Dolce Tristezza

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Wendy propose di passare il resto della serata a casa sua in occasione del compleanno di Stan, rimasi molto sorpresa all'annuncio: non pensavo fosse di Ottobre, proprio come Karen...
Alzammo i bicchieri e brindammo in segno di festa, dopodiché il mio sguardo si spostò su Kenny che sorridente si gustava una pinta di birra: – Ragazzi siete proprio due alcolizzati del cazzo – la provocazione di Cartman colpì Stan che, prendendola sul personale batté un colpo sul tavolo in segno di fastidio ma Wendy, coprendogli le labbra, si avvicinò al suo orecchio lanciando un'occhiataccia all'amico che non esitò a rispondere – Dai, non prendertela così, lo sai che sto scherzando – finisse il proprio Hamburger che mandò giù bevendo l'ultimo sorso di Double Dew.

Una volta terminata la cena ci alzammo dal tavolo e mentre gli altri si misero in fila per pagare il conto accompagnai Bebe in bagno: – Certo che sei stata proprio sfortunata - poggiò la borsa nello spazio tra un lavandino e l'altro, tirando fuori un rossetto rosso e un tubetto di mascara. Si avvicinò allo specchio iniziando a sistemarsi il trucco: – Cosa intendi dire, scusa? – incrociai le braccia e mi appoggiai con i fianchi al ripiano dando dando la schiena al grande specchio che ricopriva la parete: – Nel senso, a Heidi stranamente piace molto il carattere di Cartman, è evidente, pensa sempre di poter cambiare le persone in meglio quell'ingenua – prese un pezzo di carta dal dispenser e bagnandolo un po' definì il contorno delle labbra togliendo le possibili sbavature: - Kenny potrebbe non essere la persona più educata del mondo ma possiede un lato più tenero di quanto pensassi – Bebe scoppiò in una risata divertita: – Non posso credere che tu abbia un debole per lui, i pervertiti resteranno sempre tali - iniziò a ripassarsi il mascara - non mi sorprenderei se ti tradisse alla prima occasione, certo questo solamente se deciderai di frequentarlo - la lasciai finire di parlare rimanendo in silenzio, aveva in parte ragione, conosceva bene quanto mi facessi condizionare dalle emozioni e le sue parole, seppur suonassero sfacciate, erano solamente degli avvertimenti.

Uscimmo dal bagno, passammo alla cassa per pagare il conto e raggiungemmo gli altri al di fuori del locale. Si era fatta ormai sera e il sole era ormai tramontato, il cielo era dipinto di un leggero color rosso che sfumava nel blu della notte dal lato opposto delle colline. Heidi stava parlando al telefono poco più lontana dal gruppo insieme a Cartman mentre Kyle e Wendy si stavano scambiando dei libri appena acquistati con accanto il povero Stan completamente disinteressato dal discorso. Approfittai del momento per chiamare anch'io mia madre per avvertirla che sarei rimasta a dormire da Wendy con le altre e sarei tornata la domenica mattina: non le dissi nulla riguardo i ragazzi per evitare che si preoccupasse troppo o mi imponesse di fare ritorno a casa. – Ora che ci siamo tutti possiamo avviarci, per i vostri vestiti non preoccupatevi posso prestarvi qualcosa di mio – Wendy prese l'iniziativa facendoci strada mettendosi a capo della fila vicino a Heidi che, ancora al telefono, cercava di aiutarla a convincere la madre dandole più informazioni sul programma della serata. Kenny, rimasto in disparte a fumare una sigaretta, chiuse la fila insieme a Cartman. Spegnendo la fiamma sulla mano dell'amico come una sorta di vendetta per l'avergli dato dell'alcolizzato, si tirò su il cappuccio coprendosi come al solito man mano che il freddo della sera; Bebe tornò felicemente da Kyle prendendolo a braccetto e di conseguenza rimasi accoppiata con Stan.

Prima di avvicinarmi gli sorrisi e mi misi al suo fianco, lui ricambiò accennando a un sorriso per poi voltarsi in avanti, tirare fuori un paio di cuffie dalla tasca e iniziare ad ascoltare la musica senza rivolgermi la parola durante il viaggio: sembrava una persona del tutto diversa degli altri suoi amici: agiva in maniera distaccata. I suoi occhi erano spenti fermi a fissare il vuoto con il capo leggermente chinato e, con le mani in tasca, continuava ad avanzare in silenzio; la sua postura chiusa e priva di energia sembrava circondata da un'aura negativa, quasi triste o malinconica.

