Le cose si complicano

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Noah's pov

- Cazzo! - imprecai mentre il microfono e l'auricolare volavano via.

Feci giusto in tempo a tirar fuori la spada che la lama della falce puntò dritta alla mia testa e la parai a mezz'aria. Ero ancora in ginocchio perchè non avevo fatto in tempo a rialzarmi dopo l'attacco improvviso del mio avversario. Feci forza e mi slanciai: la falce scivolò via e tirai un fendente. Il mio nemico saltò e si allontanò di diversi metri, lontano dal raggio d'azione della mia spada.

Stavo per raggiungere Gavin a cavallo di un pegaso quando qualcuno mi aveva attaccato dal basso, ferendo a morte l'animale e facendomi rotolare sul tetto di un palazzo.

Mi alzai in piedi e fronteggiai il mio nemico e, ora che potevo osservarlo meglio, notai che era palesemente una ragazza; vestita di nero, con un cappuccio calato sul volto e una lunga falce tra le mani.

- Hai avuto un bel fegato ad affrontarmi direttamente, non c'è che dire. Ma la tua è stata solo fortuna - l'avvisai.

Lei ruotò la falce.

- Non fare troppo lo spaccone - mi rispose - So chi sei, Noah Jackson, figlio di Perseus Jackson e Annabeth Chase, nipote di Poseidone e Atena. Non passerai da qui tanto facilmente -

Dalla voce non poteva essere molto più grande di me, forse addirittura più piccola.

- Ti sembra giusto che tu sai il mio albero genealogico e io, invece, non conosco nemmeno il tuo volto? - chiesi sfacciato.

La ragazza fece un verso stizzito.

- Scordatelo, non farò il tuo giochetto - sbottò nervosa.

Ghignai. Era un trucco che usavo spesso e che era stato mio padre ad insegnarmi: "Provoca il tuo nemico e resta lucido. Il tuo avversario ti attaccherà a testa bassa pur di farti tacere e in preda alla rabbia non manderà a segno nessun colpo. Stancalo mentalmente e fisicamente, poi...toccherà a te e sferra il colpo di grazia". Mi diceva. E funzionava sempre.

- Giochetto? Quale giochetto? Non pensavo stessimo giocando a qualcosa - replicai - Ma dopotutto ci sta, è giusto che una bambina ha bisogno di giocare -

- Sta zitto! - urlò e si lanciò verso di me agitando la falce.

Più cercava di colpirmi, più schivavo i suoi colpi, più si agitava. Non era un avversario temibile, sapeva usare la falce si, ma non aveva tecnica, colpiva alla cieca e non era abituata al corpo a corpo. Il primo colpo era andato a segno perchè mi aveva colto di sorpresa ma non mi sarei fatto fregare di nuovo.

- Non dirmi che stai per metterti a piangere vero? - chiesi ridendo.

Lei urlò frustrata e cercò di colpirmi ancora. Aveva il fiato corto e i suoi movimenti erano rallentati. Era il mio turno.

Tagliai l'asta della falce con la spada, lasciandola disarmata. La presi per un braccio, glielo torsi e la sbattei per terra, mettendomi a cavalcioni sui suoi fianchi e puntandole la spada alla gola.
Il cappuccio era scivolato via ed ebbi modo di vederla in viso: era giovane, come avevo già intuito e poteva avere si e no 18 anni, aveva i capelli corti sulle spalle, lisci e rosa, e due occhi del colore dell'ossidiana che mi fulminavano con disprezzo.

- Bene bene - dissi divertito - Cosa ne dici di rispondere alle mie domande adesso, ragazzina? -

- Dovrai cavarmi le parole di bocca perché non ti risponderò mai - ringhiò.

Parlava inglese ma aveva un accento strano. Mi ricordava molto il modo di parlare di zio Draco e zia Hermione.

- Tu sei inglese - dissi ma non era una strega, su questo ne ero sicuro.

Le streghe e i maghi non usavano armi e non combattevano a quel modo. Gavin era un caso raro ma solo perché era cresciuto con me ed era stato addestrato da mio padre.

La ragazza strinse i denti e mi tirò una ginocchiata, schivando per un soffio le mie parti intime; mi scansai al volo e lei ne approfittò per rialzarsi.
Mi fece un gestaccio e corse verso la porta che dava sul tetto. Aveva intenzione di scappare!

Mi lanciai al suo inseguimento a lama sguainata ma mi bloccai quando un'ombra nera si alzò dal terreno tagliando la strada alla mia avversaria. Una mano uscì dall'ombra, la prese per il colletto della maglia e la tirò a sè, lei si dimenò ma pian piano una figura uscì dall'ombra e quando lei strattonò per sfuggirgli l'uomo la prese per i polsi bloccandola definitivamente.

- Mh...cosa abbiamo qui? - chiese l'uomo - Avevo percepito qualcosa di strano ma...questa è bella! -

Capelli neri lunghi fino alla spalle, occhi dello stesso colore, pelle bianchissima...e se non lo avessi conosciuto di persona sin da bambino l'avrei capito percependo la sua aurea.
Uno dei più potenti semidei della storia...
Il figlio di uno dei Pezzi Grossi...
Principe degli Inferi...
Il Ghost King...

La ragazza sbiancò, terrorizzata e si lasciò cadere in ginocchio.

- Bene bene...non è così difficile metterti in ginocchio, ragazzina - ghignò Nico Di Angelo.

- Zio? - lo chiamai.

Se c'era qualcuno che meritava quel nome era lui, visto che era davvero il cugino di mio padre.

Mi guardò.

- Va da Gavin, ha bisogno di aiuto...a questa signorina pensiamo dopo - mi disse - Intanto la terrò buona io -

Annuii e non me lo feci ripetere, presi le scale e corsi verso Central Park.

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