Capitolo 6 - L'isola di Arkania - 1°parte

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Dankan, scortato da Vellerux, si apprestò a partire in direzione della città di Hardes con un permesso speciale rilasciato dal Cancelliere di Dmonia su richiesta dell'Imperatrice in persona. Dalla dimora di Agamon, i due cominciarono a risalire la lunga spirale che conduceva all'esterno. Una volta arrivati all'imbarco della Keronte, mostrarono i documenti richiesti a un presidio di soldati e Xerberux, incaricati di controllare chiunque entrasse o uscisse dalla città. L'imbarcazione, tirata da catene, trasportò il carico di passeggeri verso l'uscita. La luce del sole cominciò a farsi largo attraverso l'imbocco del lungo tunnel, finché non illuminò completamente ogni cosa, colpendo con violenza gli occhi di quei dannati ormai abituati a vedere solamente tenebre.

Dankan fu impressionato dall'effetto che trovarsi nuovamente all'aria aperta dopo tanti anni aveva potuto avere su di lui. Era come se fosse rinato a nuova vita dopo essere morto. Ogni profumo, ogni colore, ogni suono era più vivido e aveva il sapore della libertà. Non riusciva a credere che presto avrebbe dovuto far ritorno all'oscurità. Se non avesse temuto ritorsioni verso i suoi amici, avrebbe certamente tentato la fuga alla prima occasione che si fosse presentata. Una volta arrivati al grande portone che proteggeva l'entrata, lanciò uno sguardo al punto in cui si trovava il teschio di Kassian, l'unico padre che aveva mai conosciuto. Una stretta al cuore lo assalì e dentro di lui si risvegliarono vecchi ricordi di quando era solo un ragazzino.

La strada che avrebbero percorso per raggiungere Hardes era la più veloce ma anche la più pericolosa. Avrebbero attraversato il grande Oceano di Mezzo partendo dalla città portuale di Tyfone, imbarcandosi su una nave mercantile dei Leviatani. Questa razza di Dragoni, particolarmente legata all'elemento acqua, vive sulle coste oceaniche e naviga su imbarcazioni di loro costruzione, dedicandosi alla pesca e al commercio.

I loro corpi sono robusti e idrodinamici, di colore rosso e blu notte, hanno volti simili a quelli dei Gorgoni, ma più tondeggianti. Hanno occhi azzurri con una piega di pelle nell'angolo interno che conferisce loro una caratteristica forma stretta e allungata, proteggendoli dal riverbero del sole sull'acqua e dalle folate di vento gelido che spazzano i mari più freddi. Sulla testa hanno due grandi corna blu che partendo dalla sommità del cranio si arrotolano all'indietro formando una spirale verso il basso, che raggiunge l'altezza delle orecchie.

Sul corpo presentano scaglie morbide simili a squame di pesce che ricoprono le parti posteriori, gli arti e la nuca, anch'esse di colore blu. Hanno ali membranose simili a grandi pinne di pesce che sfruttano per nuotare più rapidamente. La parte anteriore del corpo e il volto non presentano scaglie, ma sono di pelle morbida di colore rosso chiaro, come i palmi delle mani. Hanno artigli e membrane tra le quattro dita degli arti anteriori, per facilitare il nuoto, una coda piatta e muscolosa che termina con una pinna di spine e membrane.

Il corpo è molto simile a quello dei Gorgoni come dimensioni, con piedi allungati che poggiano solo sulla parte anteriore e membrane tra le tre dita. Pinne simili a quella sulla coda si trovano anche sugli avambracci, sulla parte esterna del piede fino allo sperone e sulle orecchie. Dalla bocca possono sputare un liquido simile ad acqua salata in caso di necessità, mentre la coda può emettere una forte scarica elettrica che si propaga facilmente nell'acqua.

Costruiscono grandi villaggi sul mare, con tanto di palafitte e porti in grado di accogliere l'imponente flotta navale al servizio dei commercianti più facoltosi. Oppure colonizzano intere isole su cui si stabiliscono con guerrieri, pescatori e artigiani navali. Ai margini della loro società vivono i Pirati, che con imbarcazioni agili e veloci assaltano e derubano le navi che hanno la sfortuna di incrociare la loro rotta.

Tyfone, una delle città più sviluppate, era sotto il controllo di una ristretta cerchia di ricchi mercanti in ottimi rapporti con l'Impero del popolo del fuoco. Grazie alla protezione dei Demoni, avevano potuto sviluppare un fiorente commercio tra le due più importanti città dell'Averno, arricchendosi e creando intorno al porto una rigogliosa comunità con taverne, armatori navali e splendide abitazioni per i più abbienti.

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