~16~ IT IS VERY DIFFICULT TO GROW UP (parte uno)

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Scusatemi tanto per averci impiegato così tanto tempo per pubblicare il capitolo, ma non riuscivo a dare un senso a quello che scrivevo.
Ad ogni modo... questo capitolo è di passaggio.
Poi capirete dopo, non voglio svelarvi nulla. 😉
E con questo...buona lettura
°°°

Prima parte - sconfitta
❄️

Avevo perso.
Avevo sbagliato.
E ora avrei pagato le conseguenze delle mie azioni.
Non sarei mai uscita da lì e la colpa era tutta mia e di nessun altro.
Mi sentivo sconfitta.
Imprecai a bassa voce.
Come avevo fatto a commettere un errore così madornale?

Mi lasciai cadere sul pavimento gelato, raccolsi le ginocchia al petto, le avvolsi con le braccia, chiusi gli occhi e rimasi così senza muovere più un muscolo.

Cosa dovevo fare adesso?
Sapevo che non sarei mai riuscita nel mio intento di sconfiggere da sola Crono eppure non ho ascoltato la voce della mia ragione.
Non ho voluto dare retta a nessuno perché sono terribilmente impulsiva e stupida.

Sì.
Sono così stupida, così stupida e così sciocca che mi sono fatta prendere in giro anche da chi mi fidavo di più.

Oh, Ares!
Che cosa avevo combinato!
Perché non ho aspettato? Perché mi sono tradita in questo modo?

Ma è inutile piangere sul latte versato.
Però questo non mi faceva per niente sentire meglio.

<<Alzati.>>

Alzai di scatto la testa nel sentire quella voce e trovai, inginocchiato davanti a me, Crono che mi guardava come si osservano gli scarafaggi prima di schiacciarli sotto la suola delle scarpe.

Non mi ero neanche accorta della sua presenza perché ero troppo concentrata sui miei pensieri.
Ora che era così vicino a me, sentii ancora di più quel sentimento di stranezza che annidava nel mio cuore.

I suoi occhi rosso fuoco mi bruciavano sulla pelle come lava ardente e non ero in grado di ignorarli, per cui rivolsi il mio sguardo dall' altra parte per evitare qualsiasi confronto diretto con lui.

Non volevo vedere riflessa la mia disperazione.
Non volevo vedere più nulla.
Volevo stare da sola.
Non aveva più senso discutere con me stessa o incolparmi per qualcosa che non sarei comunque riuscita a riparare.

Era così difficile comprendere quali fossero i miei sentimenti?
Non aveva capito che io avevo paura di lui? Che ero terrorizzata da come mi aveva trattato? Che non riuscivo a comprendere che cosa provavo nei suoi confronti?

L' unica cosa che ero certa, era che lo odiavo. Non quanto Ares, ma comunque, non lo tolleravo più e non avrei mai più seguito i suoi ordini.

<<Vattene.>> Dissi inviperita dal fatto che mi suscitasse emozioni così contrastanti tra loro.

<<Alzati.>> La sua voce era un soffio, calmo e tranquillo come se non gli importasse di quello che avevo appena pronunciato io.

Inarcai un sopracciglio e lo guardai in modo sprezzante.
Chi si credeva di essere per darmi degli ordini?

<<Se non lo faccio cosa fai? Mi sbatti ancora al muro?>> Chiesi a testa alta senza avere paura delle conseguenze.

<<Pensi che sinceramente a me importa di quello che vuoi fare tu? Pensi che a me freghi qualcosa se tu stai lì a frignare come una bambina perché ha capito che il suo grande amore l' ha tradita?>> Mi domandò con fare sardonico. <<Rispondi.>>

Lo sapevo eppure avrei sperato che non facesse così male.
Le sue parole taglienti mi avevano rubato il respiro in un secondo.

<<Crono...>>

AFRODITE & ARES (Prima Stesura)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora