Disaccordo ¦¦ Maximus - Raimondo

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Gli uccelli in cielo, canticchiavano di una nuova giornata soleggiata appena iniziata.
Tuttavia, in quel periodo, il tempo era l'unica cosa bella nella quotidiana vita di molte persone...
Insomma, era uno di quei famosi "periodi bui" dove sembra andare tutto male... Sia a noi che a chi ci circonda.

Nel corso di quella riunione, si erano riscaldati un po' gli animi e due dei partecipanti anche iniziato a litigare.

Mentre tutti asistevano alla discussione tra i due, da sotto il tavolo, Enea mise la sua mano su quella di Maximus e gliela strinse. Fu la prima azione che gli venne in mente quando si mise a pensare a come fargli avvertire la sua vicinanza e contemporaneamente comunicargli di non perdere il controllo.

<< senti; che ti piaccia o no, le decisioni in questo cazzo di posto toccano a me! Se non ti sta bene puoi andartene. >> il suo tono era inviperito. << detto questo, ve ne potete ritornare tutti da dove siete venuti, per oggi la finiamo qui. >> concluse il Laziale.
staccò la sua mano da quella del fidanzato e dopo si alzò per dirigersi verso l'uscita di quel posto.

Dietro lui, si sentivano dei tacchi riccheggiare nell'asfalto.

<< mi dispiac- >>

Maximus alzò una mano verso Lucia per interromperla, ma non le rispose. Poteva capire che lei si sentisse in colpa per chi si era messa accanto, tuttavia non era compito suo scusarsi.

I suoi scuri stivaletti, percorrevano le strade di Rieti più velocemente del solito.
Enea faceva quasi fatica a stargli dietro.

<< Max! >>

Il laziale sembrò non udire il suo nome, assorto com'era nei suoi pensieri... Dunque l'umbro velocizzò il suo passo cercando di raggiungerlo.

<< scusami, non vorrei seguirti come un cane, ma- >>

Enea allungò il suo braccio verso quello di Max, la sua mano toccò il morbido tessuto del giubbotto di quest'ultimo.

<< tranquillo. >>

La mano destra di Maximus si alzò portando alla sua bocca la seconda sigaretta di quel tragitto.

<< ascolta, lo so che sei arrabbiato e non dovrei intromettermi... Però, è già la seconda questa, Max. Davvero non sto cercando di peggiorare il tuo umore, semplicemente mi preoccupo >>

Il corvino allontanò l'oggetto della conservazione dalla sua labbra e dopo aver rilasciato il fumo, rispose:

<< hai ragione, scusa. >>

La spense e la buttò in un cestino lì vicino.

<< li mortacci sua e de chi ce l'ha portato in mezzo ar cazzo, me dà un fastidio allucinante, Enea. To giuro >>

<< sì, lo so... Ha un brutto modo di fare. >>

<< se sarva perché nun sono na merda e sono consapevole che secco com'è con 'na sola pizza lo mannerei in coma. >>

<< non ne vale la pena, Max. Davvero! È solo geloso perché vorrebbe stare al tuo posto. >>

<< il mio posto... >> il corvino si limitò a fare una smorfia.

Quando arrivarono nella casa in cui dovevano alloggiare per quella sera, lo zainetto di pelle che era solito portare Maximus, venne scaraventato sul divano.

Maximus tirò Enea verso sè per abbracciarlo. Il minore rispose appoggiando le sue labbra sul collo del corvino e iniziando a stampargli dei baci sparsi. - mentre le sue narici venivano riempite dall'odore di talco del bagnoschiuma che ricopriva la pelle del più grande. -

Tessendo Il Giorno ¦¦ Raccolta di OsWhere stories live. Discover now