Capitolo sette

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Anastasia

«Sarebbe da menare, questo qua» esclamo sbraitando silenziosamente verso il prof di ginnastica.

«È un pezzo di merda» conferma Grace.

Non so perché, ma ogni giorno ce l'ho sempre di più con quell'energumeno che mi insegna la fondamentale disciplina delle scienze motorie e sportive.

In realtà, ho più che un motivo per avercela con il giovane vecchio che stanzia davanti a me e con la sua aria di superiorità.

«Ah ragazzi, un'altra cosa...»

«E adesso che vuole?»

«Sta' zitta che vi sente». Alex non si astiene dall'immettersi nelle conversazioni nemmeno oggi.

L'unica risposta che riceve, però, è uno sguardo mortuario.

«...Ci sono stati dei problemi in una delle due palestre della scuola, quindi la condivideremo con un'altra classe»

Io e Grace ci guardiamo, abbastanza interdette dalla notizia, poi riprendiamo a fissare il professore, che ci sta guidando verso una delle due palestre che, apparentemente, non è ancora crollata.

«C'è qualcosa in questa scuola che non sta cadendo a pezzi?»

«Non penso»

Ci passa vicino il nostro migliore amico, a maniche corte. «Ti sei accorto che è dicembre?» domando incuriosita.

«Sono 100 metri, non morirò di freddo in 5 minuti»

«Mettere la felpa ti sapeva troppo faticoso come gesto?» ironizzo, notando che Grace cerca in tutti i modi di evitare lo sguardo di Aaron.

«Si, ma poi voi non avevate litigato?», il ragazzo abbassa il tono di voce.

Ah, giusto.

Mi sale un po' di nervosismo, a pensare a quanto facilmente la mia migliore amica possa cambiare idea. Ma decido di accantonarlo, per non tornare alla situazione di ieri.

Si era già trovata delle nuove amiche del cuore il giorno scorso, con cui ha passato tutta la mattinata scolastica. Non mi ha nemmeno salutato, né parlato, ma vedo che è durata poco senza di me.

«Infatti, Grace, non merito almeno delle scuse?»

«Scusa»

Wow, le scuse più sentite che potessi ricevere...

Ce l'avevo davvero con lei? No, non molto. Non penso sia un periodo facile per lei, non posso riversarle tutta la colpa addosso.

«Tu, invece? Non pensi mi meriti anche io delle scuse?» domanda Grace rivolta verso Aaron, ma con lo sguardo verso il pavimento.

Scuse? E per cosa?

Un'espressione dubbiosa compare sulla mia faccia, mentre cerco di capire il motivo di quei toni accessi e degli sguardi rancorosi che si lanciano.

«Posso essere informata?»

«Dai, Aaron, dille cosa hai fatto»

«L'unica che non dovrebbe parlare qui sei tu»

Alzano i toni, iniziano a sbracciare di fronte all'entrata della palestra, di fronte al professore e di fronte alla classe, che li guarda allibiti.

Tutti qui sono abituati ai continui battibecchi di quei due. Proprio per questo, vanno tutti a cambiarsi, come nulla fosse.

Vado anche io, completamente esausta da quest'ultima settimana di scuola.

Mi cambio rapidamente e mi affaccio di nuovo, per capire come è la situazione tra i due.

I Knew You Were TroubleDonde viven las historias. Descúbrelo ahora