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Il giorno dopo a scuola.

L'albino, solo per quel giorno, era arrivato in anticipo per incontrare Gon.
Voleva parlargli e risolvere tutti i malintesi che si erano creati fra di loro.
Si sentiva in colpa: lo sapeva che il verde non avrebbe mai voluto che scoprisse chi fosse, ma l'idea che qualcuno potesse conquistarlo al posto suo gli faceva venire il voltastomaco.
Era davanti al cancello già da quindici minuti.
Stava pensando a cosa dirgli senza farlo arrabbiare o intristire, ma non ne ebbe il tempo.
Lo vide scendere dal pullman con gli auricolari alle orecchie.
Guardava in basso e aveva un po' di occhiaie.
Non ha dormito pensò Killua.
Una stretta al cuore.
Non voleva che lo ignorasse, perciò, senza farsi vedere, gli andò dietro e gli afferrò il braccio senza che se ne accorgesse.
Si girò e i suoi occhi diventarono poco più lucidi.
Era spaventato.
"Cosa c'é?" gli chiese, senza togliere le cuffiette.
Killua poteva sentire la musica che stava ascoltando.
"Hai capito male ieri, non voglio affatto tagliare i rapporti." disse, leggermente più sereno dopo essere riuscito a pronunciare quelle parole che tanto aveva ripetuto nella sua mente.
Lo sguardo di Gon si fece stupito, ma i suoi occhi ricevettero un luccichio di speranza.
"Che vuoi dire?" domandò, togliendosi gli auricolari dalle orecchie e chiudendo Spotify.
"Voglio dire che sei un coglione e che ti fai mille paranoie per niente."
"Cazzo ma ti senti!?" ora era leggermente nervoso.
Non capiva.
"Dopo avermi detto di aver scoperto la mia identità e di volermi chiedere una cosa, che avrei dovuto pensare secondo te?" esclamò, con il labbro che tremava, staccando la mano dell'altro.
"Beh, sei troppo affrettato cazzo!"
Silenzio.

"Allora? Cosa volevi dirmi?"

Killua iniziò ad arrossire.
Non voleva esprimergli i suoi sentimenti, non ancora.
Era troppo presto, voleva conoscerlo meglio, trascorrere del tempo con lui.
Ma non poteva non rispondergli.
Perciò si fece coraggio, un bel respiro e parlò, determinato.

"Volevo chiederti di uscire a San Valentino."

Gon si paralizzò per un attimo.
Aveva sentito bene?
Killua, il ragazzo perfetto, stava chiedendo di passare San Valentino insieme proprio a lui?
Le sue guance diventarono tutte rosse.
La sua voce tremolava un pochino.

"Cosa?"

Anche l'albino era un po' imbarazzato, ma tutto questo lo rendeva felice.
Pensò che Gon fosse davvero carino.

"Noi due da soli. Al cinema magari.. che dici?"

Il verde non poteva credere alle sue orecchie.
Piano gli si avvicinò e lo abbracciò.
Killua poteva benissimo sentire le sue gambe che tremavano leggermente.

"Pensavo mi odiassi."

Tre semplici parole fecero sentire Killua tremendamente in colpa.
Se non avesse indugiato a comunicarglielo, non l'avrebbe mai creduto.

"Come potrei odiarti dopo tutte le cose carine che hai fatto per me? Le cose che mi hai detto all'ospe-"
"No! Non se ne parla! Argomento tabù, cazzo! Zitto!" si staccò l'altro, vergognandosi a dismisura e tappandosi le orecchie.
"Non c'é niente di male in quello che hai-"

"Hey Gooooon! Come va? Chi é questo?"
Un ragazzino dalla testa rasata e le sopracciglia molto folte arrivò tutto allegro con un panino al salame in bocca.
Panino al salame come colazione, che problemi ha questo tizio? pensò l'albino.
"Heeeey Zushi! Già già ti ricordi quel compito di inglese?" chiese Gon, con un sorriso tirato.
"N-"
"Ecco, mi serve il tuo aiuto! Andiamo!" concluse, trascinandolo via.

"Hey Gon, aspetta!" esclamò Killua, con le gote rosse.
"Cosa?" si girò l'altro, ancora imbarazzato, ma felice.
"Quindi..? Ti va?"

...

"Certo che mi va, deficiente!"

E così entrarono in classe, senza seguire però nessuna lezione.
In testa avevano altri pensieri.
Ad esempio..
Che film avrebbero potuto vedere?

Angolo di una mangiatrice di sedie

FIGRIGUOVEUFE NON LO SO MI SEMBRA CRINGISSIMO

𝘎.  «𝗞𝗶𝗹𝗹𝘂𝗴𝗼𝗻»Nơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