9. I don't see the common thread even though I know it exists

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«Scherzando si può dire di tutto, anche la verità.»
Sigmund Freud

SHEILA

Alle sei del mattino, dopo aver accuratamente osservato le splendide sfumature fredde e buie, farsi calde e lucenti, ho deciso di alzarmi dal letto, che per l'ennesima volta ha dovuto subirsi un tentativo di sfogo arrancato e sempre inutile negli anni.

Senza creare alcun rumore mi dirigo in bagno e ci rimango per un tempo indefinito. Voglio solo tornare a essere la mascara strutturale di sempre.

Così dopo aver ripreso le sembianze di sempre mi precipito fuori e vado a vedere se ancora la mia compagna di stanza dorme come se niente fosse successo e rimango sorpresa che non ci fosse più.

Sorpresa ma anche indifferente mi preparai e con estrema calma, disinvolta, arrivai in Sala grande per fare colazione.

Notando che, come sempre da ormai due settimane, la gang sta nel suo spazio con anche Nora, traditrice puttana, e che se ne stanno tranquilli. E quando passo mi fissano peggio di un Red carpet.

A rivedere o pensare solo a quella Pecorella fallita mi sale un nervoso e una fottuta voglia di scatenare un putiferio solo per fargli male davanti a tutti.

Ma mi riscuoto da tutto e mi siedo al tavolo indifferente a qualunque cosa, discretamente distante da quelli, ma vicino a una ragazza che non mi fa salire l'urto.

Se non sbaglio di cognome fa Berkshire, è del quinto anno e non so altro. Non mi interessa particolarmente sapere qualcosa su cui mi sta attorno, praticamente nulla.

Ma lei non mi è mai stata così antipatica, si è sempre distinta tra tutti.

Mi piace perché non parla mai e si fa sempre i cavoli suoi, qualche volta mi ci sono scontrata al lago nero e a Hogsmeade, mentre qui mai, non so perché, forse perché io sto sempre nei miei soliti quattro posti.
Però non ci ho mai parlato. Non so nemmeno il suo nome.

Be' ma alla fine perché chiederlo e intraprendere una conversazione che non porterebbe a niente di convincente, da farsi che io possa avere una persona con cui parlare. Tanto so che sicuramente anche lei mi tradirà.

È sempre così è ovvio che non si muoverà la cosa in nessun modo. Non farà mai neanche un lieve spostamento.

Sono io il problema.

Quella che non sa mantenere un contatto umano, magari perché non vedo l'umanità da così tanto tempo che non so nemmeno come sia.

Ripongo alcune di quelle cibarie nel mio stomaco, pensando all'allarme che ormai persiste nella mia testa da anni.

Ovvero mai fare conversazione.
Si attiva in ogni momento, praticamente quando delle persone mi sono vicino e inizio ad aprire la loro bocca, e a maggior ragione quando mi rendo conto che hanno quell'espressione.

Quella che ti fa intuire che ti vuole parlare ma non vuole creare disturbo o altro.
Ecco quella mi scatta il tintinnio nel cervello e mi fa lentamente scappare senza dare nell'occhio.

Lasciando stare tutto ingerisco il cibo davanti a me e con mia grande sorpresa la ragazza emette un sospiro e con un sorriso enorme guarda davanti a sé. Sembra indemoniata.

Chi sorride così tanto?
Mi sta mettendo ansia quindi devo fare qualcosa.

«Ehm ma stai bene?» chiedo infatti rivolta a lei.

Quella si volta verso di me e mi osserva ancora con il sorriso, sembra che qualcuno gli abbia lanciato un pietrificum totalus. Ma che cazzo ha da sorridere?

Infinite Darkness | Mattheo Riddle Where stories live. Discover now