Rafael era nel suo studio quando sentì il rombo del motore di Evelyn spezzare il silenzio. La guardò mentre con agilità lo guidava lungo il viale alberato, tuttavia il rumore della porta che si apriva lo distrasse e quando Daniel mise piede nella sua stanza il sorriso sul volto di Rafael si affievolì
<<Perché quel muso?>>
<<Edward Baker e Joseph Williams hanno trovato il corpo di Parker>> annunciò con tono piatto Daniel
<<E il problema quale sarebbe?>> chiese ancora Rafael con noncuranza
<<Il problema Rafael, è che ora vogliono delle spiegazioni>>
<<Continuo a non vedere dov'è il problema>>
Daniel guardò il suo amico e serrò la mascella <<Come farai a spiegare una cosa che non hai nemmeno fatto tu?>>
<<Non ho detto infatti che sarei stato io a dargli le spiegazioni che pretendono>>
E Daniel comprese <<Tu vuoi che Evelyn risponda ad un'azione che le hai impartito tu?>>
<<Ah ah>> scosse la testa Rafael <<Io non le ho detto di uccidere Parker>>
Susseguirono alcuni minuti di silenzio prima che Daniel lasciasse la stanza di Rafael.
L'uomo, aveva un piano ben preciso in mente, e questo poteva prendere forma solo tramite l'aiuto di Evelyn.
Era ben consapevole che la presenza di sua moglie avrebbe creato scompiglio all'interno della commissione, ma sapeva bene che una persona come l'angelo nero non se la sarebbero fatta scappare, era curioso poi, di vedere che reazione avrebbe avuto il caro vecchio Aleksander Volkov quando, l'indomani, avrebbe visto la ragazza seduta al tavolo sotto gli occhi famelici di Baker e Williams.
Era fermamente convinto che avrebbero sorvolato sull'accaduto, quello che però Rafael non mise in conto era, che non sempre tutto va sempre secondo i piani.
Evelyn, nel frattempo, dopo essere rientrata in casa si diresse in cucina.
Era ancora frastornata a causa della discussione che ebbe con Viktor poche ore prima, non riuscì a capacitarsi che Aleksander l'avesse chiamato, e si convinse che forse era davvero disperato per essersi spinto fino a quel punto.
Eppure non riuscì a cambiare del tutto la sua idea, l'aveva lasciata, senza darle alcuna spiegazione, ciononostante riuscì ad insinuare non pochi dubbi nella sua testa, perché se prima Evelyn era arrabbiata per quello che Aleksander aveva fatto due anni prima adesso era confusa.
Si chiese per molto tempo quale fosse stato il motivo che l'avesse spinto a fuggire via da un giorno all'altro, se lo chiese per mesi, ma non seppe mai trovare una risposta adeguata che potesse permetterle di andare avanti e accantonare in un angolo remoto della sua testa Aleksander e tutta la loro storia.
E se fosse stato costretto?
Era una domanda che si ripeteva nella sua testa in loop, comunque senza trovare alcuna risposta, perché nel momento in cui lampeggiava nella sua mente si diceva che nessuno costringeva Alek a fare qualcosa che lui non volesse fare, lo aveva visto lei stessa, lo aveva vissuto sulla sua pelle.
<<Evelyn>>
La voce di Rafael fermò il vortice dei pensieri di Evelyn e quando lei si voltò per guardarlo, non poté fare a meno di ammirarne la bellezza.
Rafael era diverso da Aleksander.
Mentre Aleksander aveva i capelli castano scuro e gli occhi di un nero indefinito, Rafael aveva i capelli neri e gli occhi nocciola, Aleksander aveva la pelle che sembrava di porcellana, Rafael l'aveva olivastra.
Erano entrambi alti, almeno vicini ai due metri ed erano muscolosi oltre ogni limite umano.
<<Che ci fai ancora alzata?>> ruppe il silenzio Rafael
<<Potrei chiederti la stessa cosa>> replicò lei
Rafael sorrise e le si avvicinò <<Stavo andando a dormire, ma è un bene che ti abbia trovata qui, mi farai risparmiare tempo domani>>
<<Perché?>>
<<Domani sera dovrai partecipare con me alla riunione indetta dalla commissione>>
Evelyn sgranò leggermente gli occhi, perché non si aspettava che le chiedesse di partecipare, poi aggrottò le sopracciglia, perché se la commissione voleva riunirsi in casa Ferreira voleva dire solo una cosa, guai.
<<Perché vogliono venire?>>
<<Hanno saputo di Parker Richmond>> disse tranquillo Rafael prima di prendere una bottiglietta d'acqua dal frigo.
Evelyn si girò completamente verso di lui, e lo scrutò bene <<E io cosa c'entro?>>
<<Sei tu che l'hai ucciso>> rispose lui <<E sei tu che ne dovrai rispondere>>
Le labbra di lei si chiusero in una linea dritta e dura <<Creeremo scompiglio Rafael, non posso partecipare>>
<<Hai paura?>>
<<Certo che no, ma non posso arrivare e mettere sottosopra un'intera commissione con la mia presenza, per non parlare di quello che ne conseguirà appena sapranno che ho ucciso io Parker>>
<<E' tempo che loro riconoscano in te il valore che tuo padre stesso ha riconosciuto, costruito e modellato perché tu potessi essere una dei più grandi capi famiglia>>
Ed era una bugia, Evelyn se ne accorse, se Marcus avesse davvero voluto che gli altri della commissione riconoscessero in lei ciò che Rafael supponeva allora non l'avrebbe mai nascosta.
No, c'era di più, e lei non seppe spiegarsi cosa però.
Lasciò la stanza piena di dubbi, e sapeva che soltanto terminata la riunione sarebbero terminati quest'ultimi, anche se, non ne era sicura.
Lei non sapeva quasi nulla della commissione, Marcus si era guardato bene dall'istruirla su quel campo, perché lei era stata cresciuta per accedere al campo di combattimento e mai per manovrare i fili della battaglia.
Quel compito spettava a Trevor, non a lei.
E che suo marito avesse cambiato le carte in tavola e infranto le regole...