Capitolo 6 - La rissa

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Scaraventai il libro contro il muro e appoggiai la testa sul cuscino, non volevo avere ulteriori preoccupazioni quella sera, le palpebre iniziarono a farsi pesanti, mi girai su un fianco e mi lasciai travolgere dalla stanchezza addormentandomi.
Come al solito l'inno nazionale mi svegliò, mi alzai e mi diressi sotto la doccia, in modo da togliermi di dosso ogni preoccupazione per qualche istante, sotto l'acqua mi sentivo a mio agio.
Dopo essermi asciugato e vestito mi diressi verso la cucina e salutai allegramente mio padre e mia madre, feci colazione con loro e parlammo di come mi trovavo in quella nuova scuola e mi chiesero se magari avessi stretto amicizia con qualcuno, la moltitudine di domande che mi posero non mi infastidì stranamente, anzi per la prima volta mi piaceva passare del normale tempo con la mia famiglia, sentivo che il nostro rapporto sarebbe cambiato in meglio.

Passeggiai sul viale che portava alla scuola, i prati erano verdi e fioriti, il sole non era forte e fastidioso come al solito e il cinguettio mattutino degli uccelli provocava una piacevole sensazione di rilassamento, si prospettava una bella giornata.

Fuori scuola mi accolse Stone con una pacca sulla spalla
-Ho finito la relazione-
-Sei un grande- gli sorrisi
-Lo so-, ridemmo.
La campanella suonò e come al solito mi aspettavano le prime due ore di combattimento, mentre camminavo per la lunga fila di ragazzi posti ordinatamente sul proprio numero e sulla propria lettera vidi Land raggiante e sorridente come sempre, presi posizione sul C23.
La lezione passò velocemente e non seguii praticamente nulla, ero troppo impegnato a fissare Land, a immaginare che profumo avessero quel giorno i suoi capelli setosi per poi perdermi nei suoi occhi verde bosco.

Ci furono dieci minuti di spacco tra la lezione di combattimento e quella di storia e aspettai il suono della campanella che indicava la fine della pausa appoggiato a una finestra per ammirare i grandi e vasti prati decorati da dei possenti cipressi, ma non ero solo con me c'era Stone che non faceva altro che parlare di quanto fosse interessante e bella la sua ricerca
-Cavolo, credimi sembra scritta da un filosofo!- mi disse ed io scoppiai in una fragorosa risata, quel ragazzo mi stava diventando simpatico, forse era uno dei primi amici che mi facevo, sono sempre stato una persona molto riservata, mi definivo così per non usare la parola sola.
La mia risata fu interrotta da un gesto brusco da parte di un ragazzo che riconobbi subito: occhi marroni, capelli color caffè e corporatura abbastanza robusta, era il tipo che mi fece svenire il giorno precedente...William!
Il tipo mi spinse improvvisamente con violenza e io caddi a terra contro il muro, la mia caduta fu accompagnata da delle risate di certi ragazzi attorno a noi e dagli occhi sbalorditi di Stone, la rabbia iniziò a scorrermi nella vene ma dovevo rimanere calmo, dovevo tenermi tutto dentro non dovevo scoppiare come ieri.
William mi rivolse parola con un sorriso malizioso
-Oh scusami non ti avevo proprio visto- disse con voce ironica, mi limitai a zittire
-Non mi dici nulla? Hai forse paura di rivivere l'esperienza di ieri?- mi provocò, continuai a rimanere in silenzio e a prendere dei grossi respiri, vidi Stone che si stava dirigendo verso William con uno sguardo del tutto non pacifico ma le mie parole lo fermarono
-Ci vediamo nei giardinetti dopo scuola, ti sei messo contro la persona sbagliata- dissi con tono serio, mi alzai presi Stone per un braccio e andai in classe sotto lo sguardo stupefatto di tutti.
Ci sedemmo al solito banco.
-Cosa cavolo hai combinato?- mi chiese Stone preoccupato
-Non preoccuparti, saprò difendermi- lo rassicurai.
L'aula si popolò e il professore entrò con gli alunni
-Lasciate le ricerche sulla cattedra- disse il prof con voce autoritaria, Stone si alzò e appoggiò con massima fierezza la ricerca vicino al professore e ritornò accanto a me
-Poi mi spieghi perché sei così fiero di questa ricerca- gli sussurrai ridacchiando.
La lezione era finita e si avvicinava sempre di più, ora dopo ora, la resa dei conti tra me e quel ragazzo...e pregustavo già la vittoria.

