Dolce Stretta

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 Rimanemmo io, Bebe Kyle e Kenny: – Dunque... voi due leggete? – Kyle mise le mani in tasca e ci guardò incuriosito e subito a Bebe si illuminarono gli occhi udendo le sue parole: – io sì, possiamo passare in libreria se ti va – rispose emozionata battendo le mani in segno di emozione. Lui le porse il braccio e se lo fece stringere dalla ragazza per poi farci un cenno e allontanarsi con lei verso la libreria: Bebe è una ragazza intelligente e ambiziosa alla quale piace impegnarsi in tutto quello che fa, non ci sarebbero stati dubbi sul fatto che sarebbe finita in coppia con Kyle, ha un debole per i ragazzi per bene che farebbero di tutto per proteggerla.

Così rimanemmo di nuovo soli... sentivo il suo sguardo addosso, come un leone che guarda la sua preda, si avvicinò lentamente non lasciandomi via di scampo; indietreggiai un po' intimorita, per la prima volta nella mia vita mi sentii in pericolo di fronte a un ragazzo: – Che coincidenza, non trovi? – si passò un pollice sul labbro inferiore sogghignando divertito guardandomi dall'alto in basso – Come posso fare per attirare la tua attenzione? – sentivo come se mi stesse mangiando con i suoi occhi azzurri, iniziai a sentirmi quasi senza fiato innanzi alla sua presenza, chinai il capo senza distaccare lo sguardo da lui e mi portai le mani davanti al petto a palmi aperti: – Che stai facendo, non avrai mica paura di me? – mi afferrò una mano e con uno strattone mi portò contro di lui e avvolgendo un braccio attorno alle mie spalle riuscì a tenermi bloccata. Sentii il mio cuore  saltare un battito mentre venivo stretta di nuovo dalla sua presa, a differenza di Kyle lui era leggermente più basso e il suo tocco a confronto era molto più grezzo e meno delicato.

Dopo un paio di secondi lasciò il mio braccio e spostò la mano sotto il mio mento sollevandolo con due dita: – Sai che sei molto semplice da leggere? Non pensare di potermi scampare così facilmente dopo tutti gli sguardi che mi hai lanciato oggi – lo ha notato, nonostante fosse stato il primo a cominciare ha deciso di addossare tutta la colpa su di me: – N-non è come sembra... – tentai di ribattere ma sembrava non li interessasse, era pienamente convinto di avere il controllo su di me e di poter giocare a suo piacimento. La sua stretta si fece più morbida e mi accarezzò una guancia con il pollice: – Kenny... non penso di essere interessata a un rapporto del genere con te... – gli sfuggì una risata e il suo braccio dalle mie spalle scese sui fianchi infilando la mano tra me e il cappotto accarezzandomi la vita: – Non sono geloso, tranquilla – arrossii e poggiai subito le mani sul suo petto per spingerlo e allontanarlo un po', il suo volto mostrava un'espressione divertita e sicura di sé e alzando le mani fingendosi colpevole mi lasciò senza obiezioni.

Un brivido mi pervase la schiena al solo pensiero di quello che era appena successo, non ero mai stata toccata in quel modo da nessuno e tralasciando l'imbarazzo e l'emozione è stata una bella sensazione ma non potevo permettere a un pervertito come Kenny di prendermi in giro in questo modo; mi sistemai la borsa in spalla e feci due ulteriori passi indietro: – Io... dovrei tornare a casa... – cercai una veloce scusa per sfuggire dalla situazione e mi voltai per ripercorrere la strada di casa ma venni di nuovo afferrata per una spalla e tirata indietro sempre da lui: – Oh, mi piacciono le ragazze timide, permettimi di ricominciare e offrirti qualcosa – mormorò queste parole al mio orecchio accarezzandomi per cercare di convincermi, ogni suo tocco mi faceva rabbrividire come se all'improvviso riuscisse a controllare le mie sensazioni e alla fine dovetti cedere alla sua offerta.

Un po' imbarazzata dallo strano flirt da parte di Kenny lo seguii in un bar, ci accomodammo in un tavolo e ordinammo due caffè; poggiai il cappotto sullo schienale della sedia e durante l'attesa rimasi composta con le mani poggiate sulle cosce osservandomi attorno: il locale era spazioso con una grande vetrata sulla quale affacciava il nostro tavolo, gli scaffali e le decorazioni in legno renavano l'atmosfera molto rudimentale e numerosi fiori donavano colore all'ambiente con foglie e piante rampicanti che pendevano dai vasi dando l'impressione come se fossimo nel mezzo di un giardino. Quando posai di nuovo la vista su Kenny notai che si voltò improvvisamente, che mi stesse guardando di nuovo? Poggiai una mano sul tavolo con il palmo rivolto verso l'alto e allungando un piede da sotto il tavolo gli toccai la gamba per attirare di nuovo la sua attenzione; provai a fare un gesto carino nei suoi confronti, non aveva ancora spiccato parola, si limitava a incrociare i miei occhi per poco meno di un secondo come se non volesse ammettere di aver esagerato.

Gli diedi un altro colpetto con il piede e riuscii ad attirare la sua attenzione, voltò la testa nella mia direzione e notò subito la mia mano verso di lui: – Puoi prenderla se vuoi, ma a patto che tu non sia più così diretto nel flirtare con me... – Kenny prese la mia mano per poi lasciare un leggero bacio sul dorso una volta sfilato il guanto: – Come preferisci mia cara, sarò più delicato – mi rassicurò con un tono più dolce poggiando il guanto sul tavolo e porgendomi a sua volta la mano per riprendere anche l'altro. – Ecco i vostri caffè ragazzi – una cameriera poggiò il vassoio, ci servì le due tazzine di caffè e ci lasciò un piccolo contenitore con varie tipologie di zucchero per poi recuperare il vassoio e tornare dietro il bancone. Presi una bustina e ne svuotai l'intero contenuto nel caffè per poi mescolarlo con il cucchiaino: – Sai, non è quello che ordino di solito ma penso vada bene comunque – ne presi un sorso nel mentre osservavo Kenny: non aggiunse nemmeno un po'di zucchero e lo bevve tutto d'un fiato quasi forzatamente; notai un leggero accenno di disgusto nella sua espressione, presi un altro sorso e curiosa per la sua buffa reazione decisi di chiedergli il motivo di essa: – Cosa? Quale espressione... eheh... – sentivo che mi stava nascondendo qualcosa e ciò non fece altro che aumentare la mia curiosità: – Dimmi la verità, non si costruisce un rapporto sulle menzogne – insistetti finendo il mio caffè e sporgendomi un po' verso di lui poggiando i gomiti sul tavolo e incrociando le braccia; lo sentii esitare un momento prima di svelarmi la verità: – V-va bene, di solito metto un bel po' di zucchero... non mi piace il caffè amaro... – voleva solamente fare bella figura davanti a me senza apparire infantile secondo i suoi criteri, dopotutto nasconde un lato davvero tenero dietro quegli strati di sfacciataggine. Riuscimmo ad avere una lunga chiacchierata tra di noi alquanto piacevole che ci permise di conoscerci meglio, scoprii tante cose riguardo Kenny che prima non avrei mai immaginato.

Dolce Morte [Kenny×Reader]Where stories live. Discover now