Drago ¦¦ Raimondo

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E racconta di draghi
Di uomini ormai destinati a sembianze orripilanti
Che solo le labbra di una principessa
Potrebbero sciogliere tutti gli incanti

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<< papà >>

lo chiamò nuovamente, Rosalia Giulia, mentre Raimondo stava per uscire dalla sua stanza.

<< sì, Lia? >>

<< Perché non mi hai mai raccontato storie con principi e principesse? >>

il Lombardo sorrise lievemente e tornò dentro la stanza della figlia, sedendosi al suo fianco 

<< Non ti serve nessun principe, Giulietta mia. quelle favole ti avrebbero dato una prospettiva della vita non vera.
Sei una donna forte e indipendente.
e se, avessi vissuto ai tempi dei "principi e delle principesse" come me e tua madre, capiresti che non hanno nulla di speciale o bello.
Ad alcune bimbe piace perché hanno bisogno di sognare e illudersi, ma tu hai già visto che la nostra vita è diversa. >>

<< allora raccontami com'era veramente >>

chiese incuriosita, Raimondo prese uno dei draghi di peluche che stavano sulla mensola e lo diede alla figlia.

<< va bene, ma ci aggiungiamo il tocco fantasy con un drago, neh >>

la bambina rise

<< Sandro adora i draghi >>

disse riferendosi al fratello maggiore.

<< lo so, piccolina. quando lui e la mamma torneranno dal weekend a Monza, potrai condividere il racconto >>

gli occhi della piccola si illuminarono "sìì"

Lui riprese il suo posto e cominciò a raccontare:

<< c'era una volta un principe, che rinunciò al suo ruolo per amore di una donna.
Una donna che avevano già potuto ammirare molti da vicino, tranne lui.
Una donna che gli costò una lunga e dura battaglia.
Alla fine, anche lui riuscì ad avvicinarla.
Ma fu soltanto l'inizio della fine.
Egli era molto giovane e molto incosciente.
Nonostante vivesse già da diversi "anni", non aveva ancora imparato niente.
Fece un tremendo sbaglio, qualcosa di molto brutto.
Lo fece alla donna tanto ambita, agli altri ammiratori... Ma soprattutto a se stesso.
Questo fece - giustamente - infuriare tanta gente...
E tra questa gente c'è uno stregone >>

Iniziando a sentire un peso nel petto a quei ricordi e temendo di starci andando giù pesante, per sdrammatizzare fece il solletico alla figlia, dopo la parola "stregone"
Lei iniziò a ridere e cercava in vano di liberarsi, lui le fece una carezza sulla testa e ricominciò il racconto

<< Lo stregone, molto arrabbiato, trasformò l'ex principe... In un drago.
Un drago "cattivissimo" agli occhi di tutti.
Ma la verità è che quel drago piangeva ogni notte per il suo grande errore.
Non era cattivo, ma ci diventò in  apparenza.
Tra chi lo odiava e chi lo temeva, -soltanto perché sputava fuoco-
Un giorno, si fece spazio... Una guerriera.
Che a vederla non lo sembrava a fatto, sai?!
Ma se solo si fosse seduta a raccontarti la sua storia, allora le avresti creduto.
Ella ebbe il coraggio di innamorarsi del drago e dei suoi aspetti più oscuri.
E lui, anche se non tornò mai più umano... Aveva l'illusione di esserlo quando stavano insieme >>

Per evitare di scoppiare a piangere, abbracciò la sua piccola Rosalia, che da prima gli si attaccò al collo e dopo cercò di ricambiare la carezza che le era stata fatta poco prima.

<< Papà... Io ti vorrei bene anche se diventassi un drago sputa fuoco >>

Il Lombardo sorrise e si sentì come sciogliere dentro.

Si staccò e le aggiustò i capelli che aveva sulla fronte

<< Ed io invece, sono sicuro che tu diventerai una fantastica guerriera >>

Rosalia Giulia sorrise al padre, ignorando che la storia di poco prima, non era altro che una metafora.
Il drago l'aveva davanti, la principessa poteva ammirarla ogni giorno -e ne faceva parte- mentre la guerriera l'aveva messa al mondo.

<< Che ne dici? Provi a dormire, adesso? >>

La bambina prese il drago e lo abbracciò

<< Sì. >>

Disse contenta.

Raimondo le sistemò le coperte e le diede un bacio sulla guancia

<< Buonanotte, piccolina. Per qualsiasi cosa o mi chiami o vieni direttamente, non farti problemi >>

<< Buonanotte, papà >>

Il Lombardo chiuse la porta e sospirò, venne distratto dalla vibrazione del telefono.

Gli venne da ridere quando in chat si ritrovò la foto di Lucia con la faccia contrariata mentre Alessandro dormiva tenendola per la maglia, con tanto di descrizione: "tre ore di casino: "mamma! Mamma! Andiamo a Monza, solo io e te. Mamma, mamma" ho rimandato i miei impegni per accontentarlo, e poi? "Sì ma comunque mi manca papà" mi sembra giusto. Alla fine l'ho solo portato in pancia per 9 mesi. Che vuoi che sia, gli manca papà" seguita da una faccina rassegnata e l'altra che rideva.

Gli pareva di averla già davanti agli occhi, la scena che sarebbe successa l'indomani, dove nemmeno il tempo di aprire la porta che Alessandro gli avrebbe saltato in braccio raccontadogli tutto - e lui avrebbe ascoltato con attenzione, nonostante quella città la conoscesse più che bene- senza staccarsi fino a sera.

Perché alla fine,
Esiste anche gente che ama i draghi.

Tessendo Il Giorno ¦¦ Raccolta di OsUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum