Cap 6-UN NUOVO GIORNO E GLI INVITATI

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Erika pov: Quella mattina ero nervosa, mi alzai e andai a farmi  una bella doccia per rilassarmi, non potevo fare altro che pensare che tra qualche ora sarebbero arrivati tutti ed io non ero pronta, ero terrorizzata non sapevo cosa aspettarmi, questa punizione era un incubo decisamente avrei preferito essere frustata mille volte ad essere "messa in mostra" ma ormai era fatta e di certo non potevo fare nulla, o forse si? mmm un idea in quel momento mi balenò per la testa, cosi prima di iniziare a prepararmi  presi il mio telefono e chiamai a mia madre che dopo qualche squillo rispose -Pronto? tesoro che ma bello sentirti! disse lei- ma in quel momento iniziai a piangere le raccontai tutto, le dissi della punizione e degli invitati e che ero terrorizzata, lei dopo due secondi senza dire nulla mise giù il telefono, immagino che stava venendo qua conoscendola e no mi sbagliai, perché dopo 10 minuti suonarono alla porta ed era lei insieme a mio padre.

Elizabeth pov: dopo la telefonata di mia figlia mi precipitai da mio marito nel suo studio senza bussare e le dissi con sguardo serio  che dovevamo parlare, lui in quel momento era in una riunione importante con dei collaboratori di portogallo ma quando vide il mio sguardò capi che cera qualcosa che non andava cosi si scuso e uscimmo dallo studio.

Osvaldo pov: Quando tutto ad un tratto entrarono nel mio studio senza bussare ero incazzato nero sapevano bene che nessuno poteva entrare qua dentro, ma appena vidi mia moglie la fulminai con lo sguardo<<che succede Elizabeth>>  Elizabeth<<tua figlia>> non volevo sentire altro uscimmo dallo studio e andammo entrambi in camera dove le dissi <<parla ora>> lei mi guardò ed iniziò a dire << tua figlia è in una situazione imbarazzante per punizione con dei soci del signor Rinaldi e ce anche Camilla dobbiamo aiutarla Osvaldo, ti prego puniscimi se vuoi ma io vado da mia figlia che tu lo voglia o no >> (Elizabeth sa che una delle regole e non uscire senza essere autorizzata), cosi la presi e le dissi <<ok, andiamo ma dopo no uscirai per due settimane per la maniera in cui sei entrata nel mio studio, sai bene che ti è vietato entrare>> Lei mi guardò dispiaciuta in una tacita richiesta di scuse ma non disse nulla e uscimmo per "salvare" la nostra bambina.

Elizabeth pov: Appena arrivammo, entrammo nella enorme villa e insieme a mio marito nottammo ad Erika in difficoltà, si vedeva che era spaventata, ma mi chiedevo di cosa poteva esserlo? cosi mentre mio marito si dirigeva verso l'ufficio del suo socio io  le andai incontro << piccola mia che succede dimmi tutto>> lei prese e mi abbracciò con forza e mi trascinò in camera sua al piano di sopra, una volta in stanza iniziò a parlare << mamma Max vuole mettermi in mostra davanti ad un suo socio e a suo figlio e per di più ci sarà anche Camilla, non voglio ho paura non ce la farò mai>> mia madre mi guardò con sguardo tenero ma duro come solo quello di una madre poteva essere e mi disse << erika tu sei come me, non devi farti intimorire, vai e dimostra a tutti che sei degna di essere sua e che hai carattere dannazione, o giuro che vado e gli e ne dico quattro>> in quel momento non so cosa mi sia preso ma mia mamma aveva ragione cosi  mi alzai dal letto con aria di sfida e con la fronte ben alta come ero solita a fare in passato  e iniziai a prepararmi come mi  aveva ordinato il mio padrone il giorno precedente, una volta pronta con mia madre uscimmo dalla stanza e scendemmo le scale e già si trovavano tutti li, mia madre andò accanto a mio padre e poco dopo mi raggiunse Max nonché il mio padrone e mi porse la mano che io accettai immediatamente, tutti gli occhi erano puntati su di noi, su di me più precisamente ed io li osservai tutti uno ad uno. Max<< ricorda cosa ti ho detto ieri piccola, fai la brava e comportati o sono guai e no mi importa che ci siano i tuoi genitori presenti sono stato chiaro?>>

Erika pov: In quel momento dopo le parole del mio padrone iniziai a sentirmi nervosa ma annui semplicemente, ad un tratto si avvicinò un uomo e mi porse la mano per presentarsi disse di essere un caro amico di Max e che non vedeva l'ora di conoscermi, e finalmente era giunto il momento, io in silenzio lo osservai e le dissi << piacere mio signore e un vero onore conoscerla>> lui parve compiaciuto della mia risposta fece un sorriso ed un cenno col capo e se ne andò dove si trovava max sicuramente per parlare d affari.

Il Dom e la sua SlaveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora