12 LOGAN.

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Non capisco che cosa mi sia preso ma non me la sono sentita di lasciarla da sola, in quel posto. Sono rimasto fuori dal locale, dentro la mia auto, per assicurarmi che quei ceffi non le tendessero un agguato, aspettando fuori, nel parcheggio.

Ha avuto le palle di rispondere a tono, è fatta così, ormai mi è chiaro: istintiva, cocciuta e testarda.

Hai sbagliato il momento e persino i soggetti, Evans.

Mentre tengo d'occhio l'entrata del Bit, decido mettermi in contatto con Johnson, il capo della sicurezza di mio padre, per chiedergli di fare delle ricerche su questi avanzi di galera: non voglio pensare male ma voglio anche stare tranquillo; alla fine, uno di questi, l'ho quasi ammazzato.

"Non iniziare una guerra se prima non conosci il tuo nemico." Tom ci ha messo degli anni per farmi entrare in testa questa filosofia di vita. Lunghi anni di apprendimento che ho mandato a fanculo nel giro di pochi attimi. Stasera, con lei in quella dannata situazione, non ho minimamente ragionato sul da farsi, ho agito secondo i miei istinti e questo è il risultato: potrebbe essere stata una rissa come altre cento fatte in passato oppure potrebbe diventare qualcosa di più grosso.

Non so come mai senta questa sorta di protezione nei confronti di mostriciattolo, forse perché Tom mi ha chiesto di aiutarla.

È mezzanotte passata e di lei nessuna traccia.

Cosa farebbe Logan?  Metterebbe in moto la macchina e se ne andrebbe a casa.

Cosa ha deciso di fare, invece?  Di mandarle un messaggio per sapere se va tutto bene.

Non ti riconosco, sai? Prendi il culo e portalo a casa.

Ecco quello che mi sta dicendo il cervello in questo esatto momento ma faccio finta di non aver sentito e le mando comunque un messaggio. Tanto, che mi costa? Devo aiutarla, giusto? I patti erano questi. E un uomo, un vero uomo, cerca di rispettare sempre gli accordi stabiliti.

Aspetto.

Aspetto una mezz'ora buona ma non arriva nessuna risposta.

Apro il porta oggetti estraendo il pacchetto di sigarette, portandomene una alla bocca e accendendola. Il tempo di fare un tiro e il mio cellulare squilla: Dylan, che diamine è successo?

«Dimmi.» inspiro e tiro fuori il fumo.

«In che senso hanno provato a entrare in casa? La sicurezza non è riuscita a capire come possa essere possibile? Va bene, chiama anche Johnson e Dexter, falli venire a casa con la squadra.» Mi massaggio la tempia e riattacco.

Ci mancava anche questo.

Col telefono in mano, faccio un giro sui social giusto per vedere quello che succede nella mia vita reale. Matt è fuori con i nostri: una buona cena, dei buoni amici e un'ottima compagnia, noto. Beato a Matt.

«Scopatene almeno due stasera, pensa anche al tuo povero amico»

Invio questo messaggio, giusto per ricordare a tutti loro che, è vero che non potrò essere presente stasera ma che non sono molto lontano. Quando tutta questa faccenda sarà conclusa, tornerò a New York e mi sentirò come un dio dell'Olimpo. Non vedo l'ora, cazzo! Accendo un'altra sigaretta, l'ennesima, e quella cretina ancora non mi ha risposto. Se ha intenzione di farmi girare le palle, beh, ci sta riuscendo. Anche molto bene.

È quasi trascorsa un'ora da quando le ho scritto. Una ragazzina a briglia sciolta nella giungla. Fossi suo padre, sai quanti calci in quel culo?!

Logan, tu hai un problema.

HEARTBEATS-OUTWhere stories live. Discover now