~12~THE GUILTY OF MY PAIN IS ONLY MINE

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Dolore: [lat. dolor -ōris, der. di dolere «sentir dolore»]. – 1. Qualunque sensazione soggettiva di sofferenza provocata da un male fisico.2 Patimento dell’animo, strazio, sofferenza morale.
❄️

Come si ferma il dolore?
Come si può non provarlo più?
Come si fa a scappare da questa morsa d'acciaio che stritola il cuore ?

C'è una risposta?
Perché se c'è, io sono qui ad ascoltavi.
Non ho fretta.

Fu come se una marea di acqua ghiacciata mi avesse investita in pieno e io stessi per annegare soffocata.

Non poteva essere.
Il mio incubo peggiore si stava avverando e io non ero per niente pronta.

<<Stai mettendo.>>
Era l'unica possibilità.
L'unica speranza che avevo e io mi appigliai con tutta me stessa perché non potevo fare altro.

Rise senza allegria.
<<Entra dentro nei miei ricordi e guarda con i tuoi occhi che quanto dico non è falso.>>

La fissai per due secondi non sapendo quale decisone prendere.
Ma l'unica cosa che volevo erano delle risposte, quindi...raddrizzai la schiena, mi avvicinai e mi inginocchiai di fronte a lei.
Le toccai delicatamente con la mano destra la fronte.

Caddi in un profondo vortice nero.
E poi atterrai rumorosamente sul pavimento freddo mentre due persone stavano discutendo seduti su un letto a baldacchino.

Spalancai gli occhi dalla sorpresa.
Le due figure erano Ares e Atena.
Erano entrambi nudi e mentre un minuto fa stavano discutendo, quello dopo lui è sopra di lei con uno sguardo pieno di piacere.

Lo stomaco si contorse.
Mi veniva da vomitare.
Atena non stava mentendo.
Ero io quella stupida.

Tornai indietro con le tempo e vidi ancora una volta loro due di notte mentre parlavano a una distanza piuttosto intima.

Non potevo farcela a sopportare tutto questo.
Non ne potevo più.
Volevo andarmene, ma lo scenario cambiò di nuovo e questa volta mi trovavo in uno street club.

Un forte odore di alcool mischiato a sudore mi invase le narici facendomi quasi crollare per terra.
Con lo sguardo cercai Ares.
Ma non c'era, ma in compenso osservai Atena salire delle scale che portavano al secondo piano tutta trafelata come se avesse paura che la sua più grande paura si stesse avverando sotto i suoi occhi.

Decisi si seguirla e insieme ci addentrammo in un corridoio buoi con tantissime porte.
Cominciavo ad avere timore di quello che potevamo trovare e dalla sua faccia intuì che stesse pensando la stessa cosa.

<<Oh, merde>> sussurrò arrabbiata in francese. <<Et maintenant, comment faire?>>

Si fermò in mezzo al corridoio cercando di ascoltare i rumori che provenivano dalle varie stanze e alla fine si diresse verso la quarta porta a destra.
L'ha aprii di scatto e io rimasi letteralmente paralizzata dallo sciock, non sapendo cosa fare.

Atena fu più veloce di me a riprendersi.
A passi sicuri si inoltrò nel centro della stanza.
Posizionato vicino al muro c'era un letto king-size.
Una ragazza mortale era seduta sopra di lui, mentre la l'altra era al suo fianco e sorrideva ad Atena con fare lasciavo.

Mi veniva da piangere.
Era troppo.

<<Perché?>> Chiese lei senza scomporsi.<<avanti, rispondi.>>

<<Perché cosa?>>
La ragazza continuava a toccarlo mentre lui parlava.
Volevo strappare quelle luride mani dal suo corpo.
Volevo urlargli contro e seppellire la mia faccia sul suo petto.
Volevo che lui mi dicesse che gli fossi mancata e che mi avrebbe aspettato per sempre.

