva fino alle ginocchia con la mia solita sciarpa e ai piedi un paio di stivaletti. Approfittai del momento di anticipo per sedermi su un'altalena e lasciarmi dondolare tenendo la presa stretta per non cadere; presi un grande sospiro e abbassai la testa per nascondere il naso nella sciarpa fermando l'altalena e stringendo le mani tra loro: – Cavolo se fa freddo... – rimasi un po' gobba per cercare di riprendere un po' di calore finché sentii dei passi veloci correre nella mia direzione. Alzai lo sguardo ritirandomi su e i passi si fermarono di colpo: con uno guardo incredulo si guardò attorno per poi poggiarsi una mano sul petto e riprendere fiato con aria più serena, si abbassò il cappuccio e il colletto del parka come se avesse caldo e si bloccò di colpo non appena mi vide sull'altalena come se gli si fosse mozzato il fiato.

Ci guardammo per un paio di secondi prima che io voltassi la testa quasi imbarazzata dal momento: non avevo idea di che cosa fare e non sapevo cosa ci facesse qui, desideravo soltanto che le mie amiche arrivassero il più presto possibile. Strofinai le mani tra loro guardandole senza spiccare parola ma fortunatamente fu lui a rompere il ghiaccio: – Hai freddo? – Kenny si tolse i guanti e me li porse sedendosi sull'altalena accanto alla mia, – È il minimo che possa fare per scusarmi – si avvicinò un altro po' mettendomi i guanti sotto gli occhi, così li presi e li misi senza pensarci su ringraziandolo per il gesto. – Ti ringrazio... – non sapevo cos'altro aggiungere e rimasi in un silenzio imbarazzante finché non riprese la parola: – Non hai un paio di guanti? – chiese con aria preoccupata: – Come? – alzai la testa verso di lui aggrappandomi all'altalena: – Rischierai di perdere la sensibilità alle dita se continui ad andare in giro senza guanti – poggiò i gomiti sulle cosce sporgendosi in avanti e mettendosi più comodo – Poi rischi di ammalarti con quelle calze sottili – con l'indice indicò le mie gambe sogghignando: – Non preoccuparti, sono ben coperta – ribattei con un sorriso, conoscevo benissimo le voci che giravano su di lui, nonostante il suo atteggiamento distaccato era davvero un pervertito con le ragazze, più di una volta venne sorpreso sbirciare nello spogliatoio delle ragazze e si racconta che questo suo vizio se lo porti dietro fin dalle elementari senza vergogna: – Quindi... sei single? – sobbalzai dalla domanda inaspettata, – E-ehi! – arrossii leggermente dall'imbarazzo e guardai altrove. La tensione aumentava man mano che il tempo passava, Kenny tirò fuori da una tasca un pacchetto di tabacco, prese una cartina e iniziò a farsi un drum; sembrava tranquillo e non mostrava alcun segno di disagio al contrario mio che mi limitavo a guardarmi attorno sperando di non rimanere soli per molto.

Kenny si accese la sigaretta e fece un tiro per poi sospirare profondamente, una nuvola di fumo uscì dalle sue labbra e l'odore del tabacco pervase l'aria circostante: – Fumi? – mi porse la sigaretta ma rifiutai subito l'offerta, volevo evitare di assecondarlo per timore che prendesse troppa confidenza: – Come mai passavi di qui?– chiesi incuriosita, al suo arrivo sembrava essere in ritardo per qualcosa ma decise comunque di fermarsi a parlare con me: – Abbiamo un'appuntamento, no?– accompagnò le sue parole con una risata come se avessi appena fatto una domanda stupida – Le tue amiche dovrebbero averti informato che sareste uscite con il mio gruppo, fu proprio Wendy la prima a proporre l'idea – prese un altro tiro e cominciò a dondolarsi sull'altalena. Quelle parole mi spiazzarono, rimasi a fissare il vuoto per un momento facendomi travolgere dai vari pensieri: perché Wendy ha proposto questa idea? Che cosa aveva in mente? Avrei dovuto prestare attenzione questa mattina ai loro discorsi e non accettare al volo richieste alla cieca, non mi sarei mai immaginata una cosa simile.

Dolce Morte [Kenny×Reader]Where stories live. Discover now