xiv.

23 9 0
                                    

𝐃𝐈𝐃 𝐘𝐎𝐔 𝐓𝐑𝐘 𝐓𝐎 𝐇𝐈𝐃𝐄 𝐈𝐓


Saori entrò nel pub e andò subito con lo sguardo alla ricerca di Keigo. Non trattenne un piccolo sorriso quando Keigo si accorse di lei e le fece un gran sorriso amichevole, alzando un braccio e salutandola. Poi tornò di nuovo a scambiarsi qualche parola con Toya, dietro il bancone, che cercava di destreggiarsi con Tomura tra i vari clienti, dato che quella sera Hana non era di turno.

Avanzò con la custodia in pelle nera dov'era conservato il suo basso elettrico: si era ritirata tardi da una sessione di prova con la band, perché quel week-end avrebbero avuto un piccolo live in un altro pub, e Yu in particolare scalpitava affinché fossero impeccabili. Così, appena finite le prove nel garage di Koruno, Saori si era catapultata nell'auto di Kai senza chiedergli neppure il permesso e si era fatta dare uno strappo al Black Angel.

La ragazza si sistemò meglio la custodia in spalla e capì che Keigo la stava aspettando al bancone, si era ritagliato uno spazietto tra le persone che aspettavano di essere servite.

Lo raggiunse e nel mentre gli guardò la nuca con i suoi capelli biondo scuri, così voluminosi che ci avrebbe volentieri intrappolato le mani, il giaccone di jeans e i jeans chiari che fasciavano il suo sedere pazzesco, e delle scarpe sportive bianche con strisce rosse ai piedi. Gli strinse appena una spalla, lui sembrò riconoscere immediatamente il tocco di lei, o almeno se lo aspettava, perché si voltò di nuovo con un sorriso sulle labbra. Le fece spazio, per quanto possibile.

"Ti ho ordinato una birra" le disse.

"Grazie".

Saori richiamò l'attenzione di Toya.

"Ehi, tienilo al sicuro" disse passandogli la custodia.

Non era la prima volta che succedeva, quando si presentava al pub col basso glielo conservavano nel retro.

I due fecero cozzare le birre non appena Tomura gliele sistemò sul bancone e Saori diede un sorso, osservando i barman cimentarsi nel loro lavoro.

Toya riempì un bicchiere di vetro di liquore e lanciò un'occhiata alle loro spalle.

"Keigo, potresti essere nei guai. Dietro di te a ore dodici è arrivata... quella gattina lì, con le sue amiche" lo informò, non ricordando il nome della donna e usando direttamente il nomignolo che l'altro le aveva affibbiato.

Lui sembrò intuire subito, strizzò un occhio e si grattò la barbetta cercando di capire come sbrigarsela, Saori invece gli lanciò un'occhiata.

"Che gattina?"

"Lunga storia".

"Che gattina?" chiese di nuovo Saori, con tono tranquillo ma inflessibile.

Keigo fece un mezzo sospiro.

"Si chiama Tomoko, è una donna più grande di me che ho visto qualche volta, però non è mai scattata la scintilla e ho terminato la frequentazione".

"E perché la chiamate gattina?"

"Perché è quel genere di persona lì" tagliò corto lui.

A Saori quelle risposte sbrigative non piacquero neanche un po'. Si voltò con la schiena contro il bancone e, sorseggiando la sua birra, andò alla ricerca della fantomatica gattina.

"Saori" la rimproverò Keigo, guardandola, ma lei lo ignorò.

Impiegò le informazioni ricevute per individuare chi potesse corrispondere alla descrizione, e trovò un gruppetto di tre donne e un uomo che stavano prendendo posto a uno dei tavoli ancora vuoti. Le trovò tutte e tre attraenti. Una era mora, con un caschetto e gli occhi scuri, l'altra aveva occhi azzurri e capelli biondi legati in una coda alta, col ciuffo laterale, e l'altra aveva lunghi e sciolti capelli verde smeraldo e due tondi occhi ambrati.

𝚖𝚢 𝚑𝚎𝚛𝚘 𝚊𝚌𝚊𝚍𝚎𝚖𝚒𝚊 𝚜𝚝𝚘𝚛𝚒𝚎𝚜Where stories live. Discover now