Quattro.

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Per qualche assurdo motivo provavo fastidio, ma non ci feci tanto caso. Non notarono la mia presenza così iniziai a tossire sperando mi notassero.

Mr. Styles si girò di scatto e appena mi vide spalancò gli occhi come se avesse visto un fantasma spostando velocemente la ragazza che gli stava appiccicato. Ero sul punto di aprire bocca, quando lui parló prima di me.

«Puoi andare Sarah, riprenderemo dopo.» disse continuando a guardarmi.
La ragazza si alzó infastidita

«Samantha, mi chiamo Samantha.»

«È uguale» disse Mr. Styles irritato.

Appena Samantha o come si chiamava se ne andò Mr. Styles inizió a parlare

« E poi sarei io il maleducato che non bussa, Miss Hunserson» disse divertito.

A quel punto iniziai a pentirmi di essermi presentata lì. Sarei voluta andarmene, ma dovevo affrontarlo.

«Senta Mr. Styles dei miei stivali, non so nemmeno perché io mi sia presentata qui. Per qualche assurdo motivo pensavo di essermi comportata male e che avrei accettato la collaborazione, ma sa che le dico? Non intendo proprio accettare una collaborazione con uno stronzo che pomicia con la segretaria!»

«Sei gelosa Melanie?» disse in modo tranquillo a differenza mia.

Gelosa? Io? Sta scherzando, vero?

«Non voglio più continuare questa pagliacciata. Addio.»

Feci per girarmi, ma venni sbattuta contro il muro dietro di me.
Il suo viso era a pochi centimetri dal mio, la sua mano toccava la mia schiena per tenermi stretta a lui e con l'altra mi sistemava i capelli, era una sensazione bellissima; ma non per questo lo lasciai fare. Così cercai in tutti i modi di liberarmi.

«Mi lasci! o inizio a urlare!» fece un piccolo sorriso che piano piano si trasformò in una risata.

Quella risata, ne ero attratta.

Si avvicinò di più, le mie labbra quasi toccavano le sue.

«Sarai così pazza di me che non ti basterà solo una semplice collaborazione, vedrai. È solo questione di tempo»  riuscii finalmente a staccarmi dalla presa

«Idiota.» dissi allontanandomi per raggiungere l'ascensore.

Sul punto di chiudersi, una mano la riaprì di nuovo. Era di nuovo lui. Fantastico. Sospirai alzando gli occhi al cielo.

«Che fai mi segui?»

«Ti piacerebbe, ma veramente sto andando a cercare S..Sarah..S..Samantha» si capiva che era a disagio.

«Non sai nemmeno il suo nome! Roba da non credere.»

«Però so quanto è brava a letto»  Rimasi incredula dopo le sue parole e per non peggiorare la situazione non dissi nulla. A quel punto l'ascensore fece dei "versi" strani e le luci si spensero.
Al loro posto c'erano delle piccole luci con cui però non si vedeva nulla.

«Oh perfetto! Ci mancava solo questa»

«Non preoccuparti verrano a liberaci prima o poi»

Mr. Styles a differenza mia era tranquillo. Incredibile. Ignorandolo cercai il telefono nella borsa e chiamai Erah, che mi stava aspettando all'ingresso dell'enorme edificio.

Al terzo squillo finalmente rispose

-Ehi! Allora? Che è successo?-

-Erah sono in ascensore! Bloccata con..Mr Styles chiama qualcuno ti prego non sopporto più stare qui dentro-

-Stai scherzando? Non intendo proprio farlo, divertiti con Mr. figo tenebroso!-

Disse riattaccando senza lasciarmi rispondere. Rimisi il telefono nella tasca e posai lo sguardo su Mr. Styles che in quel momento mi stava fissando.

«Beh?» dissi fulminandolo con lo sguardo

«Ci sarà da divertirsi» disse avvicinandosi a me.

ERAH'S POV
Ero sicura che qualcosa tra loro due sarebbe successa e ovviamente stava per succedere. Decisi così di aspettare fuori per prendere una boccata d'aria quando qualcuno mi andò addosso facendomi cadere il telefono a terra. Non notai la persona che mi era appena andata addosso perché ero troppo occupata a guardare il mio telefono ormai completamente andato. E adesso? Mi chinai a recuperarlo.

«Sei cieco? Guarda dove cammini e fai più attenzione! Accidenti mi hai rotto il telefono» dissi posando lo sguardo su un ragazzo dagli occhi azzurri.

Erano di un azzurro intenso. Erano perfetti. Lui era perfetto. Aveva i capelli tirati all'insù e portava del caffè in mano. Stavo praticamente sbavando.  Il ragazzo rimase per un po' a guardarmi poi finalmente si accorse di quello che aveva fatto e mi aiutó a riprendere i pezzi del mio telefono ormai andato.

«Mi dispiace tantissimo non ti ho vista! Mi sei piombata addosso!»

«Veramente sei tu quello che mi è piombato addosso!»

Dio, sembrava un modello.

«Per scusarmi ti offro il mio caffè» disse sorridendomi e porgendomi il caffè. Lo presi senza esitare due volte. Ne avevo davvero bisogno.

«Grazie, questo peró non sistemerà il mio cellulare»

Sorrise abbastanza divertito. Non capivo cosa ci trovava di divertente.

«Beh, saprò come farmi perdonare piccola».

Piccola?

«Non chiamarmi così, è fastidioso»

Non fece caso a quello che avevo appena detto ma guardò l'orologio e poi ritornò a posare i suoi splendidi occhi su di me.

«Devo proprio scappare, piccola. Ci rivedremo presto»

Gli rivolsi un falso sorrido alzando poi gli occhi al cielo. Lui ancora più divertito mi afferrò il polso.

«Non mi hai ancora detto come ti chiami»

«Già, e non ho proprio intenzione di farlo. Potresti essere un maniaco»

Il suo sorriso scomparve facendo un espressione triste e delusa. Forse sono stata un po' stronza ma in fin dei conti se lo meritava.

«Non ha importanza, lo scoprirò da solo. Ci vediamo in giro, piccola» disse avvicinandosi sempre di più lasciandomi un leggero bacio sulla guancia per poi allontanarsi.

Rimasi scossa per un paio di minuti ripensando a ciò che era appena successo.

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Holaaa, spero vi sia piaciuto grazie per le 85 visualizzazioni

Scritto da Era.

So the same, but different {h.s} (Italian Story)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora