Parte 1 - In Fuga

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"Louis,assomigli davvero molto a mio nonno"mi dice per poi baciarmi.

Mi sveglio in una stanza di una casa vicino al mare, che non è la mia. L'ambiente sembra vecchio, ma non l'ho mai vista prima. Decido di fare un bagno per svegliarmi. Mi spoglio, ma ho molta paura che i proprietari della casa mi vedano. Improvvisamente, vedo due ragazze nell'altra stanza che si stanno svegliando. Mi ritiro in bagno e chiudo la porta a chiave. Mi rendo conto di aver fatto un casino.

Mi ritrovo in un sogno del passato.

Lui mi sta inseguendo e ho paura. Entro nel bagno e chiudo la porta a chiave. Sento le sue urla mentre sbatte sulla porta, supplicandomi di aprirla. È evidente che si tratta di una relazione passata finita male.

Le lacrime mi scorrono sul viso. Sono spaventata. Anche lui sta piangendo.

Il tempo passa e, prima che me ne accorga, cala il silenzio. Nel bagno c'è una finestra e decido di uscire da lì. Fuori vedo la sua auto. È addormentato, ma i fari dell'auto sono accesi. Tocco la macchina.

Ho già vissuto questa parte in un sogno precedente.

In quel sogno, aveva cominciato a corrermi dietro, ma non mi aveva raggiunto. Alla fine ci eravamo stancati. Avevamo litigato, ma alla fine avevamo risolto. Questa volta comincio a correre, ma appena scompare dalla mia vista, mi lancio tra gli alberi di una fitta pineta. Non può seguirmi se non mi vede. Incontro una ragazza che sta correndo fuori da un'auto e mi fa cenno di seguirla. È bidimensionale, defilata. Si presenta, ma il suo nome non mi torna in mente. C'è anche un altro ragazzo con lei che assomiglia molto a uno della mia scuola, ma con cui non ho mai parlato, anche se non ci faccio caso.

"Ciao, io sono #####", dice la ragazza.

"Ed io sono Louis".

Mentre camminiamo nell'erba, sembra che uno sfondo si stia creando attorno a noi. Mi sento come se fossi in un videogioco. Arriviamo in una città, anch'essa bidimensionale, ma prima che me ne accorga, loro due diventano reali, tridimensionali. Sono alla ricerca di qualcosa. Parlano molto del loro "famosissimo" nonno. Entriamo nella casa di un uomo che ha numerose foto del nonno. La ragazza scompare dalla mia vista. "Assomiglio davvero molto a tuo nonno", dico a Louis, guardando le vecchie foto. Lui mi guarda per due secondi con i suoi occhi marroni dolci che non mi giudicano. I suoi capelli mediamente lunghi sfiorano la mia guancia. È dietro di me, ma tiene il mio volto tra le mani. Mi dà un piccolo bacio sulle labbra. Erano così morbide...

Ci ritroviamo a scuola. C'è un bambino con il suo stesso nome. È l'open day del mio liceo, la mia professoressa di greco sta insegnando ai ragazzini alcune parole.
Ci vede e ci guarda,forse non dovremmo essere lì. Quel bambino è molto simpatico e staccarsi da lui è come staccarsi da qualcuno che conosci da sempre. È triste, ma Louis gli dà un disegno per tirarlo su. Sento avvicinarsi una macchina alla scuola.

Mi ha trovato. Di nuovo.

Tornando al sogno passato, avevo in realtà risolto le cose con quella persona, ma non mi ero avvicinata. Aveva gli occhi stanchi. Si vedeva che era dispiaciuto, dispiaciuto per tutto. Non ho ricordi nitidi con lui, tranne che in qualche modo l'ho ferito. Ha smesso di seguirmi. Era stanco. In qualche modo sembrava colpa mia. La pioggia cadeva sulle nostre teste, ma noi rimaniamo immobili. Le nostre scarpe si sporcano nel terreno ormai umido. Ci scrutiamo, e nonostante la paura che provo, non c'è rabbia nei suoi occhi, né aggressività, solo rimorso nei miei confronti. Non ha mai pronunciato il mio nome durante tutto il trambusto. Comincio a pensare di essere nella vita di qualcun altro, nel corpo di qualcun altro. Forse non posso comprendere perché quel non è il posto in cui dovrei essere. E ora sono tornata al sogno attuale.

Appena lo vedo arrivare a scuola, l'adrenalina mi pervade. Mi sento come un cervo nel mirino di un cacciatore. Corro di nuovo in bagno e cerco di nascondermi: è lo stesso bagno dell'inizio, ma questa volta è ancora chiuso dall'interno. Louis non capisce cosa sta succedendo. Probabilmente me lo chiede, ma non ci faccio caso. Provo ad arrampicarmi dentro al bagno, stringendo gli occhi per la tensione.

Mi ritrovo nel mio letto, sudata, con segni del cuscino sulla faccia.

Il mio battito cardiaco è alle stelle. Mi rendo subito conto di tremare. Sento una macchina avvicinarsi a casa, ma è solo il vicino che esce abitualmente di mattina. Sono le 9:22.

Louis non è reale.

Sono nella mia stanza al buio, ma sono al sicuro.

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