Mi diressi verso l'aula del 'corso di rafforzamento nel domare l'elemento terra', ma una mano mi afferrò con forza costringendomi a girarmi
-Cosa ti passa per la testa, sei diventato pazzo?- appena vidi quel volto preoccupato, preoccupato per me, mi sciolsi, avrei tanto voluto dire che sì ero pazzo, ma di lei.
-Ciao anche a te bellezza- mi uscì spontanea l'ultima parola, cavolo Sky riprenditi!
-Perchè vuoi affrontarlo? Già la prima volta è andata a finire male, non voglio che ti accada qualcosa di brutto- mi confessò lei e il mio cuore continuavo a sciogliersi, parola dopo parola
-Non sopporto l'idea di dimostrarmi debole, io non lo sono- il mio sguardo incrociò il suo e ci fissammo per un minuto buono, sì lo contai.
Land mi abbracciò e mi stampó un casto bacio sulla guancia e il cuore praticamente mi scoppiò dal petto, ma mi limitai a sorriderla
-Solo promettimi di stare attento-, annuii.
Finalmente entrai in classe e presi posto al solito banco centrale, alla solita sedia troppo bassa che mi faceva venire un mal di schiena atroce, ovviamente vicino Stone che oramai era diventato il mio compagno fisso di banco, fortunatamente frequentavamo le stesse lezioni.

Erano le 18:00 e la campanella suonò, di solito si sente un grande frastuono, rumori di ogni tipo, urla e voci diverse ma non quel giorno, quel giorno tutti si erano recati nel giardinetto dietro la scuola silenziosi, aspettando di godersi lo spettacolo tanto atteso e io non avevo intenzione di deluderli.

Ero appena uscito dall'ultima aula, di solito aspetto sempre qualche minuto prima di uscire per non ritrovarmi nel casino generale, la scuola era vuota.
Mi diressi verso la porta che conduceva al giardinetto, mi passai una mano tra i capelli per sistemarmeli
-Diamo inizio allo spettacolo- sospirai.
Appena uscii dalla porta la scena che mi si presentò mi disgustava, tutta la scuola era predisposta in cerchio attorno alla piazzetta principale, tutti avevano una visuale ottima, addirittura c'era chi scommetteva soldi su chi vincesse lo scontro e a quanto udivo io non era il favorito, ma la cosa non mi scoraggiava, anzi, mi diede grinta, non vedevo l'ora di dimostrare cosa ero veramente capace di fare, cosa avevo imparato.
Passai tra la gente che ovviamente non faceva altro che guardarmi e urlarmi contro cose del tipo "Tu sei folle", "Preparati a chiamare la tua mamma piangendo per farti venire a prendere" e c'erano tante risate generali, a quanto pare quel William era molto amato in quella scuola, o magari molto temuto, ma la cosa continuò a non interessarmi.
Arrivai finalmente nello spazio libero che avevano lasciato gli studenti per farci azzuffare e da lì ebbi una visuale completa, vedevo Land e Stone che esultavano il mio nome, che mi guardavano con sguardo speranzoso e vedevo anche, in lontananza, una fila di professori bramosi di assistere alla lotta, in quella scuola le risse erano considerate delle vere e proprie prove di forza.
Improvvisamente le urla e il vociferare aumentò e dalla vasta fila vidi un ragazzo che si avvicinava con passo veloce, egli si posizionò a pochi metri di distanza da me, iniziai io a prendere parola
-D7!- urali, chiamarlo per nome mi sembrava troppo amichevole
-A quanto pare la gente vuole un bello spettacolo, riuscirai a soddisfarli?- lo stuzzicai e lui rise di gusto, quella risata echeggiò nell'aria e improvvisamente piombò un silenzio generale
-Sei morto Hoover- mi ringhiò il ragazzo, evidentemente nessuno aveva mai osato mancargli di rispetto, vidi nei suoi occhi accendersi una fiamma di rabbia.
William si precipitò verso di me e gli insegnamenti di Land mi rimbombarono nella mente: "Prima regola: stare sempre in guardia".
Vidi un pugno arrivare dritto dritto verso di me e io con un leggero passo verso destra lo schivai, l'espressione rabbiosa di William in quel momento era impagabile ed un piccolo sorriso malizioso mi scolpì la faccia, ma non mi accorsi che il ragazzo di fronte a me teneva ancora la mano chiusa in un pugno e con un movimento secco verso destra mi colpì fortemente alla nuca, provai molto dolore ma non esternai nulla, rimasi impassibile, immobile a fissarlo sempre con un sorriso stampato in faccia, la sensazione di rabbia e vendetta mi scorreva per tutto il corpo e la mia mente si annebbiò a causa dei cattivi pensieri, ormai la lucidità mentale e il buon senso erano spariti e avevano lasciato posto all'ira e alla voglia di infierire dolore, non avrebbe dovuto farlo.

|Spazio Autore|
Cosa stai combinando Sky!? Come reagirà a quell'affronto?
Che ve ne pare di questo capitolo e del comportamento che sta assumendo Sky?
Comunque vi ringrazio ancora per il sostegno che mi state dando e apprezzo tutti i commenti che mi state lasciando, non voglio essere ripetitivo, ma ho la necessità di ripeterlo ogni volta siccome vi sono molto grato ❤️
Mi scuso per eventuali errori grammaticale ;)

L'eroe celesteWhere stories live. Discover now