Capitolo 1

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13 Luglio

L'aria afosa di Lawrence era prima tra le cose che Dean non sopportava, insieme alle verdure cotte, la birra calda e le ammaccature sull'auto, il resto era secondario. Aveva solo il giovedì come giorno totalmente libero, oltre al fine settimana, e se la spassava da Roadhouse con Benny e gli altri suoi colleghi meccanici, a flirtare con tutte le cameriere - soprattutto Jo, la figlia della proprietaria - e bere e discutere di tutto. I suoi folli piani di partire per l'Alaska non li aveva ancora svelati ai ragazzi, forse non sapevano neanche che studiasse astronomia. In effetti l'unico a saperlo era lui stesso. E Bobby. Neanche suo fratello Sam ne era a conoscenza, lui studiava legge a Stanford, lo vedeva al massimo due settimane all'anno. L'ultima volta che si erano visti era stato alla festa di fidanzamento di lui e Jessica, la sua storica fidanzata del liceo, gli aveva fatto gli auguri e si era congedato tornando a Lawrence, non conosceva nessuno, era totalmente a disagio. Un'altra cosa che Dean non sopportava era sentirsi a disagio.
Quel giovedì mattina si svegliò qualche ora più tardi, guardando il calendario e osservando meglio il grande cerchio rosso intorno al 15 luglio. Due giorni, mancavano solo due giorni. Era così felice al pensiero che si svegliò quella mattina e lavò la macchina, fece il bucato, si mise quasi a ordinare tutte le carte e gli atlanti sparsi per i divani e i tavoli. Sentiva quella leggerezza nel cuore ma allo stesso tempo aveva l'ansia, non riusciva ad aspettare fino a sabato mattina. Aveva ottimi presentimenti a riguardo, come se sapesse già che si sarebbe divertito e che gli sarebbe successo qualcosa di bello. Aveva sentito dire alla Roadhouse che ci sarebbe stato un enorme reparto totalmente dedicato agli astri, un planetario e un'esposizione sulla storia dell'astronomia nel corso dei secoli. Gli altri reparti sarebbero stati di fisica odierna, una sala cinematografica dove guardare i filmati storici e anche un reparto marino. Avrebbe visitato tutto il museo, e magari avrebbe anche chiesto di restarci per la notte. Non aveva visto molti musei grandi in vita sua, e soprattutto in ventisei anni non aveva mai visto un vero e proprio planetario, con il lavoro e le varie faccende che lo tenevano impegnato non trovava mai il tempo e la possibilità di andare all'osservatorio di Tucson, quello che aveva il telescopio bioculare gregoriano, una meraviglia, insomma. Duemila chilometri da solo, per diciassette ore, non lo allettavano per niente, nonostante l'idea di andare lì lo affascinasse terribilmente. Gli piaceva viaggiare, ma non il solitaria. Spesso durante il fine settimana insieme a Benny e i suoi colleghi facevano escursioni intorno al Clinton Lake e passavano un bel weekend in cui Dean silenziosamente ne approfittava per uscire dal camper e osservare le stelle con un semplice binocolo. Scrutava le costellazioni quando erano visibili. Per esempio, l'ultima volta era il primo di maggio ed era in campeggio con i ragazzi, quando a mezzanotte in punto sollevò il binocolo verso l'ammasso di stelle e vide lo Scorpione. Non andava al Clinton Lake da un po', magari avrebbe organizzato qualcosa dopo l'inaugurazione.
Ancora una volta si rese conto di sentirsi davvero felice, quella mattina, non era così di buonumore di solito. Lo era ugualmente, ma non così tanto. L'idea di poter passare qualche ora imparando cose che lui non conosceva da esperti e studiosi universitari lo rendeva davvero ansioso. Non riusciva ad aspettare.
Fece una doccia fresca e uscì di casa con l'Impala, imboccando subito la strada principale che lo portava al suo osservatorio personale, al Prairie Park. Quel parco riceveva ogni giorno tanti visitatori, soprattutto la mattina del sabato, quando Dean aveva un giorno libero e si permetteva qualche ora per disegnare le sue carte e leggere dei libri in totale relax. A volte qualche uccellino gli sfrecciava davanti agli occhi e sobbalzava, impegnato a leggere o a scrivere qualcosa, poi si alzava, prendeva da bere al chiosco e tornava a casa, pranzava e trovava qualcos'altro da fare, e lui aveva tante cose che poteva fare.
Il Prairie Park quella mattina era un po' più affollato degli altri giovedì, i genitori entravano in ferie e portavano i figli a vedere gli animali e i boschi. Dean stese il suo telo da spiaggia sul suo solito angolo all'ombra di un grande albero che aveva intorno ai trecento anni, si mise comodo e chiuse gli occhi, inspirando a fondo l'aria fresca e pulita. Aprì un occhio per scrutare un po' intorno a lui, sentiva delle voci sia di bambini che si rincorrevano che di adulti che chiacchieravano passeggiando per i viali.
Dean notò molto tempo dopo qualcun altro che, come lui, si stava godendo la giornata. Era seduto contro un albero con addosso una maglietta nera aderente dall'altra parte del viale. Si scambiarono un'occhiata e Dean salutò cordiale con un cenno della mano, subito ricambiato dall'altro, che si affrettò a distogliere lo sguardo. Dean tornò a sdraiarsi sul telo poggiato sull'erba fresca ma sentì una sensazione strana, come un bruciore al petto. Provò a inspirare ed espirare ma non passava. Pensò che fosse la fame, così raccolse le sue cose per andare a casa, lanciano prima un'ultima occhiata al ragazzo dall'altra parte. Lo vide spostare la testa da un'altra direzione. Distolse lo sguardo anche Dean. E il ragazzo riprese a guardarlo, ma Dean non poté saperlo.

SPAZIO AUTRICE
Ciao! Premetto che è la mia prima destiel seria (non come quella dei gattini ahah) e sono contentissima di scriverla. Ringrazio di cuore Sara e Claudia che mi danno sempre ottimi consigli e molte idee carinissime e tutte le altre persone che leggono.
Tutti i nomi di parchi e musei e osservatori vari sono veri, ho controllato su wikipedia per non fare qualche fail.
Non lo so, ditemi cosa ne pensate anche se da questo brevissimo capitolo non c'è molto da dire.
Baci, Angelica

Does the Moon actually attract the OceanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora