parte tre

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Quantico, ufficio SC

Lindsey: sei una fan dei drakes, Michelle?
Michelle: ah, il mio berretto? Si, più o meno. Mai quanto mio padre. Questo è... questo era il suo berretto.
Dowson: d'accordo. Ora dimmi, conosci questa persona?
Lindsey: o ti ricorda qualcuno che conosci? Fai pure con calma.
Dowson: quest'uomo è il responsabile di molte sparatorie, incluse...
Michelle: sembra... sembra il mio ragazzo, ma non lo farebbe mai. È una bravo ragazzo, è solo che... beh, se l'è passata male.
Lindsey: in che senso?
Michelle: la sua famiglia... non stanno bene economicamente e penso che suo padre lo picchiasse. È stato vittima di bullismo a scuola e per un po' di tempo ha frequentato... gente poco raccomandabile.
Dowson: quindi come mai una ragazza come te si mette insieme a un ragazzo come lui?
Michelle: sembra una persona cattiva, ma è davvero un bravo ragazzo! Mi ama. E sta cercando di costruirsi una vita migliore...
Dowson: uccidendo?
Michelle: possiamo... possiamo fare una pausa? Ho bisogno di un momento...
Lindsey: capisco. Prenditi il tempo che ti serve.

Lindsey e Dowson si allontanano un po' dalla ragazza parlando tra di loro e mettendosi d'accordo su come comportarsi con Michelle. Dopo un po' ritornano da lei iniziando di nuovo con le domande.

Lindsey: che cosa ne pensava tuo padre della sua relazione, Michelle?
Michelle: la odiava. Aveva buttato il mio ragazzo fuori casa quando ci ha trovati in camera mia e lui c'era rimasto molto male. Cioè... diceva che è assurdo che mio padre decida che non possiamo stare insieme.
Dowson: quando è successo?
Michelle: venerdì scorso.
Dowson: il giorno prima che tuo padre venisse ucciso?
Michelle: ... no! Impossibile! Non farebbe mai una cosa simile! Ascoltatemi, io volevo molto bene a mio padre, ma... era un uomo complicato e il suo lavoro... lo sentivo sempre urlare al telefono. Penso che così... si sia fatto tanti nemici, ne sono certa.
Lindsey: ora il tuo ragazzo dove si trova?
Michelle: non lo so. Mi ha telefonato il giorno dopo la morte di mio padre per dirmi che gli dispiaceva dell'accaduto. Ha detto che ora si sarebbe preso cura di me... se me ne fossi andata via con lui.
Dowson: ma non l'ha fatto.
Michelle: non potevo... avevo appena perso mio padre e c'era il funerale è un sacco di altre cose... ha promesso che avrebbe trovato i soldi per vivere insieme.
Dowson: non hai trovato strano che non sia venuto al funerale per sostenerti in un momento simile?
Michelle: ...
Lindsey: Michelle, ti riferisci a lui dicendo "il mio ragazzo". Perché non usi il suo nome?
Michelle: ...
Dowson: è perché sai che è il colpevole?
Michelle: state solo cercando di dargli la colpa! Non è la prima volta che gli succede!
Dowson: ma dai, non puoi essere così sciocca!
Lindsey: adesso smettila Dowson . Michelle, ti lasciamo del tempo per riflettere.

Lindsey se ne va e dopo un po' arriva Rossi e Dowson inizia a raccontare il suo interrogatorio lamentandosi di Lindsey.

Dowson: le ha detto "ti lasciamo del tempo per riflettere"! Dobbiamo obbligarla a darci il nome dell'S.I. , è chiaro che è complice!
Rossi: Dowson, tecnicamente potresti avere ragione, ma la realtà è molto più complessa. La differenza tra i colpevoli e le vittime non è sempre così chiara, spesso mostrare un po' di compassione e lasciare un po' di tempo porta a risultati migliori e più veloci.
Dowson: ma adesso la cosa non sta dando risultati!
Rossi: se Michelle collaborerà con noi di sua spontanea volontà, sarà molto più semplice arrestare l'S.I.
Gilmore: hey ragazzi, qui abbiamo gli annuari, la carriera scolastica e stanno per arrivare alcuni amici di Michelle. Dovremmo riuscire a scoprire l'identità del nostro S.I. in pochissimo tempo.

