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La tipica giornata di Raimondo cominciava alle sei del mattino, la prima cosa che faceva era una fredda doccia per riprendersi del tutto. Subito dopo metteva i colari a Calipso - il suo pastore bergamasco - e Marlon -il mastino siciliano di Lucia- per portarli a fare la passeggiata mattutina. Una volta tornato a casa, aver rigorosamente pulito le zampe dei due cani ed essersi lavato le mani rigorosamente due volte, svegliava i figli. Ma questa non era una cosa casuale, andava fatta secondo un preciso ordine: dal più grande al più piccolo. Si doveva assolutamente iniziare da Alessandro e finire con Fernando.
Mentre i figli si preparavano e si svegliava anche Lucia, il lombardo iniziava a preparare la colazione.
Dopo aver fatto la colazione tutti insieme, era il momento dei saluti ed anche quelli andavano fatto secondo una precisa logica: Lucia, Alessandro, Rosalia e Fernando.
Lucia iniziava a lavorare alle nove, quindi era lei che accompagnava i figli a scuola mentre Raimondo alle otto era già all'ingresso dell'agenzia.
Ogni volta, prima di entrare, si assicurava prima una o due volte di aver effettivamente chiuso la macchina.
<< buongiorno, Marlena >> disse alla sua segretaria, una volta entrato.
<< buongiorno, Raimondo >> rispose la ragazza, già allegra di prima mattina.
<< Novità del signor Doyle? >>
Marlena controllò gli appunti per sicurezza e dopo rispose:
<< No, tutto come ieri. Non ha disdetto l'appuntamento >>
<< grazie, Marlena >>
Detto questo, andò nel suo ufficio. Come prima cosa disinfettò la sua scrivania, come sempre. Ma non si limitava a passare il disinfettante una volta, qualsiasi cosa facesse doveva essere ripetuta per un numero di volte pari... oppure gli sarebbe successo qualcosa di brutto. - o almeno, questo era quello che pensava costantemente -
Verso mezzogiorno e mezzo, bussò Marlena
<< è arrivato il signor Doyle >>
Lo informò, entrando. Raimondo si sentì sollevato nel vedere che la persona era in orario, era un buon inizio, lui odiava profondamente qualsiasi tipo di ritardo, anche minimo: sballavano i suoi impegni.
L'uomo che entrò nel suo ufficio, presentava delle caratteristiche tipiche di un irlandese: capelli rossi, lentiggini e un paio di occhi azzurri "nascosti" dal vetro degli occhiali.