⤷ 𝒙𝒗. «𝑷𝒆𝒓𝒄𝒉𝒆́ 𝒍'𝒉𝒂𝒊 𝒇𝒂𝒕𝒕𝒐?»

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Lui si accomoda fuori mentre io sono ancora ferma a rimuginare su quanto accaduto

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Lui si accomoda fuori mentre io sono ancora ferma a rimuginare su quanto accaduto.

«Quando l'hai trovata?» gli domando appena lo raggiungo. Ero così presa dal lavoro e dalla voglia di evitarlo che non mi ero completamente resa conto di non avere più la collana con me. Anche se, più che persa, l'aveva avuta lui per tutto questo tempo.

«Ti è caduta mentre scappavi su per le scale, all'inizio ti ho seguita e mi sono reso conto che la tua collana giaceva lì sulle scale. Non te ne eri resa conto e quindi l'ho presa» lo racconta con una tale naturalezza che sento dei brividi cospargere le mie braccia.

Mi ha seguita e io non me ne sono resa minimamente conto?

«E hai aspettato due giorni per restituirmela?» sii disinvolta Faith.
Mi accomodo sulla poltrona affianco alla sua e prendo una birra dal tavolino. È bella fredda. Meglio.

«In realtà sarei voluto venire subito poi ho cambiato idea. Sai è stato divertente vederti, in questi giorni, correre per le scale pur di non incontrarmi» detta così fa ridere pure me e non lo biasimerei se pensasse che sono una completa pazza. D'altronde a volte lo penso da sola. 

«Io non ti stavo evitando» bugiarda. «Non volevo che tu fossi in imbarazzo dopo l'accaduto» doppiamente bugiarda, ma almeno con una scusa decente. Il che, per dirla tutta, non è nemmeno del tutto falso. Anche se, supponendo che ci fossimo incontrati, sarei stata io quella in imbarazzo non lui.

O almeno dubito che me lo avrebbe dimostrato. Io molto probabilmente avrei iniziato a blaterare cose a caso, senza alcun filo logico, non vedendo l'ora di rintanarmi nel mio appartamento.

Sì, mi sarei comportata sicuramente in questo modo.

«Quindi tecnicamente non mi stavi evitando» non è per niente convinto della mia versione. E non si sbaglia.
«Perché sei qui?» devo ancora capire perché l'ho fatto accomodare nella piccola terrazza. Sarebbe potuto restare senza problema nella sua e poter comunque comunicare con me senza invadere il mio spazio personale. 

Sempre supponendo che io fossi uscita.

Anche se è molto più probabile che dopo averlo visto, avrei chiuso anche le finestre.

«Volevo riportarti la collana» e io dovrei credere a questa scusa molto... banale? Stupida? Non veritiera? Non trovo neanche l'aggettivo giusto da affibbiarle anche se credo che vadano bene tutti e tre. 

Potrò sembrare una stupida, e di tanto in tanto lo sono davvero, ma non ora.

«Puoi chiedermelo Max, senza timore. Forza, sputa il rospo» capisce subito a cosa mi riferisco. Sarà tardi, ma sono ancora abbastanza sveglia da capire che è qui per questo motivo, nonché unico per il quale poteva presentarsi a quest'ora.

«Perché l'hai fatto?» mi sento una completa merda ad ammettere ad alta voce il vero motivo per cui ho fatto quel che ho fatto. 

E infatti una vera riposta non gliela concedo anche se ha tutto il diritto di averne una.

𝐊𝐄𝐘 || 𝐌𝐕Where stories live. Discover now