Capitolo 10 - Ritorno a casa - 2°parte

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L'Imperatore fece ritorno alla capitale un po' confuso, ma qualche tempo più tardi, giunsero notizie preoccupanti da Hardes: Plutarx era morto, lasciando la città nel caos. Un gruppo di Incubi, cercando di prendere il potere con la forza, aveva messo in atto una brutale repressione nei confronti degli schiavi. In risposta a tanta violenza, era sorto un giovane condottiero dall'arena, un gladiatore meticcio le cui misteriose origini potevano ricondursi alla vicina Zefyron. Dopo aver sbaragliato i suoi avversari, prese il controllo della città, cavalcando l'onda del risentimento che i popoli dell'est provavano nei confronti di un potere che, dalle terre a occidente, aveva sempre cercato di dominarli.

Presto il formidabile conquistatore riunì sotto il suo controllo la città alveare delle Figlie della Notte, spalleggiato delle Sacerdotesse del Sangue, l'antico insediamento portuale di Kidna e alcuni clan Gorgoni della Giungla Meridionale. Radunò un'imponente armata, pronta a dar battaglia all'Impero dei Dragoni, proclamando così l'indipendenza delle terre d'oriente e costringendo il Luxfer a preparare le sue milizie per la guerra.

Fortunatamente, Zurylde non si fece trovare impreparata: aveva passato anni a rafforzare l'Esercito Imperiale, in attesa di un valido motivo per combattere. Ma nonostante la straordinaria preparazione di quest'ultimo rispetto ai più disorganizzati rivoluzionari dell'est, gli scontri si protrassero a lungo e su diversi fronti, portando instabilità e disordini ovunque. Dopo quasi un anno che si combatteva per mare, aria e terra, Xerpe riuscì a concordare un incontro diplomatico tra i due leader per la stipula di un trattato di pace, che permettesse la fine delle ostilità.

I due decisero di incontrarsi sull'isola di Arkania, dove i rispettivi eserciti non potevano arrivare e dove la popolazione locale garantiva una certa imparzialità, non essendosi mai schierata a favore di nessuno e proclamandosi neutrale. Dankan partì da Dmonia in sella a una Viverna, scortato da un ristretto numero di guerriere dell'aviazione, tra cui Zurylde, mentre le flotta di Pseidan pattugliava i mari, pronta a intervenire in caso di problemi.

Appena mise piede sull'isola, il mezzosangue venne accolto con tutti gli onori del caso dalla progenie delle guerriere, con cui aveva avuto a che fare molti anni prima. Dopodiché, Kalipta e Vellerux, ormai anziani, vennero a salutarlo. L'Imperatore li abbracciò, felice di aver avuto quell'occasione insperata per rivedersi e ricordare insieme i bei tempi andati. La regina aveva lasciato il trono al figlio, dedicandosi completamente al ruolo di Druida, mentre il Demone, dopo aver addestrato le nuove leve, si godeva il meritato riposo.

Quando dal cielo spuntò la figura alata di Kymeron, il condottiero dei popoli orientali, scortato da Furie e Sacerdotesse del Sangue, il mezzo Gorgone rimase impressionato da quell'essere. Era la prima volta che vedeva un Dragone di sesso maschile volare con le proprie ali. Nonostante la giovane età, sembrava determinato e sicuro di sé. Aveva un aspetto decisamente fuori dal comune: un miscuglio di razze che, nel complesso, si armonizzava, sprigionando forza, grazia e bellezza.

Sicuramente in lui c'era molto del Vampiro: il fisico slanciato e flessibile, il bell'aspetto e le grandi ali membranose capaci di sorreggerlo, ma aveva anche una muscolatura ben sviluppata e scaglie solide e robuste di uno strano colore viola scuro a coprirgli il corpo. Gli occhi erano grandi, di un viola più tendente al rosso, la coda sembrava quella di un Gorgone, provvista di aculeo, gli arti palmati come quelli di un Leviatano e le corna alte sulla testa come quelle di un Demone.

Indossava abiti e armi che ricordavano quelli di una Furia e, nel vederlo, l'Imperatore sentì una strana sensazione. Anche se non si erano mai visti prima, gli sembrava quasi di conoscerlo. Quando cominciò a parlare con l'accento tipico delle Figlie della Notte, il mezzo Gorgone restò affascinato ad ascoltarlo, mentre diceva:

«Dankan di Kmora, avete fama di essere un formidabile guerriero! Oggi siamo qui per discutere un armistizio, ma devo ammettere che fatico a fidarmi di qualcuno che non conosco... E quale modo migliore di conoscersi, per due gladiatori come noi, se non quello di incrociare le armi insieme? Sempre che non vi spaventi il fatto di battervi con un ragazzo che ha meno della metà dei vostri anni...»

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