Capitolo uno

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Anastasia

«Non ci credo» Grace mi tira una gomitata e mi bisbiglia all'orecchio, anche se più che bisbigliare è urlare. La mia migliore amica ha qualche problema nel controllare il suo tono di voce.

«Sono solo dei nuovi studenti, arrivano tutti gli anni, e a te la maggior parte delle volte non può fregare di meno» ribatto io.

«Magari stavolta ci sarà qualcuno di interessante. Non è mai capitato che arrivasse un gruppo di nuovi ragazzi, non lo hai notato?»

«Rimango comunque dell'idea che non cambierà niente»

Vedo Grace sbuffare e colpire il tacchetto dello scarponcino a terra svariate volte, in preda all'entusiasmo. Poi, la voce del preside rivolge di nuovo i miei pensieri al suo discorso.

«Il loro arrivo è previsto per la prossima settimana. Nella vostra classe saranno aggiunti due di questi nuovi ragazzi, confido in voi nel farli sentire entrambi a loro agio. Detto questo vi auguro un buon proseguimento della lezione.  Arrivederci e grazie a tutti dell'attenzione»

La classe si riunisce in un sonoro: «Arrivederci!» seguito poi da vari bisbigli incuriositi sulla situazione, e Grace si gira immediatamente verso il ragazzo nei banchi dietro di noi. «Incredibile! Ci voleva proprio qualche cambiamento, stava diventando noiosa la questione»

Aaron, il pezzo mancante del trio che mi accompagna ormai da svariati anni nel corso della mia vita, la squadra con uno sguardo non molto amichevole.

«Non è una cosa molto carina da dire»

«Lo so, eppure è la verità» il mio amico fa spallucce.

«Sei una causa persa!» si aggiunge la mia compagna di banco.

«Ehi, non fare la finta santa! So che la pensi esattamente come me», la lite continua. La rossa si rivolge a me, come se potessi trovare qualcosa da dire per difenderla.

«Mi dispiace, cara. Sei indifendibile»

«Allora siete entrambi cause perse» esclama Grace da dietro di me. Mentre bisticciavamo, lei si è alzata ed ha iniziato a pettinarmi i capelli con le dita.

«Grace...» sbuffo infastidita. Lei sa quanto odio che le persone mi tocchino i capelli.

«Lo so, lo so. Ma sono così belli, il sole che rifletteva sul vetro della finestra li faceva brillare di luce propria, non ho potuto resistere»

Comincio a guardarmi le mani, in cerca di qualche pellicina da torturare. Molte cose mi rendono nervosa, questa è una di quelle. La voce del professore che è appena entrato in classe mi salva però dalla situazione.

«Buongiorno»

Grace si siede immediatamente, con Sinclair non si scherza. Io mi giro e la lezione comincia.

🩶

Un'ora più tardi il suono fastidioso della campanella segna il termine della lezione e mi dirigo con il trio dell'Ave Maria in mensa.

«Nastia!» urla mio fratello appena mi vede.

Cammino a testa bassa per tutta la mensa, fino ad arrivare a pochi metri dal tavolo di Chris.

«Siamo qui» urla lui, di nuovo.

«Lo vedo, cretino. Siamo a cinque metri di distanza» procedo io, mentre i miei amici e Logan ci guardano divertiti. Mio fratello mi penetra con quei suoi occhietti verdi magnetici, mentre i capelli mori e mossi gli ricadono sulla fronte, in un ciuffo che lo fa assomigliare alla metà dei ragazzi della sua età, e che copre i lineamenti delicati del suo viso.

I Knew You Were TroubleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora