Capitolo 10

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A distanza di almeno sei o sette mesi signore e signori sono tornata hola hola siete autorizzati a prendermi a pomodorate, ma ve l'avevo detto che avrei aggiornato e che non l'avrei abbandonata questa storia perché ci tengo davvero tanto, e tengo particolarmente a questo capitolo che è il capitolo più lungo fino ad ora ed anche quello che tutti aspettavano – o almeno credo – e che altro dire, buona lettura!

Dentro il petto sentiva un tiepido bruciore, quasi rassicurante ma che di rassicurante aveva ben poco dal momento che non riusciva a togliersi dalla testa l'espressione di Dean quando era sceso dalla macchina scappando da quello che stava per succedere. Eppure lo voleva, lo voleva?, ma se l'avesse voluto davvero non sarebbe scappato in quel modo, e se non gliene fosse importato poi così tanto non starebbe rimuginando sull'accaduto mangiandosi le unghie e sentendosi profondamente il petto bruciare. Quello che era tiepido bruciore, improvvisamente si era tramutato in senso di colpa. In un falò, metaforicamente.

Era troppo tardi per telefonarlo, ma anche se l'avesse fatto cosa avrebbe ai potuto dirgli? Scusami se mi faccio ogni genere di film pornografico mentale di noi due e poi non riesco a baciarti perché probabilmente ti metterei imbarazzo, gli avrebbe detto questo?

Dean probabilente non era uno che se la prendeva tanto, o almeno all'apparenza così poteva dimostrare, per questo Castiel si sentiva in colpa, perché Dean era sempre stato giudicato più forte di quanto in realtà fosse, come senza sentimenti. Cosa che non era affatto, anzi, era di un'emotività incontrollata e lasciata inguarita per tanto, troppo tempo.

Iniziava a sentirsi stufo di questo modo un po' alla buona di frequentarsi, un tira e molla continuo a chi resisteva di più o a chi sapeva girare meglio intorno all'argomento. Era evidente cosa entrambi provassero l'uno per l'altro, perché allora se lo nascondevano, che senso aveva? Allungare il brodo non l'avrebbe reso più saporito, e mettere in chiaro le cose il prima possibile forse sarebbe stata la cosa migliore.

Decise di dormirci su, tanto una notte in bianco sarebbe stata dannosa e niente di più. Il giorno dopo al museo avrebbe dovuto fare da guida a una scolaresca liceale, niente di più snervante di trenta o quaranta ragazzini che masticano chewing-gum squadrandoti dall'alto in basso, ridacchiando per un errore dovuto al parlare velocemente o all'agitazione, quei ragazzini viziati di quindici o sedici anni che pretendono di conoscere il mondo senza neanche aver finito di conoscere casa loro. Amava i bambini, certo, finché restassero bambini.

Pensando a cosa avrebbe potuto fare l'indomani, si addormentò di colpo, sognando solo un dinosauro di ossa che gli diceva che lui e tutti i suoi simili si erano estinti per colpa di una Chevy Impala del '67.

Si svegliò ridendo dell'assurdità.

Dean si svegliò gettando per terra la radiosveglia che suonava da circa cinque o sei minuti che sembravano cinque o sei giorni. Aveva dormito, profondamente anche, ma il ricordo della delusione della sera precedente lo metteva di pessimo umore, anche se allo stesso tempo aver preso a calci Sam era stata più che una liberazione, era stato lo sfogo più bello della sua vita e non se ne pentiva, non più, neanche un po', perché sapeva che quel figlio di puttana una scaricata di botte che non aveva mai preso se la sarebbe meritata, ed era anche pronto ad assumersene le conseguenze. Stava perdendo la cognizione dei giorni, ormai, e per quel giorno, qualunque esso fosse, si dedicò silenziosamente al lavoro in officina, tenendo la testa bassa e il broncio per tutto il giorno. Niente lo fece sentire meglio. Neanche quando tornò a casa nel tardo pomeriggio e gli fu confermata la sua ipotesi dell'allineamento di Giove e Venere il 25 agosto riuscì a sorridere, provò solo un gran senso di vuoto. Nulla gli sembrava avere più senso. Castiel non chiamò, e neanche lui. Se Castiel era fuggito la sera prima da quello che poteva essere il primo vero bacio da – quanto tempo lo frequentava? – settimane, allora stava avendo dei ripensamenti. Aprì il frigorifero e lo richiuse, senza prendere nulla, non aveva fame, non aveva sonno, aveva solo una gran voglia di andare in coma e risvegliarsi quarant'anni dopo.

Does the Moon actually attract the OceanWhere stories live. Discover now