Dolce Salvezza

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Kenny si era fermato sulla scalinata della scuola per fumare un po'prima di fare ritorno a casa, non riusciva a sopportare il pensiero di essersi fatto soffiare una ragazza da sotto il naso così facilmente. Il forte rumore della porta interruppe i suoi pensieri e lo fece sobbalzare in piedi d'istinto e si voltò a vedere la scena: – Non osare scappare via da me – Kyle mi afferrò il cappotto ma io scivolai via da esso cadendo dal primo scalino della rampa di scale e finii tra le braccia di Kenny che aveva appena assistito alla scena. I due rimasero a guardarsi, Kenny era incazzato come non mai, mentre Kyle si mise il mio cappotto sotto braccio e iniziò a ridere di gusto.

Non avevo la più pallida idea di quello che stesse succedendo ma ero davvero contenta che Kenny fosse qui, ero così sconvolta dalla situazione che senza accorgermene iniziai a tremare per il freddo. – Che cosa è successo? Perché la rincorrevi? – chiese il biondo buttando il mozzicone a terra e abbracciandomi poggiando una mano sulla mia testa: – Non osare aprire quella bocca o vedrai la fine che ti farò fare – mi coprii subito la bocca, mi stava davvero minacciando per una cosa del genere? – Ti sto parlando, esigo una risposta, che cosa le hai fatto? – Kenny si tolse il parka e me lo mise sulle spalle coprendomi anche la testa con il cappuccio, mi spostò a lato delle scale e si fece avanti verso l'amico restando in canottiera.

Mi coprii le orecchie e rimasi a guardare dalla parte opposta, provavo di nuovo quell'enorme sentimento di paura, paura per me stessa, la mia reputazione ma soprattutto per come le cose sarebbero andate a finire tra quei due. Li sentivo discutere nonostante avessi le orecchie coperte, litigavano pesantemente finché  non vidi Kenny rotolare giù dalle scale: mi venne una fitta al cuore nel vedere la scena, Kyle gli si avvicinò e i due iniziarono ad accanirsi l'uno sull'altro tirandosi pugni e rotolando sulla neve. Chiusi gli occhi stringendomi su me stessa per estraniarmi da tutto, non sapevo cosa fare e non volevo rischiare di mettermi in mezzo e ricevere lo stesso trattamento di Kenny quindi attesi finché i due non si placarono.
Al termine dello scontro Kyle si stava allontanando zoppicando con le mani tra le gambe e Kenny era steso sul terreno ricoperto di lividi: mi avvicinai a lui e mentre lo aiutavo a sedersi, gli restituii il parka mettendoglielo sulle spalle; lì vicino inoltre c'era in terra il mio capotto, lo presi spolverandolo dalla neve e me lo misi per poi porgere una mano al ragazzo e aiutarlo ad alzarsi: – Ti ringrazio per avermi difeso... – lo abbracciai cercando di non fargli male e mi offrii di accompagnarlo fino a casa.

– Abito in fondo alla via, oltre la stazione – indicò con un dito mentre ci avviammo sul marciapiede – Non vorrei scomodarti facendoti fare tutta la strada – lo rassicurai con un sorriso: – È il minimo che possa fare, mi hai davvero salvato la vita – il suo volto era raggiante di gioia nonostante avesse appena fatto a botte, si strofinava le braccia cercando di farsi calore nel mentre continuava a camminare – Nonostante Kyle sia più grande ne sei uscito piuttosto bene, in confronto a te stava zoppicando – mi strofinai anch'io le mani tra loro portandole vicino alla bocca nel mentre lo squadravo da testa a piedi: – A casa facevo spesso a botte con mio fratello quindi ho imparato a difendermi per bene – mi fermò e si tolse i guanti per mettermeli sulle mani, più tempo trascorrevo in sua compagnia più si stava dimostrando una persona davvero tenera e gentile; durante il tragitto cercai di nascondergli più dettagli possibili riguardo l'accaduto nello sgabuzzino e accennai soltanto ad alcuni momenti: – Quel bastardo, è proprio un cascamorto, sapevo fosse stato rifiutato un sacco di ragazze ma non avevo idea del perché, grazie a te ora capisco molto meglio – detto ciò cercammo di cambiare argomento per lasciare alle spalle l'accaduto: ci sfiorammo un paio di volte le mani ma Kenny cercava di allontanarsi stiracchiandosi o cercando comunque di nasconderlo.

Una volta arrivati nei pressi dei binari del treno mi tese la mano per aiutarmi a passare senza inciampare, dopodiché la lasciò e mi fece strada fino a casa sua; aprì la porta e con un cenno mi invitò a entrare: sembrava come entrare in un'edificio abbandonato, il pavimento era macchiato e le pareti rovinate e piene di disegni, un forte odore di alcol e muffa riempiva la stanza a causa delle numerose lattine di birra sparse per il salotto. – Scusa per il disordine, non aspettavo visite quindi non ho fatto in tempo a mettere in ordine – mi coprii naso e bocca con una mano non riuscendo a sopportare il cattivo odore – Vieni, ti mostro la mia stanza – ci spostammo in un'altra stanza, anche questa era spoglia e sporca ma una volta chiusa la porta e aperte le finestre quell'odore pungente si affievolì: – Dev'essere molto difficile per voi vivere così – Kenny mi sorrise sedendosi sul letto e spingendo con un piede delle riviste sotto di esso: – Non preoccuparti, ci si fa l'abitudine – per la stanza potevo notare i numerosi poster di band rock e modelle che nascondevano probabilmente dei pezzi di vernice staccata dal muro, un'anta del suo armadio era spezzata e all'interno si intravedevano alcuni vestiti stracciati, del veleno per topi, uno strano piedistallo di ferro con una pettorina attaccata, un piccolo costume da supereroe e una bicicletta con la ruota anteriore mancante: – Camera tua sembra quasi un garage – indicai la bicicletta nel suo armadio e mi avvicinai a lui: – Non si sa mai, magari un giorno trovo una ruota da attaccare – alzò le spalle e aprì la zip del giacchetto – Puoi appoggiare le tue cose sul baule, non vorrei si sporcassero a terra – frugò nella sua tasca e, per non alzarsi, si allungò per poggiare il telefono sul baule in fondo al letto. Poggiai anch'io la borsa soffermandomi a dare un'occhiata agli oggetti poggiati sopra: aveva un telefono a conchiglia poggiato accanto a una rivista di macchine e a un pettine; allungai lo sguardo anche alla cassettiera alla mia destra, da uno dei cassetti fuoriusciva un lenzuolo mentre sopra vi erano alcuni mazzi di carte. Mi avvicinai per prenderne uno e osservarlo meglio mentre Kenny mi seguiva con lo sguardo poggiando le mani sul materasso: erano carte collezionabili di Magic, un gioco che andava molto di moda quando eravamo più piccoli, guardai qualche carta e poggiai nuovamente il mazzo accanto a una boccetta di disinfettante e una bustina con un paio di aghi e una forcipe da piercer. Rimasi sorpresa alla vista di certi attrezzi e mi voltai subito verso di lui: – Perché quella faccia cos'hai visto? – mi chiese incuriosito con un gran sorriso stampato in volto, tornai per sedermi vicino a lui, controllai le sue orecchie e feci caso ai piercing che possedeva, mi venne subito un dubbio che stimolò la mia curiosità. Lui mi spiegò che per noia aveva iniziato a farseli da solo guardando dei video dal telefono del fratello e per qualche soldo li aveva fatti anche a qualche amico a prezzo dimezzato, restai completamente a bocca aperta, Kenny era davvero pieno di sorprese e soprattutto riuscivo a sentirmi davvero bene con lui. Inoltre notai che durante tutto il tragitto evitò di avvicinarsi troppo rimanendo in maniera più composta: – Oggi sei molto meno flirtante del solito – mi tolsi i guanti e poggiai una mano sulla sua: – Non volevo farti sentire a disagio dopo quello che è successo, temevo di darti fastidio – 

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⏰ Last updated: Oct 24, 2023 ⏰

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Dolce Morte [Kenny×Reader]Where stories live. Discover now