Natale a New York. Di incontri, verità e... rapita!

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È la prima volta che lascio il Wakanda e... ho paura.

Forse sono una codarda, indegna del potere che mi è stato dato e che non ho voluto. Ma sono umana e la paura è un sentimento tanto potente quanto il coraggio. Poi guardo Bucky che mi infonde sicurezza con il suo sguardo, il modo di fare, la sua mano nella mia. Ma come siamo arrivati a questo? Non lo so nemmeno io ma la cosa mi piace.

La sua mano nella mia, la mano sulla mia schiena che mi accarezza per calmarmi. E adesso siamo su un jet Wakandiano diretti a New York.

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La mia mano sulla sua, sento che è nervosa. In effetti è un viaggio verso l'ignoto, Strange vuole conoscerla, mi rende anche a me nervoso e sospettoso. Che volete, sono un vecchio borbottante in un corpo da trentenne! Laura mi guarda, prendo la mano baciandone il dorso "Andrà tutto bene Rossa e New York ti piacerà..." un lieve sorriso, ti volti sul sedile mettendoti comoda e cerchi di addormentarti. Strange, non me la conta giusta.

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New York. Sancta Santorum.

Sta per arrivare. Per lei sarà tutto nuovo così come la Profezia che conosce solo in parte. L'aiuterò. Devo. Malcolm si far vedere quando verrà il momento. Finalmente ti rivedrò Laura.

***

Io e Laura camminiamo in una New York innevata. A volte dimentico che il Wakanda gode di un clima particolare, diverso dalle altre parti del mondo che continuano ad andare avanti. Ed è tutta addobbata per Natale. Sarà bello festeggiarlo qui. L'espressione sul tuo viso è impagabile. Si vede che non hai mai festeggiato, sembri una bambina in un negozio di giocattoli. Arriviamo davanti al portone che si apre magicamente, Wong viene ad accoglierci e lo sguardo che da a Laura mi mette sul chi va la. No, non è gelosia è altro. Come se la conoscesse, è stupore e incredulità.

"Prego, seguitemi. Strange è nel suo studio" lasciamo le giacche e lo seguiamo su per le scale. Laura è affascinata da tutto quello che ci circonda, in effetti lo sono pure io. Qui sembra un museo dello strano, della magia. Strange esce da uno specchio, la cappa attorno al suo corpo svolazza fino a farlo sedere su una poltrona "Prego, accomodatevi..." anche lui la guarda come se la conoscesse.

"Mi hanno detto che lei potrebbe aiutarmi con la mia condizione..." "Sì. Sei la Veggente, la tua fama ti precede così come la Profezia che ti riguarda..." "Io vorrei tanto non essere la veggente, vorrei essere... normale..." "Ma non puoi – Strange mi guarda come se volesse leggermi la mente – ti insegnerò e ti dirò di più sui tuoi genitori, se lo desideri..."

L'espressione di Laura cambia appena sente dei suoi genitori. "Conoscevate i miei genitori?" "Sì. Li conoscevo molto bene..." noto i tuoi occhi lucidi, cambi postura e io guardo ancora Stephen, non m convince per niente.

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Era giunto il momento di dirle tutta la verità. Forse l'avrebbe presa male e mi avrebbe inveito contro o forse... questo non mi è dato saperlo e nemmeno l'Occhio di Agamotto ha voluto aiutarmi.

"Tua madre, Helena era una donna bellissima, è da lei che hai preso i colori. I capelli rossi, gli occhi verdi... Helena MacGregor scappò dal suo regno e si rifugiò a Kamar Taj nel periodo in cui io ero li dopo il mio incidente – do loro le spalle – ci siamo innamorati e da quella unione sei nata tu..."

Il silenzio è calato nella stanza, mi volto, lei come avevo previsto fatica a comprendere la cosa, Barnes invece vorrebbe incenerirmi.

"Fammi capire bene... perché? Perché le avete mentito? Viveva da sola in Scozia in un casetta, sua madre morta e tu te ne fregavi bellamente? Ti è venuto ora un rimorso di coscienza se così possiamo dire? Stephen, sono a tanto così dal prenderti a pugni..." ma Laura mette una mano sulla sua per calmarlo e un quel momento Malcolm viene fuori dall'altra stanza. "Prima di fare qualsiasi cosa, forse è meglio che vi racconti io il resto della storia..."

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