10. Instinct

234 12 2
                                    


«Per quanto basso sia un istinto è sempre a portata di mano.»
Mirco Stefanon

SHEILA

Rimasi tutto il giorno a scrivere e perdermi nei rumori della foresta, del lago e delle sue acque così nitide e intonate a un suono calmo e naturale.

Mi calma sempre questo posto. Mi ricorda lightmare, solo che qui c'è solo un più di pace.

Persi la cena e le lezioni ormai erano dimenticate, sarebbe stato un problema di domani.

Non mi interessa di nulla, assolutamente nulla, se non capire e rilassare le informazioni contenute nella mia mente, che diventano palline rimbalzanti all'interno della mia testa.

Quelle palline che sono dentro la mia scatola cranica da fin troppo tempo, che però non riesco a far uscire da lì.
Sono troppo pesanti e comode, nel tempo ci ho fatto l'abitudine.

E mi sono arresa al fatto che non se ne andranno mai. Loro fanno parte di me e io non sono nulla.
Non hanno importanza.

Stavo guardando le piccole onde create dal vento spargersi per il lago, alcune chiome di albero perdere rare foglie, che ha fine settembre si fanno vedere, e quantificando la quiete in questo meraviglioso posto.

Quando avverto un rumore, come dei passi, un respiro e degli occhi puntati su di me.

È Riddle.

Che ci fa qui lo stronzo? Giuro che lo uccido se continua così. Inizio a pensare che sia ossessionato da me, essendo che mi segue ovunque e mi infastidisce molto più del solito.

«Non sono ossessionato da te, piccolina.» specifica leggendo nella mia mente.

Sto bastardo.

È ancora dietro di me. Posizionato probabilmente a cinque metri di distanza e sarà appoggiato a un albero. Non mi giro per guardarlo gli rispondo stando nella mia posizione e guardando avanti.

«Ah no e allora perché leggi di nuovo la mia mente, perché mi segui ovunque e per quale motivo sei qui, pecorella?»

Lui emette uno sbuffo divertito. «Troppe domande per una che dice di fregarsene di me, non credi piccolina?»

Alzo gli occhi al cielo, ma davvero deve dire ste strozzate?

«No coglione. Sono solo confusa e guardinga sul fatto che tu da quest'anno hai deciso di cagare il cazzo ancora di più.» lascio in sospeso per un attimo, prendendo la decisione di girarmi verso di lui.

E lo vedo come previsto appoggiato con la spalla a un tronco e ovviamente ha le braccia incrociate. Classico.

«Quindi che cazzo ci fai qui?» finisco poi.

Alza un sopracciglio notevolmente sorpreso e da sfottimento. «È una domanda a cui non riceverai mai una risposta.»

Sospiro e mi arrendo al fatto che non mi dirà assolutamente niente.

«Quindi cosa vuoi fare esattamente?» domando come se stessi fancendo la cosa più complicata. «Sempre se vuoi fare davvero qualcosa. Perché ricordo che scappare ti riesce molto bene.»

«Oh ha parlato la scappatrice per eccellenza.»

«Almeno sono qualcosa piuttosto che essere l'inutilità in persona.»

Chiudo il quadernino e lo metto nella borsa di tela che tenevo appoggiata sul tronco al mio fianco.

Poi lui decide di sedersi sul mio stesso legno, a distanza di sicurezza, tirando di nuovo fuori una sigaretta.

Infinite Darkness | Mattheo Riddle Where stories live. Discover now