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Anna

-Annè sei la prima a vedere il magistrato, tra cinque minuti andiamo- mi avvisò Liz, ed io annuì

Mi feci chiudere la zip del vestito da Silvia, e spostai i capelli lisci davanti. Il vestito che indossavo era un tubino nero semplice con spalline strette, che arrivava poco sopra al ginocchio. Da sopra misi un blazer bianco, e dei tacchi non troppo alti dello stesso colore.

-sei proprio bella- Silvia mi fece volteggiare, e andò verso lo specchio per farmi guardare. Ero quasi irriconoscibile. Ero solita prepararmi bene quando uscivo, ma Silvia aveva un modo tutto suo di prepararsi.

-mai comm a te- la presi in giro, e Liz venne ad aprire la nostra cella

-buona fortuna amò- mi abbracciò e seguì la donna verso la sala dove ad aspettarmi c'erano mia madre e Mena.

-Anna- la castana corse ad abbracciarmi, e mi strinse a se assieme a mamma

-comm stai piccrè?- mia madre mi accarezzò il volto, e vidi i suoi occhi pieni di lacrime

-sto bene má- gli accarezzai le mani

-Annè lui è Domenico, il tuo avvocato-  mia sorella indicò l'uomo in piedi di fianco a noi, ed io gli strinsi la mano

-Anna tu fai parlare me, e cercheremo di fare il possibile- annuì alle parole dell'uomo, e poco dopo vidi uscire la direttrice dalla stanza

-salve... Anna puoi entrare con il tuo avvocato, il magistrato ti sta aspettando- seguì l'uomo, e mi avvicinai alla stanza dopo essermi scambiata uno sguardo con mia sorella

-la decisione non verrà comunicata prima di qualche ora- furono le ultime parole che sentì, prima di sedermi difronte al magistrato.

Passò un'abbondante mezz'ora piena di domande su domande. Raccontai tutta la storia tra me e Mirko, fino al giorno in cui gli avevo sparato.

Liz mi riportò di nuovo in cella, e dopo estenuanti ore di attesa passate a torturarmi le unghie, finalmente venni chiamata. Salì le scale e giunsi nei dormitori maschili dove trovai Carmine e Filippo accompagnati da Gennaro.

-com'è andata?- mi chiese Carmine e da lontano sentivo gli occhi di tutti i ragazzi su di me, soprattutto i suoi

-è andata, a te?- alzai le spalle e lo guardai

-pur a me- rispose e cominciai ad attraversare il corridoio mentre gli altri

-chiattì invece a te com'è andata?- mi voltai verso di lui, che alzò lo sguardo per fissarmi

-bene- annuì e abbassò la testa quando passammo davanti la cella di Ciro

-e c' piezz e femmn- all'affermazione di Totò seguì uno schiaffo sul collo da parte di Ciro cercò di ottenere la mia attenzione

-ho dato a Carmine il mio numero, quando siete fuori fatevi sentire- continuò Filippo fin quando giunsimo davanti l'ufficio della direttrice.

In quei pochi giorni avevo stretto un bel rapporto anche con il milanese, tra partite a carte, e lui che mi spiegava la musica che suonava, nonostante ci capissi poco o niente.

Gli feci un lieve sorriso, ed avanzai verso la scrivania della bionda che ci attendeva. Fece segno di sederci, e così presi posto tra i due ragazzi.

-allora, Carmine vista la gravità del tuo reato, e considerando il tuo ambiente familiare non ti è stata concessa la messa in prova, né gli arresti domiciliari- la bionda guardò Carmine annuire

-per quanto riguarda te Anna, il ragazzo a cui hai sparato è ancora in coma, per cui c'è un minimo di speranza che sopravviva, e questo potrebbe migliorare la tua situazione, ma visti i tuoi precedenti neanche a te è stata concessa la messa in prova, né gli arresti domiciliari- durante le sue parole non emisi un solo respiro. Mirko poteva salvarsi. Era solo quello il mio pensiero.

Annarè | Ciro RicciWhere stories live. Discover now