Capitolo due

27 4 4
                                    

Anastasia

Fisso il mio cellulare appoggiata ad una colonna di quel corridoio che sembra infinito tra le scale e l'aula magna, mentre aspetto di vedere un volto riconosciuto tra le ondate di persone che escono dal maestoso portone della grande stanza.

I miei occhi ricadono sullo schermo del telefono, dove compare una notifica da parte di Grace con le testuali parole: "Ti vedo, stai ferma lì"

Alzo di nuovo lo sguardo verso il marasma di gente, quando vedo una testa rosso fuoco che corre con un sorriso stampato sulla faccia in mia direzione. Non fa nemmeno in tempo a raggiungermi, che a metà strada urla.

«Sono arrivati i nuovi ragazzi»

Quella frase mi lascia un attimo interdetta, «Cosa?»

«Hai capito bene» dice lei con un sorriso che le va da un lato all'altro della faccia.

«Ma non dovevano arrivare la settimana prossima?»

«Sembrava di sì, ma hai visto il preside, è matto. Penso si sia sbagliato»

«Sono molto confusa»

«Lasciati i dubbi per dopo, intanto andiamo in classe» un altro gridolino proviene dalla mia amica, mentre si accinge a saltellare allegramente verso l'aula, e io la seguo.

Scendiamo le scale, siamo alcune delle ultime persone che stanno ancora girovagando per i corridoi.

«Ma hai provato ad entrare o vedere qualcosa, quando sei tornata? Sei rimasta ad ascoltare?»

«No e no. Appena sono uscita dal bagno ho incontrato quella vecchia bacucca della segretaria, che tra l'altro mi ha sgridato e mi ha detto che, se avessi voluto assistere alla cerimonia avrei dovuto darmi una svegliata e arrivare prima, e alla mia risposta "Anche lei è ancora fuori", si è arrabbiata ancora di più, ha calciato i ragazzi sulla soglia all'interno e ha chiuso la porta davanti alla mia faccia»

La mia migliore amica a quelle parole rimane scioccata, poi scoppia a ridere.

«Cosa c'è da ridere» dico ironicamente mentre inizio a ridere anche io.

«È così amorevole quella segretaria» continua lei ironica.

«Ah, se quella è amichevole, non ho più certezze nella vita» e continuiamo a ridere come delle stupide.

«Dove sono finiti tutti gli altri, invece?»

«Oh, sono già in classe. Ci conviene muoverci»

«Siamo praticamente arrivate»

Infatti, poco dopo, varchiamo la soglia della classe, ma troviamo qualcosa di strano. Il posto che dovrebbe essere di Grace (che negli ultimi due anni è rimasto invariato, per intenderci), è occupato da un ragazzo mai visto, con la faccia arrogante e i lineamenti molto lontani dal poter essere definiti delicati. I capelli scuri, gli occhi di un colore che da così lontano non riesco nemmeno a capire: sembrano chiari, di una tonalità molto calda di marrone, ma la luce giallastra che proviene dalla finestra potrebbe fare la sua parte e farli sembrare di un colore completamente alterato da quello originale.

«Chi cazzo è quello» la voce di Grace è glaciale.

«Ah, se non lo sai tu»

Inizia a camminare a passo spedito verso il ragazzo, e mi sembra il caso di seguirla, perché non ho la minima idea di quello che voglia fare.

La vedo fronteggiarlo, e mi fiondo verso di lei per evitare casini di dimensioni bibliche.

«Questo è il mio posto» attacca subito lei, con lo stesso tono freddo di prima.

I Knew You Were TroubleWhere stories live. Discover now