<<L'ha stai tradendo.>>

<<Chi?>> Domandò sorridendole con finta Innocenza che mi mandò subito in bestia.

Come osava fare finta che non fosse successo nulla?

<<Lei.>>

Lei? Chi era?
E come se mi stesse leggendo nel pensiero, disse: <<Afrodite.>>

Si alzò di scatto spostando bruscamela ragazza sopra di lui e si avvicinò pericolosamente al viso di Atena e lei tranne il fiato come se fosse stata sottratta dalla sua presenza.

E...in quel momento capì ogni cosa.
Atena amava Ares.
Lo amava come Romeo amava Giulietta o come Ade amava Proserpina.
Lei non l'ho stava facendo per me, ma per se stessa perché non lo sopportava vederlo con altre.

Lei lo voleva tutto per sé
E adesso comprendo i momenti in cui si comportava in questo modo quando ci vedeva insieme.
Era gelosa.
E quelle che faceva erano solamente scena di gelosia.

<<Non me ne frega un cazzo di quella puttana di Afrodite. Noi mi interessa più. Ormai io sono andato avanti.>> Le solleticò la guancia con il polpastrello e gustandosi la sua espressione di sbigottimento.<< Io non l'ho mai amata e non l'ha amerò mai.>>

Il mio cuore si spezzò definitivamente.
Una lacrima solitari solcò la mia giancia, rigandola.

Lui non di meritava più niente da me... eppure il mio cuore non voleva smettere di incrinarsi e sperare che tutto questo fosse solo uno stupido sogno o meglio, uno stupido incubo.

Ma purtroppo... era la triste realtà.

Ritornai al presente con uno schiocco delle dita atterrando perfettamente diritta.

Guardai Crono che non si era mosso dalla sua postazione e poi di nuovo Atena aspettandomi che gridassero: <<sorpresa!>> Con tanto di palloncini e coriandoli, ma non successe niente.

<<Allora principessa hai visto che non ti stavo mentendo.>>

La ignorai completamente.
Non volevo più niente a che fare con lei.
Era una falsa come tutti gli altri.
Anche se lo amava, io non riuscivo a tollerarla.
Mi disgustava.

Rivolsi la mia attenzione a l'unico persona che aveva architettato tutto questo.

<<Cosa vuoi?>>

Lui mi sorrise con un sogghigno da lupo.
E il mio cuore perse un battito.
Un'idea malsana stava cominciando a frullare nella mia mente e lui intuì al volo che cosa stessi pensando perché il suo sorriso si allargò ancora di più.

<<Vieni con me?>> Mi porse il braccio con galanteria, ma io lo rifiutai e di schiena pronuncia le ultime parole che non avrei mai pensato di dirle mai a nessuno.

<<Forse un giorno ti perdonerò, ma ora come ora, io ti odio con tutto il mio cuore.>>

Non mi voltai a vedere la sua faccia e né la sua espressione, lasciai perdere tutto.
Perché il tempo di perdonare era finito.

La vendetta e la rabbia sono due emozioni che vanno servite fredde.

Con un cenno della testa, feci aprire la porta a Crono e lo segui lungo gli intricati corridoi.

Un sorriso doloroso e triste affiorò tra le mie labbra.

Mi sarei vendicata questo era poco, ma sicuro.
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Spazio autrice:

Lo so, lo so.
È corto questo capitolo, ma doveva essere così.

Comunque...che ne pensate? Afrodite è stata ingiusta?
Ingenua? Be'un po' sì.
Ditemi che cosa ne pensate!

Io vi aspetto nel prossimo capitolo dove ne vedremo delle belle.😉

Ecco la traduzione di una frase in francese presente nel testo.
-Et maintenant, comment faire: e adesso come faccio?

Alloraaaa...a presto.
Kiss 🖤
Dafne.

AFRODITE & ARES (Prima Stesura)Where stories live. Discover now