Ognuno di loro si prende un annuario guardando attentamente, osservando anche la foto segnaletica e dopo un paio d'ore l'agente Gilmore trova qualcosa.

Gilmore: trovato. Steven, 20 anni.
Rossi: Dowson, puoi cercare la targa del veicolo e avvisare tutte le unità?
Dowson: certo, vado subito.
Rossi: intanto, abbiamo trovato questo sulla scena del delitto. Lo indossava l'ultima vittima dell'S.I. , un senzatetto.
Gilmore: un berretto da baseball dei drakes. Come quello che indossa Michelle.
Rossi: questa è una foto della prima scena del delitto, il padre di Michelle ne indossava uno quando è stato ucciso.
Gilmore: l'S.I. si è agitato molto vedendo un cappellino simile.

Rossi e Gilmore dopo attimi di silenzio decidono di andare da Michelle, facendole qualche altra domanda.

Rossi: Michelle, abbiamo trovato un oggetto che apparteneva all'ultima vittima. È un berretto dei drakes e quest'uomo è stato ucciso perché l'ho indossava.
Rossi: l'assassino ha provato a nasconderlo, preoccupato che potesse ricollegarlo a un altro omicidio che aveva commesso.
Michelle: papà... in fondo... sapevo che era stato Steve... solo non riuscivo ad ammetterlo.
Gilmore: dobbiamo fermarlo, Michelle. Sai dove si trova?
Michelle: no. Se mi chiama, lo fa dai telefoni pubblici.
Rossi: sai quando ti richiamerà?
Michelle: no ma lo fa spesso.
Gilmore: d'accordo.

Washington DC, stanza di Michelle

Coleman: sono quasi le 14:00, di solito steve chiama prima, giusto?
Rossi: penso che stia iniziando a perdere di vista se stesso...

All'improvviso squilla il telefono e ... inizia a registrare la chiamata per poi dare il via libera a Michelle di rispondere.

Michelle: p...pronto?      Dove, sei amore?      Sono solo preoccupata per te, lo sai. Voglio stare con te steve, voglio sapere dove sei.       No, non c'è bisogno di trovare altri soldi!       Non mettere giù, amore. Mi manchi.      Ti... ti amo, amore. Ti prego, parlami.     No, è che mi sento così sola senza di te.
Holt: trovato. È appena fuori città, in periferia.
Coleman: dobbiamo sbrigarci.

Maryland, casa dei genitori di Alexander

Rossi: ecco la macchina. Non sarà lontano.
Coleman: ispezioniamo i paraggi.

Rossi, Coleman e Holt iniziano ad avvicinarsi alla casa guardandoci dentro, finché Holt non sente degli spari.

Holt: ci sono degli spari, andiamo!
Coleman: FBI! Armi a terra!

Mentre Coleman e Holt arrestavano l'assassino, Rossi iniziò a parlare con l'unica vittima che era sopravvissuta.

Rossi: ciao, sono David, come ti chiami?
Alex: Ale... Alexander.
Rossi: piacere di conoscerti Alexander. So che le cose possono sembrare complicate, ma ti assicuro che andrà tutto bene.
Alex: mh...
Rossi: tieni, prendi questo. Aprilo dai.
Alex: grazie signor David.
Rossi: andrà tutto bene, te lo prometto.

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Casa del rapitore

S.I: ...Andrà tutto bene...   andrà tutto bene per te, molly? Com'è possibile?     Sei stata buttata via come spazzatura.    Come tutti noi.

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Dopo un po' vennero i parenti del piccolo a prenderlo per portarlo a casa con loro, ma prima il piccolo volle disfarsi del pupazzetto che Rossi gli aveva regalato. Si avvicinò ad un dirupo e provò a buttarlo, ma non ne ebbe il coraggio e scoppiò a piangere abbracciando stretto a sé il pupazzetto.

La Figlia Rapita Del Mio Capo - Spencer ReidWhere stories live. Discover now