Solitamente si dice che le persone più tristi facciano del loro meglio per rendere felici gli altri perché sanno cosa vuol dire sentirsi assolutamente inutili e non vogliono che nessun altro si senta così, perché ci sono ferite che non si mostrano sul corpo ma possono essere più profonde e dolorose di qualsiasi cosa che sanguini. Alcuni miei coetanei ultimamente, hanno trovato compagnia attraverso l'ebbrezza: li rende socievoli finché l'effetto non svanisce, tuttavia Stan sembrava spaventato e stanco allo stesso tempo. So cosa si prova ad avere paura del fallimento ma nessuna voglia di essere produttivi, so cosa si prova a volere amici ma odiare socializzare, so cosa si prova a voler essere soli ma non volerlo essere allo stesso tempo: puoi trattenerti dalle sofferenze del mondo ma forse è proprio questo trattenersi l'unica sofferenza che si potrebbe evitare.

 Provai ad attirare la sua attenzione cercando di attaccare bottone e incominciare una conversazione ma, ad ogni tentativo, finivo per ottenere risposte piatte e sbrigative: – Capisco che stai cercando di essere amichevole nei miei confronti ma non penso di sentirmi in vena di parlare – mi rispose di punto in bianco rivolgendomi un'espressione seria e guardandomi dritto negli occhi; alzai le mani con i palmi verso di lui, mi scusai per avergli recato disturbo ma prima che potessi spiegarmi meglio, lui ritornò alla sua solita posizione per poi velocizzare il passo allontanandosi da me come se nulla fosse accaduto.

Restai abbastanza infastidita dal suo comportamento, non aveva alcun motivo per trattarmi così, lo seguii per tornargli a fianco e cercai di insistere un po' di più: – Non potresti sforzarti anche solo un po' di essere amichevole? Stiamo andando tutti da Wendy per te, dovresti esserne felice invece di comportarti in modo così schivo - lui sbuffò roteando gli occhi ma non mi diede alcuna risposta – Se non ti sto simpatica fammelo sapere subito, non mi piace essere ignorata e se hai qualche problema con me dovresti dirmelo – prese un altro respiro profondo e aprì leggermente la bocca come per parlare ma la richiuse subito come se si volesse trattenere, si limitò a voltare la testa e a farmi un dito medio – Ti consideravo meno stronzo – all'ultima parola mi fermai notandolo reagire finalmente: – Non mi rompere i coglioni brutta troia, se non voglio parlare, non costringermi – strinse i pugni e voltandosi nella mia direzione mi puntò il dito contro – Stai sorpassando una linea che solo in pochi hanno il coraggio di varcare – il suo tono era fermo e coinciso, il suo sguardo sarebbe riuscito a mettere in soggezione chiunque e le sue braccia, che tremavano per la rabbia, mi afferrarono le spalle e Stan si abbassò alla mia altezza – Sono stato chiaro o devo farti un cazzo di disegno? – il mio corpo non riusciva a muoversi, mi sentii gelare il sangue e iniziai a temere di aver davvero esagerato. Per mia fortuna Kyle, sentendo l'amico, venne in mio soccorso prendendolo per mano e portandolo in fondo al gruppo con sé cercando di calmarlo; rimasi in silenzio durante tutto il tragitto sentendomi in colpa per aver creato scompiglio nuovamente.

Una volta giunti a casa di Wendy scendemmo tutti nel suo scantinato e poggiammo le nostre cose in un'angolo: la stanza era interamente dipinta di un verde olivastro con i muri tappezzati da poster, assomigliava molto a un grande salotto, al centro della stanza vi era un largo tappeto quadrato, più a lato un materasso era disposto a terra con sopra cuscino e coperte con sopra due paia di sacchi a pelo piegati mentre a sinistra dell'ingresso c'era una sorta di bar, presumibilmente del padre, con gli scaffali pieni di bottiglie, bicchieri e un bancone sul quale erano già poggiate un paio di bottiglie di vino. – Questa è la cantina di mio padre ma mi ha permesso di utilizzarla per stasera – Wendy dopodiché si avvicinò a un'armadio e prese uno stereo che posizionò a terra sul tappeto.


Dolce Morte [Kenny×Reader]Waar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu