8

5.1K 89 0
                                    

Anna

Quando mi alzai trovai Silvia ancora addormentata. Balzai giù dal letto e andai in bagno, mi fermai davanti allo specchio per osservare la mia faccia. Avevo delle lievi occhiaie, e per quel giorno necessitavo di un minimo di trucco, i miei capelli erano legati in una crocchia disordinata senza un minimo di senso.

Tornai in stanza, e nella cella di fronte vidi Viola osservarmi. Assottigliai gli occhi per inquadrarla meglio, e lei mi fece segno di avvicinarmi.

-c' vuò?- dissi con voce ancora assonnata

-è vero quello che si dice? Sei l'ex di Ciro? Era te che si scopava prima- mi pietrificai alle sue parole. Lo stesso effetto di ogni volta che sentivo pronunciare il suo nome.

-pecchè mo s' chiav a te?- partì con aggressività, ed era probabilmente la reazione che voleva perché sorrise malefica

-puoi stare tranquilla, pecché a chillu strunz nun o voj manc sent e numinà. Ma fa attenzione, quelli come lui t' magnan o' cor- conclusi per poi voltarmi e trovare Silvia seduta sul letto

-amò non la pensare a quella vipera- mi accarezzò la spalla, e si alzò per cambiarsi.

Passai la giornata lontana da tutti, e chiusa nel mia cella, evitavo il cortile come la peste, cercavo di affacciarmi alla finestra il meno possibile. Mi vedevo ormai sconfitta fin quando non sentì la voce di una persona a me cara, che era stata fondamentale nei mesi in cui ero stata portata lì.

-Nad- sbucai dalla cella e la vidi, stretta nella sua giacca di jeans, ed il suo sorrisino stampato in volto. Assieme a Silvia ci stringemmo in un lungo abbraccio. Forse un po' di speranza cominciava a farsi vedere, ed io mi aggrappavo a qualcosa per cui lottare.

-mi sei mancata amò- Naditza cominciò a sistemare le sue cose, e si sedette sulla brandina che gli era stata assegnata, e che era nella nostra stanza

-ma questi sono tuoi Annarè?- la zingara indicò alcuni disegni appesi al armadietto

-magari amò, sono di Serena, se n'è andata prima che io arrivassi, mo sta in cella con quella pazza di Viola- indicai la cella di fronte dove quella mattina avevo affrontato la rossa. Stavo cominciando a credere che mi vedesse come un pericolo per la sua storia con Ciro.

-ma chi è?- domandò la mia amica, e presi posto di fianco a lei

-ci parlo poco Nad, m fa paur- rispose Serena

-a me non mi fa paura, mi sta solo antipatica... tu che dici annè?- alzai lo sguardo verso gli occhi azzurri di Naditza e restai in silenzio per alcuni secondi

-quella è gelosa di Anna, Nad. La guarda come una vipera, ha paura che Ciro esce di nuovo pazzo per lei- spiegò Silvia che non tralasciava alcun inciucio

-e che ci centra Ciro?- calai la testa

-se la tiene, gli manda regali, lettere- continuò e con quei dettagli venni ferita sempre di più. Non doveva importarmene, eppure c'ero rimasta male

-Anna tu a quella te la mangi- Nad mi scostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, e a quel punto la tornai a guardare

-e che faccio mi avveleno?- entrambe scoppiarono a ridere, e così anche io.

Dopo parecchio tempo passato a scherzare, ridere, e a ricordare i vecchi momenti un rumore attirò la nostra attenzione

-o sentit?- Naditza uscì dalla cella per avvicinarsi alla finestra che più ci permetteva di sentire

-marò se è bello come suona me lo sposo- affermò la castana, ed io guardai Silvia con divertimento, per poi restare ad ascoltare le note che facevano il giro del IPM.

Poco dopo vidimo il comandante e Giuseppe che scortavano Filippo verso l'entrata. Mi misi subito in allerta per il mio amico, e mi sporsi per guardare.

-stu strunz- affermò Nad, ed io mi voltai confusa

-ma perché lo conosci?- chiesi guardando di nuovo Filippo che aveva il viso rigato da lacrime

-nu figli e zoccola che ma trattato male- ci allontanammo dalla finestra per fare ritorno in cella

-o sai comm o chiamano o figli e zoccola qua dentro? Chiattilo. È di Milano, stava con me in questura la notte che mi hanno arrestata- gli raccontai

-bellil però o figli e zoccola- scherzò Silvia che camminava davanti a noi

-Silvia facimm na scummess... un mese e striscia ai miei piedi- affermò Naditza sicura di sé. Sapevo cosa intendeva, e speravo che avrebbe fatto svegliare un po' Filippo

-e ja facc verè- la sfidò Silvia, ed io mi limitai a ridacchiare per poi stendermi sul mio letto.

Il giorno seguente Nunzia ci avvertì che la direttrice voleva vederci sul tetto dell'istituto. Finì di applicare il mascara sulle ciglia, ed uscì dalla cella assieme a Silvia che mi aveva aspettata.

-e mo c vo chest- sbuffai silenziosamente quando vidi tutte le mie compagne in fila, e la direttrice di fronte a loro. Feci un cenno con la testa, e affiancai Serena che mi sorrise.

-allora ragazze, non vi ho portato qui perché voglio buttarvi di sotto, ma perché volevo farvi vedere un po' di bellezza, che magari vi fa bene- la bionda indicò il mare di fronte a noi

-devo farvi una domanda... vi piacerebbe fare delle attività con i ragazzi?- la sua domanda scatenò gridolini di gioia da parte delle ragazze. La vecchia direttrice evitava qualsiasi contatto tra ragazzi e ragazze, e questa novità aveva sorpreso tutte. Persino me, perché ciò significava stare assieme a Ciro.

-se siete d'accordo, e mi sembra di sì, avrei bisogno di proposte, cosa vi piacerebbe fare?- delle risatine scapparono dalle labbra di alcune, ed io trattenni un sorrisino

-Silvia e a te che ti piacerebbe fare?- una delle ragazze rumene guardò Silvia, mimando il gesto di un pompino. Alzai gli occhi al cielo, e sospirai.

-forse a te t' piacess- battei il cinque alla mia amica

-ragazze per piacere- ci rimproverò la direttrice

-un corso di musica dottorè- Nad si fece avanti, e l'attenzione cadde su di lei. Annuì subito alla sua proposta.

-un po' impegnativo, non credete?- tentennò la direttrice, e seguì qualche minuto di silt

-nun v piac?.... Io un po' il pianoforte lo so suonare- parlò la castana

-è vero dottorè, Nad canta e suona come un usignolo- confermai io, e la mia amica mi sorrise divertita assieme a tutte le altre

-va bene, ci vediamo domani alle 11 in sala comune, ok?- cercai di pensare al lato positivo della situazione. Sarei stata con le mie amiche, e lo avrei tenuto il più lontano possibile da me.

-arrivederci- la direttrice ci lasciò, e si allontanò zoppicando

-ragazze- Liz ci richiamò, e tutte in fila decimo ritorno nelle celle.

Ciaoo.
Questo capitolo non è un granché ma serviva per seguire il corso della storia. Vi prometto che nel capitolo di martedì Ciro ci sarà eccome😉.
Al prossimo aggiornamento.
Bluemoon 🌙

Annarè | Ciro Ricciजहाँ कहानियाँ रहती हैं। अभी खोजें