Capitolo 50

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Pov Cloe

8 mesi dopo... giugno, New York

La notte sembra volermi avvolgere e trascinare con se. Fisso il muro. Lo fisso da giorni, arrivata a questo punto della giornata. Un muro bianco che a forza di fissarlo si trasforma in un vortice pronto a risucchiarmi. Non aspetta altro e forse questa sera, è giunto il momento di assecondarlo. Apatica, ecco come mi sento. Una lotta feroce sta avvenendo dentro di me ed io sembro quasi non percepirla, temo perchè le idee stavolta sono ben chiare. Guardo l'orologio, 21:27, in Spagna 15:17. Come se telecomandata da un'anima che non ha nulla a che fare con la mia, afferro il telefono e aspetto risponda alla chiamata appena attivata..tempo infinito prima di sentire la sua voce, quasi non me la ricordo più <<Cloe>> esclama sorpreso

<<ciao>>

<<sono appena uscito dalla doccia, ho sentito il telefono squillare e sono corso a prenderlo tra le lenzuola>> annuisco come se potesse vedermi <<che mi dici?>> ecco che cambia tono, consapevole anche lui. Consapevole da quando tutto è cambiato quel 21 maggio, ai nostri due anni di fidanzamento che abbiamo trascorso separati, qualcuno si era dimenticato 'è che se non sei qui non realizzo'

<<niente, sono sul letto>>

<<vuoi fare una videochiamata>> è inutile che lotti Carlos, è inutile oramai

<<Carlos>> sussegue il silenzio

<<Cloe>> pronuncia flebilmente, è arrivato il momento per entrambi, proprio come due persone mature no?

<<lo sai vero?>> silenzio, solo silenzio prima di bearmi della sua voce

<<si. Promettimi solo che non ti scorderai di me Cloe>>

<<sei pazzo se pensi questo, ti amo Carlos come tu ami me ma siamo consapevoli ormai che da mesi stiamo tirando avanti soltanto per paura di perderci. L'abbiamo tutt'ora ma io sto soffrendo, mi sto lacerando con questa situazione. Non possiamo permetterci di stare così. Sapevo che prima o poi sarebbe successo, ed eccoci qui>>

<<non sono pronto>>

<<neanche io ma dimmi la verità, quanto stai soffrendo Carlos?>>

<<..troppo>>

<<allora è giusto così, fa ancora più male stare insieme in questo stato>>

<<d'accordo>>

<<grazie per ogni singola cosa>>

<<o te o nessuna. Te l'ho promesso. Ciao princesa>> non so neanche chi abbia attaccato la chiamata ma poco importa quando la stanza sembra capovolgersi sottosopra. E' uno stato di trance, quello in cui mi trovo. Non scende neanche una lacrima. Ci siamo detti un ciao uscito come un addio, consapevoli che qualcosa è andato a scemarsi nell'aria da mesi e mesi ma entrambi legati ancora dall'amore che ci ha guidati fino ad ora, abbiamo cercato di chiudere gli occhi per sfuggire alla realtà. Però siamo fatti di un limite ed io l'ho sorpassato, ho sentito una forza più potente di me che mi ha trascinata involontariamente, o quasi, a porre fine. Quell'uomo mi ha portato il mondo tra le mani, mi ha amata con gli occhi, con le parole, con i gesti e con i suoi tocchi delicati. Mi ha consegnato l'anima ed io la mia a lui. In due anni ci siamo amati come se ogni giorno fosse il primo, guardati come se fosse sempre o la prima o l'ultima volta. Ora a quanto pare, è tutto finito. Lo amo? Come il primo giorno che glielo ho confessato e temo che così sarà fino al mio ultimo giorno di vita, perchè se ce una persona che si è incisa sulla mia pelle e all'interno della mia anima, è soltanto lui, il mio per sempre Carlos Sainz. Con ciò è finita, in questo preciso istante, la mia felicità. Lo hai scelto tu no? Chiedereste voi. Si, l'ho scelto io o meglio, lo abbiamo scelto noi dettati però da sentimenti più potenti. Puoi amare una persona quanto vuoi ma i limiti, le circostanze pesanti, ti porteranno a compiere scelte che non avresti mai preso e di cui per i primi mesi te ne pentirai a morte, fino a smettere di respirare ma poi, capirai che forse era proprio così che doveva andare per ritrovare prima di tutto l'equilibrio in te stessa/o. Mi sento vuota ma al contempo con un pesante macigno sul petto, avrei voglia di urlare ma sento mancarmi la voce. Il dito che sfiora il viso, viene completamente bagnato. Solo allora capisco di star piangendo, con un dolore alla testa che minaccia di esplodere e gli occhi che bruciano, iniettati di sangue. Non è un pianto. Se dovessi vedermi da fuori probabilmente avrei paura di me stessa. Stringo forte il cuscino, infilando la faccia al suo interno per lanciare un grido di dolore, perchè è questo che sto provando: un dolore fisico, come se qualcuno mi stesse oppressando all'altezza del cuore. Ho perso lui e da oggi, ancora non ne sono consapevole, ma comincerò a perdere me stessa arrivando a toccare quell'oscurità che da piccola, temevo sempre.

Tutto nasce dal nulla|| Carlos Sainz Where stories live. Discover now