Non allarmiamo nessuno...

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Noah'pov

- Vista l'ora pensavo che restassi a dormire a casa tua - dissi a Gavin quando entrò in casa.

Era l'una di notte e io avevo i problemi che avevano tutti i semidei...gli incubi. Quindi dormivo poco e niente la notte e ne approfittavo per poter portare avanti il lavoro o studiare...quello che stavo facendo proprio il quel momento.

- Volevo - disse lui - Ma i miei zii e i figli useranno la mia stanza quindi mi toccava il divano e poi...Harry sembra avere intenzione di starmi con il fiato sul collo -

- Cosa che odi - dissi.

- Ovvio -

Gavin si buttò sul divano al mio fianco e  buttò la testa all'indietro, chiudendo gli occhi. Sospirai e tornai a concentrarmi sulla tesina che avrei dovuto presentare al prossimo esame.
Fortunatamente, per la parte della dislessia avevo preso da mia madre: anche lei ne soffriva ma non quando papà e almeno riuscivamo a concludere qualcosa di "teorico" di tanto in tanto.
L'unico problema era che tendevo a perdere la concentrazione piuttosto in fretta.

- Tu...perché non dormi? - mi chiese Gavin all'improvviso e fissandomi con quei suoi occhi color miele.

- Il solito problema - dissi.

- Ma non si può risolvere in qualche modo il problema degli incubi? Tipo chiedendo ai figli di Morfeo o di Ipno -

- Se fosse stato possibile mio padre non sarebbe così esaurito -

Lui rise.

- Se il cervello di tuo padre non lavorasse a quella velocità lui sarebbe morto da tempo, mio padre con lui e noi non saremmo mai nati - mi disse.

- Vero anche questo - mi trovai ad affermare.

Dopo un pò decise che non era in pace con sé stesso e mi tolse il computer di mano, poggiandolo sul tavolino da caffè di fronte al divano.
Alzai gli occhi al cielo.

- Cosa vuoi Gavin? Perché non te ne vai al letto? - dissi cominciando ad esasperarmi.

- Cosa hai sognato? - mi chiese.

- Sono anni che ti dico che non ho voglia di parlarne - gli ricordai.

Lui scosse il capo e giunse le mani in preghiera.

- Fidati di me, ti prego -

Fosse facile! La maggior parte delle volte dimenticavo quello che sognavo. Avevo solo degli strascichi dei sogni che facevo e ogni volta che cercavo di ricordarli erano sfuggenti, nella mia mente il nero assoluto.

Mi concentrai ma come al solito non trovai niente nella mia memoria.

- Cosa cerchi esattamente? - chiesi a mio cugino.

Ormai era una cosa che avevo imparato. Molto spesso lo "Stregone Mietitore", così lo chiamavano, mi usava come una sorta di medium, come se potessi prevedere il futuro; quello che non riusciva ad entrare nella sua testa era che io non ero L'oracolo di Delfi.

- Non lo so...ho una strana sensazione - disse - I miei genitori nascondo qualcosa che ha a che fare con il regno inglese e pensavo...non so nemmeno io cosa -

- Che i miei sogni possano essere legati a quello che sta succedendo? - chiesi confuso.

Gavin sospirò.

- Era solo un'impressione tutto qua -

- Sai che vorrei aiutarti ma...non mi viene niente in mente. Come al solito non ricordo quello che sogno -

Si alzò abbattuto e si grattò la testa.

- Non importa -

- Gavin - lo chiamai mentre se ne stava andando in camera sua - Per il momento...cerchiamo di non allarmare nessuno -

                              ***

"Uccidere...è tempo di uccidere..."

La voce rimbombava ovunque ed era sibilante...come se a parlare fosse un serpente.
Aprii gli occhi, che non mi ero reso conto di aver tenuto chiusi tutto il tempo, e mi ritrovai in una stanza enorme...davanti a me una scultura con la faccia di un uomo con la bocca spalancata. Ma non fu quello ad attirare la mia attenzione: davanti alla scultura un serpente enorme fronteggiava un uomo con una tonaca verde. Non potevo vederlo perché aveva un cappuccio calato sul volto che celava i suoi lineamenti.
L'uomo parlava, lo sapevo, in qualche modo me ne rendevo conto, ma non capivo una parola di quello che diceva, come se stesse parlando una lingua a me totalmente sconosciuta.

Il serpente alzò la testa, come se volesse attaccare l'uomo, ma non lo fece...anzi, sembrava quasi che lo stesse venerando oltre che ad ascoltarlo.

Strinsi gli occhi e mi avvicinai. Dovevo capire che lingua stava usando l'uomo e man mano che mi avvicinavo mi sembrava di distinguere le parole.
Captai qualcosa come: "razza pura", "Mezzosangue", "discendente di Serpeverde".

Quando mi ritrovai a pochi passi dai due quelli si girarono come se in qualche modo avessero avvertito la mia presenza e l'uomo fece per scoprire il suo volto...nel momento in cui stavo per scoprirlo mi sentii afferrare per un braccio e mi voltai, incontrato il viso di...

- Gavin? - chiesi.

Lui guardò me e poi i due ospiti del mio sogno.

- Cos'è...quel coso? - chiese.

Feci per rispondergli ma venni all'improvviso inghiottito dal buio...

Spalancai gli occhi e mi misi seduto di scatto. Ero nella mia stanza e fuori albeggiava.

Un sogno.

Era stato un sogno.

Ma stranamente ricordavo tutti i dettagli.

Mi girai, poggiando i piedi per terra e passandomi le mani nei capelli.
Tutto quello che avevo visto non aveva senso e poi...perché nel mio sogno c'era Gavin?

Non feci in tempo a chiedermelo che proprio mio cugino spalancò la porta della mia stanza.

- Cosa... è stato? - mi chiese.

Sgranai gli occhi e mi alzai, avvicinandomi a lui.

- Tu...eri nel mio sogno? - chiesi a mia volta.

- No...eri tu ad essere nel mio - fece - Quell'uomo...mi parlava, poi sei apparso tu e quel serpente enorme... -

Gavin era confuso, ma io di più. Quando avevo iniziato a sognare il serpente era già con l'uomo e mio cugino non c'era o me ne sarei accorto.

Scossi il capo.

- Era...una sorta di visione condivisa...credo... - dissi - Che ti ha detto l'uomo prima che arrivassi io? -

Il suo sguardo si adombrò.

- Non che ho capito molto, erano tutte parole sconclusionate...sembrava quasi un delirio... - inizio - Ma mi ha parlato della nuova razza che bisogna costruire, del fatto che i Sangue Puro devono dominare il mondo e che sono fortunato e che devo ringraziare mio padre per il sangue che scorre nelle mie vene...poi sei apparso tu e il serpente -

Aggrottai le sopracciglia.
Non sapevo nulla, non avevo risposte...ma solo la stramaledetta sensazione che dovevamo fare qualcosa e farlo alla svelta.

- Cosa pensi che... - iniziò Gavin.

- Non lo so... - lo fermai - Ne parlerò con mamma e papà e vedrò se è il caso di parlarne con zia Rachel -

- L'Oracolo di Delfi? -

Annuii.

- È l'unica che, forse, può darci qualche indizio - affermai.

HALFBLOODWhere stories live. Discover now