12. No it does not

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«Viviamo in uno stato di confusione permanente,
in giro c' è molto chiacchiericcio e poca verità umana.»
Carlo Fruttero

MATTHEO

«Coglione. Ti pare il caso di fare una cosa del genere?» domando per la milionesima volta a quel dannato Nott.

«Ma che ne sapevo io, pensavo che se gli avessi detto ciò, non mi avrebbe considerato un ragazzino.» mi risponde idiotamente.

Non posso davvero credere che voleva la sua approvazione. È davvero un coglione.

«Ma cosa cazzo ti passa per la testa? Neanche gli interessa di te. Diamine nemmeno questo posto o il nostro compito gliene può fregare qualcosa.» cosa può saperne però lui, nulla quindi che mi arrabbio a fare.

«Lascia perdere, sistemerò le cose io. Tu fai il tuo di compito e non interferire con altro se non vuoi finire morto.» gli ordino più serio che mai.

«Certo.» e avuto il suo accenno me ne vado sbattendo la porta.

Perché sono sempre circondato da idioti patentati? Ma chi lo sa cazzo.

Ora dovrò trovare un modo per riparare al danno di Nott, che chi sa come è riuscito in quello che non pensavo potesse fare. Usa il cervellino che ha solo per fare cose da idioti e mai quando servirebbe. Cosa ne parlo a fare, alla fine devo risolvere tutto io perché potrebbe succedere altro e non deve assolutamente.

Gli avevo comunque detto a tutti di non commettere cose senza dirmelo, glielo avevo ordinato e loro avevano capito, a quanto pare lui non l'ha afferrato perfettamente.

Perché a chi diavolo viene in mente di andare da mio fratello, quel rincoglionito, dirgli che il lavoro sta andando bene e che il merito fosse di Nott. No davvero io ancora non concepisco l'idiozia che c'è nei neuroni di quel ragazzo, è spaventosa e patetica.

Aprendo la porta trovo la stanza quieta e con un Malfoy dormiente, cosa strana essendo che abbiamo finito da circa venti minuti la lezione e mi sembrava attivo.

Chiudo la porta e mi vado a sedere sulla sedia della scrivania, qualcosa troverò per cercare di fare star zitto mio fratello.

Prendo penna e carta, pregiati perché sia mai che non lo siano, e inizio a scrivere.

Questo era un altro argomento del quale non volevo analizzare ma lo devo fare.
Io non odio Tom, lui non ha colpe, ha sempre fatto solo quello che gli veniva chiesto e eseguito come me il lavoro. Solo che lui non ha mai dovuto sporcarsi le mani, macchiarsi la coscienza a soli quattro anni, non è stato fuori casa una settimana quando aveva sette anni solo per far vedere al padre che era adulto a quel età.

E so che non è stata sua la scelta di far le cose in casa e senza problemi, sono a conoscenza perfettamente che subiva anche lui le stesse cose solo che non hai mai fatto niente per me, per farlo smettere. Io non so cosa provo ma odio che le cose non siano andate diversamente se lui avrebbe parlato.

Purtroppo il pelato ascolta più lui che me, da sempre, cosa che mi va bene se solo fosse stato diverso.

«Da quanto sei qui?»
Il biondino si è svegliato dal suo sonnellino di bellezza.

Butto la penna sulla scrivania e piego il foglio in due parti, lo ripongo nella busta e ci metto il sigillo di famiglia per poi aspettare che il gufo arrivi.

Infinite Darkness | Mattheo Riddle Where stories live. Discover now