1.Ma che ho fatto??

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Tre rimbalzi si propagano nell'intera palestra, sguardi invidiosi schizzano nella tua direzione.

Scatti in alto con eleganza felina, i muscoli dei tuoi bicipiti si contraggono per l'imminente schiacciata. L'impatto della tua mano scaglia la palla oltre la rete.

Sei Apollo mentre scocca la sua freccia mortale.

Delle onde castane ti ricadono sulla fronte quando atterri. Il sorriso stampato in volto di chi sa che non ne sbaglia mai una. Dichiari così la fine del tuo allenamento.

Semplicemente illegale.

Un paio di amici sbucano dalla porta antincendio aperta, corri verso di loro senza abbandonare il tuo sorriso.

Il mio cuore esplode in mille coriandoli quando, con un rapido gesto della mano, butti all'indietro il ciuffo di capelli sudaticci. Attiri, senza volerlo, tante occhiate ogni volta che lo fai.

E quando parli i tuoi amici ti ascoltano, sono interessati. Gli angoli della tua bocca sembrano essere fissati in alto con una spillatrice e arricci il naso. Non ti curi di come appari a chi hai davanti.

Sudato, coi capelli in disordine, le guance leggermente arrossate.

I gesti meccanici e ammalianti con i quali sbricioli il tabacco all'interno di una cartina che poi avvicini alla punta della lingua per inumidirne il bordo.

Il passaggio della saliva, spalmata a destra e sinistra.

E io... Cazzo! Quanto vorrei essere al posto di quella sigaretta.

Altro che cotta passeggera. Remi, è da più di un anno che mi piaci. Vedi, tu mi fai dimenticare perché sono infelice il più delle volte. Mi fai toccare con mano la speranza che un giorno anche io possa sorridere in quel modo, anche io possa sentirmi libero dalle catene di una nostalgia che non vuole mollarmi.

Mi sento leggero ogni volta che ti vedo, mi fai dimenticare che è lunedì e io odio i lunedì, che ho fatto esplodere il tostapane stamattina e con molta probabilità ho incendiato casa, che ho ancora papà con me e che sono sereno.

Ma sono invisibile ai tuoi occhi e non so più cosa fare per farmi notare. Ho cominciato a indossare i jeans con gli strappi alle ginocchia che metti sempre; vado in biblioteca, dopo le lezioni, solo per vederti assorto nei tuoi libri; due settimane fa ho fatto perfino il piercing alla lingua perché ti ho sentito mentre ne urlavi con un compagno seduto al tavolo della mensa. Ed è lo stesso giorno in cui mi hai guardato di sfuggita solo perché mi sono sbrodolato il succo sulla felpa e Theo e Nikki non smettevano di ridere.

C'è il dettaglio che sei etero, ma insomma, non si sa mai, potresti anche cambiare idea.

Posso esserti così vicino solo il lunedì quando la mia squadra di basket e la tua di pallavolo condividono la palestra di questo noioso liceo.

«Ancora? Non ti è passata?» Theo mi si para davanti, lancia una rapida occhiata verso Remi e sospira arreso.

«Non stavo facendo niente» balbetto, insospettito che avesse letto dentro la mia testa.

«Stai peggiorando»

I suoi occhi mi accusano. Incrocia le braccia al petto, assumendo la posa del maestrino " ho sempre ragione". Ed è vero, ha ragione.

Ma, come è solito fare, sull'argomento Remi non aggiunge altro, si limita a richiamarmi e a riportarmi alla dura realtà. Lo sbuffo sprezzante che si libera dalle sue labbra screpolate è un pugno allo stomaco.

Mi fa cenno di dirigersi verso gli spogliatoi.

Ma io aspetto, come sempre. Aspetto che se ne vanno tutti e che resto solo io in doccia, così nessuno mi vede, io non li vedo. Se i miei occhi cadono per errore sui loro corpi ideali riesco solo a fare paragoni infiniti, a notare i miei difetti. E io mi autoflagello spesso.

This could be nothingWhere stories live. Discover now