Dolce Notte

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 Bebe si voltò e andò a sedersi accanto a Heidi per evitarmi, non aveva alcuna intenzione di rivolgermi più parola per l'intera serata, mi sentivo tremendamente in colpa, mi rannicchiai con le braccia attorno alle ginocchia e cercai di non farmi sopraffare dalle emozioni: le mie labbra tremavano e mi coprii il volto con le mani, le lacrime iniziarono a farsi strada lungo le mie guance e trattenendo i singhiozzi mi alzai e mi chiusi in bagno prima che qualcuno lo notasse. Provavo paura, paura di perdere una delle mie migliori amiche per non essermi tirata indietro da uno stupido gioco, avevo paura di aver reso tutto più difficile da gestire ora che il danno è stato fatto, avevo paura della reazione di Kenny nei confronti di Kyle ma soprattutto avevo paura dei pensieri delle mie amiche e che le portassero ad odiarmi.

Iniziai a sentire gli altri annunciare la mezzanotte e iniziare a esultare per i festeggiamenti, presi un gran respiro e mi sciacquai il viso per riprendermi e tornare dagli altri ma la porta del bagno sbatté aprendosi: Stan barcollò in fretta verso il gabinetto e inginocchiandosi a terra iniziò a vomitare tenendosi stretto alla tavoletta: – Stan! Ti senti bene? – Wendy accorse in suo soccorso accarezzandogli la schiena e porgendogli un po'di carta igienica per pulirsi la bocca – Quante volte ti ho detto di non esagerare – Stan prese la carta e scansò la ragazza con un colpo: – Non guardarmi, vai via – gli altri si affacciarono alla porta per guardare la scena preoccupati – Andatevene via tutti, lasciatemi in pace – sussultò per un momento per poi rigettare un secondo conato di vomito; sembrava esausto e totalmente fuori di sé, a malapena riusciva a stare in equilibrio ma nonostante tutto non si rendeva conto dello stato pietoso nel quale era. Heidi si avvicinò in soccorso dell'amica che cercava di avvicinarsi ulteriormente ma venendo spinta con ancora più forza ad ogni tentativo: – Wendy, lascialo stare, si riprenderà presto – la aiutò a sollevarsi da terra e la accompagnò nell'altra stanza, la fece sedere sul materasso e le diede un forte abbraccio nel mentre quella scoppiava in lacrime. Io rimasi accanto al lavandino mentre mi pulivo via le ultime gocce d'acqua dal volto e feci cenno agli altri di allontanarsi chiudendo la porta dietro di me lasciando Stan solo in bagno;

Nella stanza cadde nuovamente un velo di sconforto, si stava rivelando un'enorme disastro e ciò stava demoralizzando la povera Wendy: – Io... Io speravo fosse carino organizzare una serata con tutti... non volevo si sentisse male a causa mia... – la sentii singhiozzare e decisi di avvicinarmi per cercare di consolarla sedendomi accanto a lei sul materasso – Sono stata davvero una stupida a fidarmi di lui ancora una volta... – Kyle e Bebe si aggiunsero mettendosi attorno a noi e cercarono di dare una mano mentre Kenny se ne fregò altamente mettendosi a disegnare con un pennarello sul volto di Cartman ancora addormentato sul pavimento.

Quando Wendy si riprese concordammo tutti fosse ormai tempo di dormire e lasciare tutti i problemi alle spalle, sistemammo le nostre cose dal materasso a sopra gli sgabelli e demmo una veloce pulita accantonando bicchieri e bottiglie; al momento di decidere i posti letto decidemmo di cedere il materasso a Heidi e Bebe, era il minimo che potessi fare per non sembrare ulteriormente arrogante nei loro confronti, Wendy andò a recuperare Stan e lo portò tenendolo sotto braccio in camera sua augurandoci la buonanotte e così chiuse la porta dietro di sé. Io e i ragazzi ci spartimmo tre sacchi a pelo, io mi sistemai accanto alle mie amiche mentre loro rimasero sul tappeto, il terreno era freddo ma cercai di abituarmi e chiusi gli occhi per poi crollare in un sonno profondo.

La notte passò molto tranquilla, nel silenzio rimbombava il pesante russare di Cartman, ma per il resto la flebile luce della luna penetrava dalla finestra in cima alla stanza e illuminava giusto un po' la stanza. Aprii gli occhi e controllai l'orario dal mio cellulare, era ancora notte fonda ma sentivo l'urgenza che madre natura mi stava mandando: mi alzai cercando di essere il più silenziosa possibile e andai in bagno per fare pipì. Tirai lo sciacquone e sistemandomi un po' il pigiama, rimasi a guardarmi allo specchio, i miei occhi erano stanchi e i capelli leggermente scompigliati, con le mani cercai di pettinarmi e sciacquai di nuovo la faccia per distrarmi da ulteriori pensieri che stavano per tornarmi in mente. Presi l'asciugamano e mi tamponai la fronte sentendo la porta aprirsi e dei passi leggeri entrare, forse avevo svegliato qualcuno, finii di asciugarmi e alzai lo sguardo ritrovando Kyle poggiato con la schiena alla porta a braccia conserte: – Dovresti essere più silenziosa la notte sai? – mi voltai subito per l'imbarazzo e riposi l'asciugamano: – Scusami, avevo una piccola urgenza – sentii la porta venire chiusa a chiave e le sue mani prendermi i fianchi restando dietro di me – Fermo, non posso assecondarti più... – risposi spostando le sue mani da dosso: – Perché no? Ti ho recato fastidio in qualche modo? Sappi che non era mia intenzione – mi voltai verso di lui e notai l'espressione rattristita sul suo volto, rimase composto al suo posto porgendomi una mano: – Non è per te... è per la mia amica, mi sento come se avessi sbagliato – lui mi sorrise: – Bebe non mi interessa, la trovo troppo rigida, quindi non devi sentirti in colpa per nulla – poggiai la mano sulla sua sentendomi un po' più sollevata: – Non volevo mettermi in mezzo tra voi comunque – si avvicinò e mi fece poggiare l'altra mano sulla sua spalla: – Non dispiacerti, le mie azioni e i miei pensieri non dipendono da te – era davvero una persona come si deve, i suoi gesti erano eleganti e il suo atteggiamento rispettoso, sembrava molto interessato a me ma non si permetteva di darmi pressione.

Rimasti da soli ne approfittó per farsi avanti indisturbato, mi portò gentilmente vicino a sé facendo poggiare la mia testa sul suo petto: – Lasciati andare non sei in pericolo con me – mormorò con tono rassicurante passando una mano tra i miei capelli – Permettimi solo di baciarti ancora una volta – mi alzò la testa avvicinandosi alle mie labbra ma restando comunque a pochi centimetri da esse, rimasi incantata dai suoi occhi verdi che mi studiavano intensamente e presi finalmente l'iniziativa. Ci unimmo nuovamente in un lungo bacio stringendoci l'uno all'altra, il danno era ormai fatto, non potevo altro che seguire il mio istinto: – Sentiti libera di fermarmi... – allontanò di poco le labbra per farmi appoggiare i fianchi al lavandino e iniziare a baciarmi lungo il collo tenendomi per il girovita, le sue mani mi strinsero e mi alzò poggiandomi sul ripiano del bagno, si mise tra le mie gambe e continuò a lasciarmi una scia di baci fin dietro l'orecchio.

Dolce Morte [Kenny×Reader]Where stories live. Discover now