Parte 2 - Louis

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Perché mi fai questo, Louis? Perché non sei reale? Eppure nel mio sogno, il tuo viso era così vivido, le tue mani sul mio volto come se non avessero toccato nient'altro se non me stessa.

I tuoi occhi... come faccio a credere che non fossero reali? Ci deve essere una spiegazione per tutto questo.

Sono le 10 del mattino e decido di fare una passeggiata per liberare la mente dai pensieri che mi tormentano. Le strade sono tranquille, avvolte da un torpore sospeso tra il silenzio e la luce soffusa del sole che filtra tra le nuvole.

Mi allontano dal solito percorso e mi ritrovo in una strada laterale poco frequentata. Mentre cammino, i miei occhi si posano su una macchina grigio pallido, parcheggiata lungo il marciapiede. La sua presenza è quasi magnetica, attirando la mia attenzione con un alone di mistero.

La carrozzeria della macchina è avvolta in un'aura di eleganza e fascino. La vernice grigia, opaca e leggermente scolorita, sembra raccontare storie di viaggi passati e avventure vissute. Le linee del veicolo sono fluide e sinuose, conferendogli un aspetto aggraziato e seducente. Ogni dettaglio è curato con precisione, dalle maniglie delle porte cromate ai fari dallo sguardo penetrante.

Nonostante la paura che si insinua in me, l'attrazione per il mistero prevale. Mi avvicino con cautela, sentendo il fruscio dei miei passi sul marciapiede, come se il suono stesso fosse amplificato in quel silenzio surreale. Ogni passo sembra richiedere uno sforzo maggiore, come se il destino stesso cercasse di impedirmi di scoprire ciò che si cela dentro quella macchina.

Le mie mani tremanti si sollevano, come mosse da una forza invisibile, per toccare la superficie fredda e liscia della macchina. I miei polpastrelli percepiscono ogni imperfezione, ogni solco, come se stessi leggendo una mappa di avventure passate.

Mentre le mie dita si avvicinano alla carrozzeria, il tempo sembra rallentare, quasi congelarsi. Il mio respiro si fa più profondo, mentre il mio cuore batte all'unisono con il mistero che si cela dietro quella macchina grigio pallido.

Non ho nemmeno il tempo di osservare altri dettagli che la macchina si avvicina a me a tutta velocità. Attraversa il marciapiede come se niente fosse, come se stesse cercando qualcuno. Sono distratta, confusa.

Mi sveglio con il corpo dolorante, come se mi avessero strappato una parte di me o fossi nel corpo di un'altra persona. È una sensazione strana, come se non fossi più me stessa. Un'infermiera si avvicina, osservando la mia espressione preoccupata, e mi somministra della morfina. È già sera, sono in ospedale. Mia madre mi dice che ho avuto un incidente. Qualcuno mi ha salvata.

"Fa sì che sia stato Louis", penso e spero con tutta me stessa, ma ovviamente, come potrebbe essere? Chiedo l'identità dell'uomo che mi ha salvata. Mia madre mi dice che è fuggito subito dopo, scomparso nel nulla. La paura mi pervade come mai prima d'ora. Ripercorro mentalmente i momenti. La macchina, l'incidente, Louis. La macchina, l'incidente, lui non c'è.

Chiudo gli occhi senza volerlo.

"Ti sono mancato?" Lo guardo stranita perché so che non è reale. "Non mi ringrazi?" "Perché dovrei?" "Ma come,ti ho salvato la vita!"

Poi quella risata cristallina come se fosse esistito da sempre e per sempre.

Mi alzo dal letto, ancora con il cuore a mille come nel sogno. Cerco di raccogliere i frammenti di quel sogno, di capire se ci sia qualche connessione con tutto ciò che mi sta accadendo ultimamente. Mi dirigo verso il bagno, nella speranza di eliminare quelle sensazioni dalla mia mente.

Mentre mi lavo la faccia, rifletto sul fatto che non sono più la stessa ragazza di un tempo. Forse è solo la mia mente che ha un bisogno implacabile di pensare a qualcosa, di dare un senso a tutto ciò che mi circonda. Mi vesto rapidamente e decido di uscire nel giardino sul retro dell'ospedale, cercando un po' di tranquillità.

Arrivo in un bar vicino e ordino un caffè. Mentre aspetto il mio ordine, guardo fuori e noto una macchina grigia che si avvicina lentamente. La macchina si ferma di fronte al bar e vedo qualcuno scendere. È lui. È Louis. Il mio cuore inizia a battere ancora più forte. Sento un'ondata di brividi percorrere tutto il mio corpo, come se avessi paura, ma dentro di me so che cos'è. È amore. Una sensazione nuova, ma allo stesso tempo familiare, come se l'avessi sempre provata e solo ora me ne rendessi conto. Solo ora che lui è di fronte a me. Mi sento debole, quasi incapace di reggermi in piedi. Mi chiedo se sia normale sentirsi così male.

Louis si avvicina a me e mi guarda intensamente negli occhi. "Ti sono mancato?", mi chiede con un mezzo sorriso affascinante, come se fosse la prima volta che ci incontriamo. Come può essere reale? Non riesco a trovare le parole per rispondere. Non so come ringraziarlo per qualcosa di così irreale, ma allo stesso tempo l'incidente è stato reale e lui mi ha salvata.

"Sei stato tu?", riesco finalmente a chiedere, sperando che la risposta sia affermativa. Louis annuisce con un sorriso, ma questa volta il suo sorriso è diverso, come se nascondesse qualcosa. È carico di significato.

Mi sveglio di colpo, il respiro affannato e il cuore che batte all'impazzata nel petto. Sono ancora nel mio letto, ma la sensazione di smarrimento persiste, come un'ombra che si allunga sulla mia mente. Mi interrogo su ciò che ho appena sognato, cercando di trovare un senso in tutto questo caos. Le immagini sfocate e i suoni lontani si affievoliscono, ma la sensazione di inquietudine rimane, come un sussurro persistente nel profondo della mia coscienza.

Forse i sogni sono solo il riflesso delle nostre paure più profonde, delle nostre emozioni inespresse. Forse sono solo il modo in cui la nostra mente cerca di elaborare ciò che non riusciamo a comprendere nella realtà. O forse, forse c'è qualcosa di più, qualcosa di nascosto tra le pieghe del subconscio. Continuerò a cercare la verità, a scrutare nei meandri dei miei sogni, nella speranza di trovarmi.

Sogni Paralleli Where stories live. Discover now