Erano passati sei giorni dall'attacco a Brooklyn, Evelyn si era barricata in camera sua per poter pensare alla conversazione che aveva avuto con Aleksander.
Non si aspettava di ritrovarselo davanti e dopo le parole che lui le aveva riversato addosso lei non era riuscita a trattenersi. Sembrava avere un vortice nero a risucchiarle qualsiasi emozione, e l'incendio non migliorò la situazione.
Sospirò pesantemente guardandosi allo specchio.
L'abito rosso le fasciava il corpo come una seconda pelle, era consapevole di essere una bella ragazza eppure in quel momento l'unica emozione che le suscitava la sua immagine riflessa allo specchio era il disgusto.
<<Evelyn>>
La voce di Trevor riecheggiò fra le pareti, si appoggiò allo stipite della porta e lei si voltò a guardarlo. Nessuna emozione trapelava dai suoi occhi scuri, quindi il fratello decise di avvicinarsi
<<Sei bellissima>> le disse
<<Tutto questo è una grande stronzata Trevor>> ruggì lei.
Trevor la guardò attraverso lo specchio e riuscì a vedere le emozioni contrastanti che si davano battaglia dentro di lei.
<<Papà non ha mai voluto che io mi facessi conoscere dalla società, adesso arriva lui e organizza un ballo per annunciare il nostro matrimonio>> sbottò in seguito.
Non riuscì a fermare quella situazione, pensò anche di scappare ma capì che non sarebbe servito a nulla, tutto quello non si poteva evitare.
Non le piaceva essere messa in mostra, forse perché suo padre non l'aveva mai fatto. Era abituata ad agire nell'ombra, lei non era fatta per ricoprire un ruolo che non le apparteneva veramente.
<<Sarà solo per poche ore>> cercò di tranquillizzarla Trevor <<Dovrai solo sorridere e far finta di essere come tutte le donne che pullulano quella stanza>>
<<Una bambola>> sbuffò lei
La loro conversazione fu interrotta dall'arrivo di James che non poté fare a mento di spalancare la bocca alla vista della sua amica, fece per entrare ma un'altra presenza gli si stagliò accanto.
Beatrice sembrava una principessa con il suo abito nero e ampio, un filo di perle a circondarle il collo sottile e i capelli corti lasciati liberi da qualsiasi tipo di forcina.
<<Andiamo James>> proruppe Evelyn quando si accorse che suo fratello era rimasto bloccato nel fissare la dolce Beatrice.
Uscirono dalla stanza sghignazzando come due ragazzini
<<Quanto tempo?>> le chiese James
<<Due settimane>> rispose Evelyn facendo spallucce
<<Io dico tre>> allora la rimbeccò lui<<Al buio?>> protese la mano Evelyn
<<Al buio>> e sigillarono così una scommessa alle spalle dei due ragazzi che lasciarono volutamente indietro e da soli.
Rafael in quel frangente si era intrattenuto nel chiacchiericcio con quasi tutti gli ospiti e quando adocchiò Aleksander gli si avvicinò.
<<Volkov>> lo saluto Rafael
<<Ferreira>>
<<Sei di nuovo in casa mia>>
<<Mi hai invitato, mi sembrava scortese non venire>>
Aleksander si guardò leggermente intorno senza destare alcun sospetto nell'uomo che gli stava di fronte.
Non vi era traccia di Evelyn, e fu certo che quella festa era proprio per annunciarla alla società, come sua moglie, ne era certo. Era certo che l'avrebbe rivendicata come sua, quando non lo era affatto.