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Gon, preoccupato e con gli occhi già pieni di lacrime non appena sorpassato l'ingresso dell'ospedale, finalmente riuscì ad entrare nella stessa camera in cui era ricoverato Killua.
Aveva delle garze un po' dappertutto, anche sulla fronte, e la gamba ingessata.
Una flebo gli stava facendo una trasfusione.
Nonostante questo, anche da addormentato e in quelle condizioni pensò che fosse bellissimo.
Nella stanza c'erano, oltre a lui, un ragazzo molto alto e dai capelli lunghi e scuri e una ragazzina con una fascia un po' strana sulla fronte.
"Salve" disse lui per primo, attirando l'attenzione degli altri due.
"Tu devi essere Rodolfo." spiegò Alluka, con gli occhi consumati dal pianto.
"Sì, sono io, anche se il mio nome non é proprio.. ahh chi se ne frega!" esclamò, nervoso e sull'orlo del pianto, avvicinandosi alla figura di quello che sembrava un angelo dormiente.
Gli mancano solo le ali pensò.
"I dottori vi hanno detto qualcosa..? Magari una possibile data di risveglio o..?"
"Nulla di nulla, ragazzino." parlò il ragazzo alto, con un'aria piuttosto inquietante, ma triste.
"Tu chi saresti?" chiese.
"Uhm.. mi chiamo Gon, sono un amico di Kil."
"Mai sentito il tuo nome."
"Sono davvero amici Illumi, smettila di fare lo stronzo e preoccupati di più per le sue condizioni! Non lo capisci che potrebbe non svegliarsi mai più!?" urlò Alluka, scoppiando in un pianto disperato.
Lo stesso fece Gon, non appena sentì quelle parole tanto autoritarie quanto indifese.
Minuti trascorsi in silenzio, nessuno disse nulla.
Illumi si mise a guardare fuori dalla finestra, Alluka era scappata in bagno.
Gon si stava asciugando le lacrime con un fazzoletto.
Dopodiché si prese un po' di tempo per contemplare il viso del ragazzo che tanto gli piaceva.
Espressione rilassata, ma pallido come non mai. Sperava con tutto il cuore che le trasfusioni gli facessero tornare il suo colorito di prima, anche se non era comunque chissà quanto più scuro.
Labbra chiuse, secche, ciglia lunghe e naso alla francese.
É bellissimo.
Rifletté però che avrebbe tanto voluto pensarlo in un altro contesto, magari in un ristorante mentre cenavano assieme, o, più verosimilmente, a scuola, ma di certo non in un ospedale.
Si accertò che Illumi non stesse guardando, ed iniziò ad accarezzargli delicatamente i capelli, per poi scendere alla guancia.
Gli occhi gli si facevano più lucidi ad ogni tocco.
Si avvicinò al suo orecchio e, piano piano, gli sussurrò qualcosa che solo loro due udirono.
"Non posso perderti." gli disse, con una voce dolce, ma anche molte triste e preoccupata.
"Ti amo." continuò, con le gote rosse sia per il pianto che per la vergogna di star dicendo tutto ciò con quello che probabilmente era suo fratello maggiore nella stessa stanza.
Spero che non mi senta. pensò.
"Ti prego, svegliati. Ci sono ancora troppe cose su di te che non so. Dobbiamo parlare ancora di ciò che ci piace.. e io non posso sostituirti adesso. Non posso farlo."
Iniziò a singhiozzare.
"Ti prego torna."
Un'ultima frase con tono disperato, prima che l'infermiera entrasse.
Gon cercò di nascondere il viso per l'imbarazzo, e di essere dritto e composto.
"Ci sono novità?" chiese Illumi, alzandosi in piedi, ansioso.
"Effettivamente sì: vi confermo finalmente che Killua non é più in pericolo di vita!" disse lei, con un sorriso sincero.
Anche Illumi per un secondo é sembrato sinceramente felice.
"Grazie mille. Quando si risveglierà?"
"Questo non lo sappiamo purtroppo. Mi spiace."
"No, no, non ce n'é bisogno. Grazie ancora per averlo salvato."
"Sì! Grazie, grazie!" scattò Gon, alzandosi e abbracciando l'infermiera.
"Oddio! Ma sei scemo? Torna subito qui e non darle fastidio! Mi scusi.. io non lo conosco." urlò nervoso Illumi.
"Ma no, non c'é problema!" ricambiò lei.
Non appena l'infermiera abbandonò la stanza, Alluka rientrò.
"Cos'é successo?"
"Nostro fratello é salvo. Non é più in pericolo di vita."
Alluka ricominciò a piangere come una bambina.
"Cosa? Sul serio?" cadde per terra, con Gon che cercava di aiutarla ad alzarsi ed Illumi che diceva di tirarsi su perché era sporco.
"Grazie, grazie mio Dio! Qualcosa di buono l'hai fatta davvero dopo tutte le mie preghiere! Grazie...!"
E così, con tutte quelle lacrime versate, sia di tristezza che di gioia, Gon lasciò l'ospedale, lasciando un biglietto a Killua, sperando che si svegliasse il prima possibile per leggerlo.

𝘎.  «𝗞𝗶𝗹𝗹𝘂𝗴𝗼𝗻»Where stories live. Discover now