Capitolo 11

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Aggrovigliati sul divano in pelle nera che d'estate diventava una ventosa, Dean e Castiel si erano addormentati per una mezz'oretta dopo aver guardato un film di cui Dean non avrebbe ricordato il titolo né tutto il resto visto che avevano pensato più a baciarsi e ad accarezzarsi che a seguire la trama. Castiel aprì gli occhi pigramente e notò che il tempo fuori era migliorato, c'era una lieve coltre grigio chiara a coprire il blu del cielo, ma non pensava che sarebbe migliorato. Erano circa le quattro del pomeriggio, e lo schermo del televisore era completamente nero. Forse non l'avevano neanche visto il finale del film. Volse lo sguardo verso Dean che era steso alle sue spalle, con un braccio intorno al torace e l'altro teneramente sotto la guancia a fargli da cuscino che dormiva ancora profondamente senza emettere alcun suono, solo un sottile respiro tranquillo. Immaginò che non dormisse da molto. Si liberò con cautela dal suo abbraccio e andò in cucina a preparare un caffè, e nel riflesso del vetro di uno degli sportelli della credenza vide se stesso con i capelli in disordine, gli occhi assonnati e un sorriso beato; abbassò lo sguardo verso le tazzine che aveva preso e sorrise ancora di più.

Non credo che tu sia mai stato più felice di così, Castiel. E no, non lo era mai stato, per niente.

Mise il caffè a bollire sul fornello a fiamma bassa, così da avere tutto il tempo di andare a svegliare Dean nonostante gli dispiacesse da morire disturbarlo in quel momento. Era bello da vedere, fin troppo bello. La maglietta che Castiel gli aveva prestato per cambiarsi dagli abiti zuppi dalla pioggia gli andava leggermente aderente, mentre i pantaloni di tuta gli calzavano insolitamente bene, forse erano solo un po' più corti. La loro differenza di taglie lo fece quasi ridere. Prese ad accarezzargli il bicipite sinistro con i polpastrelli, il che lo fece sospirare nel sonno, ma non si mosse, e pensò che forse l'avrebbe lasciato dormire ancora dieci minuti. Il caffè non era ancora uscito.

Andò in bagno a lavarsi i denti, perché il sapore che si ha in bocca quando ci si sveglia è pastoso e fastidioso e non voleva averlo addosso, soprattutto con lui che dormiva sul divano. Castiel si sentiva in apnea in quel momento, come se Dean l'avesse travolto e non lo lasciasse respirare, ma era una sensazione così bella, e si sarebbe lasciato travolgere da lui ancora e ancora, fino allo sfinimento, fino a perdere i sensi, forse persino fino ad annegare. Si sentiva così accecato dai suoi sentimenti che non gli importava più nulla di tutto il resto, si sentiva che sarebbe stato capace di impacchettare l'essenziale e partire per l'altro capo del mondo da un momento all'altro insieme a lui se glielo avesse chiesto.

Lavatosi i denti, si sentiva decisamente meglio, e andò a controllare il caffè, che iniziava a fumare e a salire, così andò a svegliarlo, deciso a farlo. Gli si avvicinò all'orecchio e lasciò un bacio, lo chiamò più volte sottovoce, ma niente.

Castiel, lo hai steso.

All'improvviso si sentì il petto e il naso bruciare e si allontanò dal divano per emettere un fortissimo starnuto che fece svegliare Dean di soprassalto.

Sei un grande, Castiel.

«Cas,» mormorò Dean ancora nel mondo dei sogni «mi hai fatto prendere un colpo.»

Castiel si mise a ridere per il suo tempismo eccezionale. «Scusami.»

«Così la prossima volta impari a non andare in giro mezzo nudo» fece finta di rimproverarlo. Si sollevò dal divano e tese le braccia verso Castiel che gli afferrò le mani nel tentativo di sollevarlo, ma Dean fu più forte e più pronto e lo attirò a sé di nuovo, baciandolo con tanto di quel fervore che a Castiel girò la testa.

«Il caffè...»

«È dentifricio quello che sento?»

Castiel annuì e si ritrovò con la schiena sul divano e Dean addosso a lui che lo riempiva di baci sulle labbra, sulle guance, scendendo lungo la mascella e lungo il collo. Castiel stava per esplodere.

Does the Moon actually attract the OceanWhere stories live. Discover now