Seduto dentro alla sua macchina, il padre di Damon appoggiò l'obiettivo sul volante: era fermo in direzione dello svincolo ancora vuoto vicino a casa.
Gareth sapeva che non doveva aspettare molto, perché ogni notte succedeva sempre la stessa cosa: alla solita ora, lì dentro avveniva l'incontro tra due persone. Non trascorreva mai una nottata senza spaccio a Oakdale, mai che una persona in preda al fumo o agli acidi, non si trovasse distesa negli angoli della città.
Non erano valse a nulla le sue continue visite alla centrale di polizia; i richiami, le disperate suppliche sue e della moglie per portare un po' di ordine nel centro cittadino dov'era nato da poco il loro Damon.
Gli agenti dissero che avrebbero fatto delle ronde notturne per coglierli in flagrante, ma non cambiava niente.
Com'era possibile che dei cittadini qualsiasi continuassero a imbattersi in queste situazioni, mentre agenti incaricati a mantenere l'ordine in città, non li vedessero mai?
Gareth si era messo in testa che se la polizia non aveva voglia di trovare le prove, sarebbe stato lui stesso a fornirle.
Uscì di casa con questo pensiero, con la convinzione che delle foto avrebbero potuto far smuovere finalmente il controllo che tutti, non solo la famiglia Blanc, voleva.
La notte aveva divorato Oakdale.
Gareth sapeva che non sarebbe mai riuscito a inquadrare il volto delle persone, ma avrebbe almeno potuto far capire dove si appostavano.
Se la polizia fino a quel momento aveva deciso di fingere di non capire il luogo descritto dai coniugi, dopo quelle foto non avrebbe più potuto farlo.
Allo scoccare dell'una e mezza, un uomo camminava con le mani in tasca lungo il marciapiede in fondo alla via.
Gareth lo sapeva che era lui, lo sentiva così come sentiva che c'era qualcosa di grosso sotto per cui la polizia non agiva. Non appena l'uomo raggiunse lo svicolo tenuto sotto stretta osservazione dall'obiettivo di Gareth, svoltò cercando riparo tra quelle due pareti tanto vicine da permettere appena a due persone di entrarci.
Il padre di Damon scattò le prime foto.
L'uomo si portò una sigaretta tra le labbra, e la luce dell'accendino vicino al viso fornì a Gareth la possibilità di guardarlo in volto. Provò a scattare qualche foto per sicurezza, ma non aveva importanza se non fosse comunque riuscito a inquadrarlo, perché lui l'aveva chiaro nella sua testa, con i suoi capelli corti castani, i suoi lineamenti tondeggianti, gli occhi piccoli e il naso prorompente.
Si assicurò di ricordarselo, di non lasciare che il tempo lo cancellasse dai suoi ricordi.
Avrebbe fatto un identikit.
Sì, nella sua mente era tutto fatto. Finalmente.
Dopo un paio di minuti, lo raggiunse anche una seconda persona, si infilò nello stesso stretto svincolo e, in un rapido gesto, si scambiarono qualcosa che infilarono subito in tasca.
Gareth non si lasciò sfuggire nulla. Scattò una foto al secondo, ricreando una specie di video che una volta sviluppato avrebbe dato agli agenti la prova di cui avevano bisogno.
Un sorriso gli sfuggì dalle labbra.
Era riuscito a immortalarli. Ce l'aveva fatta.
«Questa volta è davvero la fine» sussurrò orgoglioso.
Alzò lo sguardo verso l'uomo che tornava nei suoi passi lungo il marciapiede, mentre si guardava attorno sospettoso.
Fu in quel momento che si chiese se potesse esserci qualcos'altro.
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Save me
Любовные романы𝗦𝗮𝗹𝘃𝗮𝗿𝗲 𝗾𝘂𝗮𝗹𝗰𝘂𝗻𝗼 𝗽𝘂ò 𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗲 𝗹𝗮 𝗰𝗼𝘀𝗮 𝗽𝗶ù 𝗽𝗲𝗿𝗶𝗰𝗼𝗹𝗼𝘀𝗮 𝗰𝗵𝗲 𝘁𝘂 𝗮𝗯𝗯𝗶𝗮 𝗺𝗮𝗶 𝗳𝗮𝘁𝘁𝗼. 𝗦𝘁𝗲𝗹𝗹𝗮 ha imparato a non contare su nessuno. Dopo la morte della nonna che l'ha cresciuta, si aggrappa al po...
